mercoledì 27 novembre 2024

Occhio per occhio

Mi sembra che l'avvocato di Filippo Turetta si sia lanciato in due imprese che definire ardue è un eufemismo. La prima è tentare di smontare la premeditazione per evitare l'ergastolo al suo assistito, la seconda tentare di fare passare il concetto che il carcere ha finalità rieducative, non punitive.

Per quanto riguarda la prima, se i fatti si sono svolti come li hanno raccontati le cronache temo che sarà molto difficile ottenere successo, e perorare la causa dicendo che il Turetta è incapace di pianificare qualsiasi aspetto della sua vita di tutti i giorni e quindi figurarsi un omicidio, non mi sembra la migliore delle argomentazioni. 

Per quanto riguarda la seconda, viviamo in un paese in cui il sentimento prevalente si rifà al biblico occhio per occhio, dente per dente. Questo in generale, figurarsi in occasione di omicidi efferati come è stato quello di Giulia Cecchettin. In linea di principio l'avvocato ha ragione, dal momento che la nostra costituzione inquadra il carcere come un luogo di rieducazione e non di punizione, ma probabilmente non lo sa nessuno. E comunque, come sentimento collettivo, prevale sempre l'occhio per occhio, dente per dente.

Vedremo come andrà a finire.

3 commenti:

  1. Sulla premeditazione mi sembra che non si possa nemmeno discutere, date le evidenze.
    Sul carcere come luogo di recupero, "sarebbe bello se...", ma francamente ci credo poco.

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    1. Anche perché, diciamolo, il carcere in Italia non ha mai avuto funzione rieducativa, se non in misura estremamente marginale.

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    2. Il carcere è rieducativo se il detenuto ha un briciolo di sentimento.

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