lunedì 13 febbraio 2023

Il razzismo è naturale

La partecipazione di Paola Egonu al festival ha riportato in luce l'antico dibattito sul razzismo. L'Italia è un paese razzista o no? Autorevoli ministri come Salvini e Calderoli dicono che assolutamente non lo siamo e che quello sul razzismo è un dibattito sul nulla. Salvini è il fine signore che paragonava i napoletani a persone puzzolenti davanti alle quali scappano anche i cani (i video di queste straordinarie performance sono facilmente reperibili su youtube); Calderoli, altro illustre maître à penser nostrano, finì a processo qualche anno fa per aver dato dell'orango alla ministra Cécile Kyenge. Capite anche voi, quindi, l'attendibilità di questi signori nell'assicurarci che quello sul razzismo è un dibattito sul nulla.

Detto questo, sì, l'Italia è un paese largamente razzista. Non solo l'Italia, in verità; il razzismo è diffuso dappertutto per una serie di motivi, e il principale di questi è di tipo antropologico. Come ormai la scienza ha definitivamente dimostrato (lo spiegano bene Telmo Pievani qui e David Amodio qui), la diffidenza e la paura verso il diverso da noi sono meccanismi antichissimi che per ragioni evolutive si sono instaurati nel nostro cervello. Anni fa una università americana fece degli esperimenti che consistevano nel tenere monitorato, con una apposita strumentazione, il cervello di persone a cui venivano mostrate immagini ritraenti visi di persone sconosciute di colore. Questo monitoraggio evidenziò come alla vista di queste immagini la prima parte del cervello che si attivava era l'amigdala, quella più antica che regola i meccanismi legati alla paura. Solo successivamente si attivavano i lobi frontali, dove risiede la razionalità. Se invece si mostravano immagini di persone di colore ma conosciute, tipo personaggi noti dello sport o dello spettacolo, l'amigdala se ne stava buona al suo posto.

Questo a dimostrare che il razzismo è effettivamente connaturato come pulsione primaria in ognuno di noi, ma può essere neutralizzato con la cultura, con la conoscenza. E, mi viene da dire, il fatto che il livello culturale nel nostro paese sia ai livelli che sappiamo, mi pare non autorizzi alcun tipo di ottimismo relativamente al fatto che questa piaga si possa prima o poi estirpare.

13 commenti:

  1. Se i bambini in realtà non percepiscono il razzismo, potremmo ipotizzare che i risultati dell'esperimento non dimostrano che il razzismo è naturale? L'amigdala s'è attivata di fronte a immagini di persone sconosciute nere. E se questo meccanismo naturale non fosse altro che una conseguenza di costruzioni culturali? Forse dico una sciocchezza, non so, ma voglio sperare che il razzismo sia solo figlio dell'ignoranza, e come dici tu, visto il livello basso di cultura nel nostro paese e nel mondo, non credo che questo fenomeno avrà mai fine. Il razzismo è presente anche tra i quartieri di una stessa città. Quello è un fenomeno che potresti dirmi che è legato al dominio del territorio, come avviene anche negli animali, ma non possiamo non notare che sfocia nel razzismo.

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    1. >Se i bambini in realtà non percepiscono il razzismo, potremmo ipotizzare che i risultati dell'esperimento non dimostrano che il razzismo è naturale?

      Non ti so rispondere, Caterina. Può darsi che in età scolare o comunque molto giovane questi meccanismi naturali di diffidenza non siano ancora attivi (l'esperimento era stato fatto con persone adulte), ma la mia è solo un'ipotesi. Sto cercando la conferenza di Telmo Pievani in cui parla dettagliatamente di questa ricerca per avere i dettagli, ma non riesco più a trovarla. Ricordo che la prima volta che la ascoltai riuscii a trovare i riferimenti (università, nomi dei ricercatori e link al testo), poi li cancellai e adesso non riesco più a trovarli :-(

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    2. D'accordo con Caterina. L'esperimento dell'università americana non dico che è stato pilotato da certi poteri forti, ma quasi...
      E a proposito...

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    3. Ciao Andrea, penso che questo breve video possa essere utile, anche se non credo sia quello a cui fai riferimento tu:
      https://www.youtube.com/watch?v=l8KKs1Os4L0
      siu

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    4. Gas, non credo che l'esperimento sia stato pilotato, anche perché è solo uno dei tanti che sono stati fatti. Inoltre Telmo Pievani è uno dei più autorevoli biologi evoluzionisti al mondo, difficile che riporti qualcosa di dubbio senza averlo prima verificato.
      In ogni caso, che il nostro cervello in certe situazioni abbia una predisposizione innata alla diffidenza verso chi è diverso è un fatto supportato da molteplici studi e ricerche. Un autorevole esperto ne parla nell'articolo di Wired che ho linkato nel post, mentre qui ci sono i riferimenti ad altri studi simili.
      Bello il video che hai linkato, molto significativo.

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    5. Resta il fatto che il razzismo si sviluppa più facilmente con l'integrazione sociale in maturità, forse per competizione... Finché si resta nei confini scolastici, il colore della pelle non è affatto qualcosa che allontana. Indagherei sulle condizioni al contorno piuttosto che direttamente su una parte del cervello sconnettendola dal resto.

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  2. Molto bello e significativo il video che hai linkato, siu, anche se non è quello a cui mi riferivo. Ricordo che Pievani citava questo studio in una conferenza piuttosto lunga e articolata in cui il razzismo non era il tema principale ma ci è arrivato per vie traverse, diciamo così.
    Domani se ho tempo la voglio cercare.

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  3. Non è che se uno non è xenofilo allora è razzista.
    Peraltro il razzismo è ideologia di paesi schiavisti / coloniali assente in Italia.
    C'è molta confusione.

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    1. Tantissima, come si evince da questo commento.

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  4. leggerevolare15/02/23, 16:42

    l'Italia è un paese razzista da sempre... in fondo in fondo. Ma poi cerca di non esserlo e ci sforziamo di essere "moderni". Purtroppo la strada è ancora lunga...

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  5. https://notizie.virgilio.it/pioltello-capotreno-aggredita-da-passeggero-senza-biglietto-sorpreso-a-fumare-i-pugni-i-calci-e-la-fuga-1558042

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