Se fosse tuo figlio riempiresti il mare di navi di qualsiasi bandiera. Vorresti che tutte insieme a milioni facessero da ponte per farlo passare. Premuroso, non lo lasceresti mai da solo, faresti ombra per non far bruciare i suoi occhi, lo copriresti per non farlo bagnare dagli schizzi d'acqua salata.
Se fosse tuo figlio ti getteresti in mare, uccideresti il pescatore che non presta la barca, urleresti per chiedere aiuto, busseresti alle porte dei governi per rivendicare la vita.
Se fosse tuo figlio oggi saresti a lutto, odieresti il mondo, odieresti i porti pieni di navi attraccate. Odieresti chi le tiene ferme e lontane da chi, nel frattempo, sostituisce le urla con acqua di mare.
Se fosse tuo figlio li chiameresti vigliacchi disumani, gli sputeresti addosso. Dovrebbero fermarti, tenerti, bloccarti, vorresti spaccargli la faccia, annegarli tutti nello stesso mare.
Ma stai tranquillo, nella tua tiepida casa non è tuo figlio, non è tuo figlio. Puoi dormire tranquillo. E sopratutto sicuro. Non è tuo figlio. È solo un figlio dell'umanità perduta, dell'umanità sporca, che non fa rumore.
Non è tuo figlio, non è tuo figlio. Dormi tranquillo, certamente non è il tuo.
Sergio Guttilla, 29 giugno 2018.
Dedicata ai 100 morti in mare, morti affogati, in attesa di una nave che li salvasse.
Ieri era Salvini, oggi è Piantedosi, ma il disprezzo per gli ultimi del mondo è il medesimo.
Il problema è che ci sarà qualcuno anche domani a voltarsi dall'altra parte, anzi a ostacolare gli aiuti. E questi "qualcuno" sono genitori a loro volta... Bella progenie!!!
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