Ho letto qua e là i resoconti pubblicati dai quotidiani in merito alla manifestazione di piazza Navona. Non mi pare ci sia granché da dire, se non che gli "antiberluscones" hanno probabilmente buttato al vento un'ottima occasione. Non ho visto gli interventi più contestati - quello di Grillo e della Guzzanti -, ma, come dicevo, ne ho letto i resoconti ieri dai giornali.
Dispiace dirlo, perché in fondo lo spirito della manifestazione era a mio parere più che condivisibile, ma la querela della Carfagna nei confronti della Guzzanti per quello che ha detto ci sta tutta. Io ho seguito in streaming via internet dal sito di Repubblica parte della manifestazione, e devo dire che fino al collegamento telefonico con Rita Borsellino tutti gli interventi sono stati entro i limiti della pacatezza e della correttezza. Poi ho dovuto chiudere e quello che è successo dopo l'ho appreso ieri dai giornali.
Difficile da quello che ho letto non condividere le prese di distanza della stessa Borsellino, di Di Pietro e di Colombo dagli interventi più "scorretti". Vorrei però fare a questo proposito un piccolo distinguo, e specificamente in merito all'intervento telefonico di Grillo. Al comico è stato contestato di aver offeso e ingiuriato il presidente Napolitano - pare che della cosa si interessi pure la procura di Roma -, ma nelle parole di Grillo (se sono effettivamente quelle riportate dalla stampa) non mi pare di leggere insulti od offese al Capo dello Stato, a meno che essere definito "Morfeo" non costituisca un insulto.
Col termine "Morfeo" Grillo ha a mio parere solo voluto evidenziare un certo lassismo e una certa leggerezza di Napolitano nel firmare alcuni provvedimenti e nel non prendere posizione riguardo agli stessi: non vedo in tutto ciò un insulto, ma semmai una critica. Il Presidente della Repubblica non si può criticare? L'insulto mi pare sia un'altra cosa.
A margine di tutto, comunque, c'è un aspetto - pare - che girotondini e contestatori vari non hanno ancora capito: manifestazioni come questa, specie se condotte in questo modo, servono solo a fornire solidi appigli ai vari Fede e Feltri e ad accrescere il già ampio consenso popolare nei confronti del premier. Insomma, alla fine quello che dispiace è che questa manifestazione resterà nella memoria come una sterile sequela di insulti a destra e a manca invece che una sacrosanta e pubblica denuncia delle leggi ad personam del cavaliere.
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Se c'è un "già ampio consenso popolare nei confronti del Premier" un motivo ci sarà, chi sono i quattro rimba scesi in piazza Navona per contestarlo? Malati come al solito del senso di superiorità morale tipico della sinistra degli ultimi 50 anni, vogliono dire a venti milioni di elettori che hanno commesso un errore a non votarli? Senza calcolare che tutti quelli in piazza l'altroieri rispecchiavano una componente politica con un miserrimo 5%.
RispondiEliminaChe comica...
Comunque non è vero che il Clarin ha riportato le intercettazioni, come dice la Guzzanti. L'articolo è qui. E non sono riportate intercettazioni, solo voci di corridoio (esattamente come nei quotidiani italiani).
RispondiEliminaUna denuncia alla Guzzanti mi pare il minimo. Prima di sparare c***ate di fronte a migliaia di persone, dovrebbe almeno documentarsi.
Per quanto riguarda la critica a Napolitano, la questione è più sottile. L'articolo 279 del Codice penale dice: "Chiunque pubblicamente, fa risalire al Presidente della Repubblica il biasimo o la responsabilità degli atti del Governo, è punito con la reclusione fino ad un anno e con una multa da lire 1000 a lire 10000" (valuta del '47). Dunque, se in Italia la legge venisse applicata sul serio, ora si dovrebbe procedere penalmente contro Grillo, Guzzanti e Co.
RispondiElimina> Se c'è un "già ampio consenso popolare nei confronti del Premier" un motivo ci sarà
RispondiEliminaCertamente. Temo però che i motivi che penso io e quelli che pensi tu siano un tantino diversi.
> E non sono riportate intercettazioni, solo voci di corridoio (esattamente come nei quotidiani italiani).
Certo. Cosa che avverrà ancora più spesso quando la pubblicazione delle intercettazioni sarà proibita anche se non più coperte da segreto di indagine: un certo disegnino di legge che da qualche tempo è diventato il pallino fisso di qualcuno lassù in alto.
Sì, ma la legge sulle intercettazioni vale in Italia, non in Argentina. Non credo che il Clarin avrebbe rischiato nulla a pubblicare le intercettazioni.
RispondiEliminaSottoscrivo al 100% il tuo pensiero.
RispondiEliminaMi hai evitato di scrivere un post sull'argomento... ;)
Ciao.
BigFab.