venerdì 23 marzo 2007

Bambini birichini

L'amministrazione americana ci bacchetta per come abbiamo condotto le trattative per la liberazione di Mastrogiacomo

Eh sì, questa volta ce lo siamo proprio meritato. In fondo è normale: i genitori sgridano sempre (dovrebbero) i figli quando non si comportano bene. Poi però, passata la bufera, ci si chiarisce, si fa pace e tutto torna come prima: il legame affettivo torna a prevalere e la promessa dei figli scavezzacolli di non farlo più riporta il sereno.

Mamma Condy ci ha sgridato. "Non fatelo più!", ha detto dopo essersi consultata con nonno George. Poi però è arrivato papà Massimo che dopo aver parlato con Condy (foto) ha rimesso a posto le cose (almeno all'apparenza).

In mezzo ci siamo noi, i poveri figli idioti, che 60 anni di favori e di concessioni (basi, supporto logistico, supina e acritica accondiscendenza a ogni richiesta, ecc...) agli americani, come ringraziamento per averci liberati dai nazifascisti, ci hanno in pratica ridotti a tirapiedi pronti ad assecondare ogni capriccio dei nostri alleati d'oltreoceano.

E così si dice sì all'allargamento della base di Vicenza "per non incrinare i rapporti coi nostri alleati-amici" (leggi perché sennò si incazzano per davvero, e in questo momento il traballante governo del mortadella ha bisogno di tutto tranne che di una compromissione seria dei rapporti Farnesina-amministrazione), e ci si becca - sempre supinamente, eccetto la parvenza di scatto d'orgoglio di D'Alema - la giusta ramanzina per aver liberato 5 pericolosi (per chi?) talebani in cambio del nostro giornalista.

Per carità, non fraintendete, è naturale che scocci aver dovuto sottostare a questa specie di ricatto (cos'altro si doveva fare? Lasciarlo crepare assieme al suo autista?), ma tutta questa vicenda ha dimostrato alcune cose:

- in Afghanistan siamo in guerra, non ci vengano a raccontare balle sulla missione di pace e menate simili. C'è stato uno scambio di prigionieri, una pratica che si attua tra nazioni belligeranti, come la storia insegna.

- che cavolo ci facciamo in Afghanistan? Ufficialmente "per riportare l'ordine". Ma quale ordine? L'ordine c'era prima che gli americani lo invadessero, non adesso. Un ordine che fa orrore, certo (Sharìa e cose simili), ma pur sempre una forma di autoregolamentazione. E chi siamo noi per andare a dirgli che "così non va bene"? In ogni caso spesso ci si dimentica che loro sono a casa, nella loro terra, siamo noi che semmai siamo fuori posto.

- gli americani considerano gli afghani complici dei terroristi che hanno compiuto la terribile strage delle torri gemelle (un pretesto più che sufficiente a giustificare l'invasione). Anche questa mi sa tanto di balla e ricorda molto da vicino la storiella delle famose armi di distruzione di massa (mai trovate) usate come pretesto per invadere l'Iraq. Al Qaeda ha stretto accordi con i talebani molto dopo l'attentato di New York e non risulta che ci sia alcun afghano coinvolto nella strage (fonte).

La prossima settimana ci sarà la votazione in Senato per il rifinanziamento della missione in Afghanistan, e nonostante la sua approvazione sia attualmente al centro di qualche polemica, alla fine passerà, è fuori di dubbio.

Non si può correre il rischio di far perdere un'altra volta la pazienza a Condy.

4 commenti:

  1. a fine 2005 sono andato ad una cena organizzata qui a Roma da una ong afgana presso la Comunità di S. Egidio, la serata è stata introdotta da una tipa italiana che ha detto le stesse cose che scrivi tu, poi hanno parlato gli afgani, che hanno detto l'esatto opposto... Uno dei motivi per cui ho votato per la CdL l'anno scorso è che ogni volta che racconto questo aneddoto a qualcuno "di sinistra" o non ci crede o è sicuro che gli afgani sono stati pagati, altrimenti avrebbero detto anche loro che i talebani erano meglio dei talebani :-(

    RispondiElimina
  2. > "la serata è stata introdotta da una tipa italiana che ha detto le stesse cose che scrivi tu"

    Ti riferisci al fatto che siamo in guerra invece che in missione di pace?

    RispondiElimina
  3. anche, ma ancor di più ai due punti successivi

    RispondiElimina
  4. Anche io ho avuto una conoscenza diretta che ovviamente non fa campione. La situazione afgana però è probabilmente molto diversa dall'Iraq, dove moltissima gente vede gli americani come invasori o giù di lì. In Afganistan invece molti hanno paura del ritorno dei talebani più che della presenza delle truppe straniere. Non che questo voglia dire che ci vogliano lì a oltranza, ma almeno vogliono vedere scongiurata la minaccia in tempi brevi. Non voglio prendere una posizione netta, anche io ho i miei dubbi su questa missione, ma la situazione laggiù è molto complessa, volevo solamente sottolineare questo.

    La critica più netta da fare è che non si possono bombardare i paesi e non avere nessuna idea di come stabilizzare le aree in seguito. Non è politica né strategia, è invece un andare all'arrembaggio come dei pirati, con gravi costi di vite umani. Detto ciò, spero che in un modo o nell'altro la situazione lì si stabilizzi, e che si trovi il bandolo della matassa.

    Sulle ramanzine degli americani che dire: fanno tanto i gradassi, ma poi com'è che chiedono sempre truppe in aiuto ai loro piani così geniali?

    RispondiElimina

Storture

L'amministratore delegato (ex) di Stellantis, Carlos Tavares, dopo quattro anni alla guida del secondo produttore europeo di automobili ...