sabato 4 febbraio 2023

Alcune cose dette da Andreoli


Vittorino Andreoli ha senz'altro il dono della originalità e anche della stravaganza, se così si può dire. I suoi capelli bianchi e lunghi e le ciglia foltissime, che danno la (falsa) impressione di trovarsi davanti a un 83enne un po' trasandato, ne fanno uno di quei personaggi che riconosci subito. Cioè, tu lo vedi e dici: Ma quello è Andreoli! Tra le tante cose che mi hanno colpito di lui, la maggiore è sicuramente la vivacità e la lucidità. Ha tenuto un'ora e mezza di lezione con una verve e una energia che, forse, molti docenti universitari con metà dei suoi anni non hanno più.

Come avevo scritto in un post precedente, sabato scorso ho assistito a una sua interessantissima conferenza alla Biblioteca Malatestiana di Cesena. Mentre parlava ho preso un po' di appunti. Impossibile riportare tutto, e comunque gran parte delle cose che ha detto sono allargamenti di concetti che un anonimo lettore di questo blog ha riportato nei commenti qui e qui.
 
Personalmente, tra le tante cose che ha detto, mi ha colpito la sua convinzione secondo cui, oggi, si tende a psichiatrizzare tutto e troppo, anche in ambito scolastico e giovanile, e questa cosa detta da uno psichiatra fa sicuramente un certo effetto. Un adolescente ha un problema? Subito dallo psicologo! Perché? Un adolescente non ha un babbo, una mamma, un nonno con cui parlare, prima di andare da uno psicologo? Il dialogo nelle famiglie che fine ha fatto? È stato per caso esautorato dai cellulari dietro cui si nasconde ogni familiare? Fa riflettere questa cosa, se ci si pensa. Tramite le chat e i social parliamo per ore con perfetti sconosciuti che magari stanno dall'altra parte del mondo e non parliamo più all'interno della famiglia. 

Molto interessante, poi, l'analisi dei fenomeno novax e dei negazionisti del covid visti da un punto di vista psichiatrico. Alla luce della psiche, chi nega l'evidenza, come appunto i novax che negano l'utilità dei vaccini o addirittura i negazionisti del covid, cioè quelli che pensano che la malattia non esista, dà sfogo a un bisogno difensivo. È una persona che ha paura, e per eliminare la paura elimina quelle che secondo lei ne sono le cause, arrivando fino al punto di negare la razionalità. Questa analisi non vuole naturalmente essere una forma di giustificazione delle idee di queste persone, è appunto solo una analisi che spiega questi comportamenti dal punto di vista della nostra psiche.
 
Meritano un cenno anche alcune considerazioni sulla vecchiaia, argomento particolarmente caro al relatore, come si intuisce. La nostra civiltà, nell'arco di nemmeno due generazioni, ha raddoppiato la lunghezza della vita. Ancora nel primo dopoguerra l'aspettativa media era di poco superiore ai quarant'anni, oggi è quasi ottanta. Il problema è che adesso siamo pieni di vecchi e non sappiamo cosa farcene, e se in terapia intensiva c'è un solo respiratore ci si domanda: lo diamo a un giovane o un vecchio? Beh, i protocolli prevedono di darlo a un giovane. Ma è la domanda a essere sbagliata, dice Andreoli, perché in una società sana, attenta e progredita ci dovrebbero essere respiratori per tutti, giovani e vecchi. Ma il problema dell'invecchiamento esiste ed è oggi drammatico, e le considerazioni di Andreoli mi fanno venire in mente quanto dice Umberto Galimberti, e cioè che in realtà la tecnologia e la scienza medica non hanno allungato la vita, ma hanno allungato la vecchiaia. È una provocazione, naturalmente, ma che serve a fare riflettere su questi problemi.
 
Alla fine della conferenza mi sarebbe piaciuto andare dal professore e stringergli la mano, perché io mi sento sempre riconoscente nei confronti delle persone che sanno e che aiutano a pensare e a capire le cose, ma c'era ressa e ho lasciato perdere. Magari la prossima volta.

4 commenti:

  1. non so se hai letto Storia del dolore.... dal rapporto ragazzi e droga, da cosa è una comunità per un handicappato, il problema del sistema nervoso centrale....sai quanti ne ho seguiti....io che sono stata da psicologhi che cambiavo perchè non mi aiutavano a capire il mio disturbo bipolare, il mio psichiatra che mi tirò fuori da quel maledetto ictus che mi aveva tolto la parola facendomi sentire un inutile peso per tutti i miei figli e marito...sai che leggi qua leggi la sono bastati dei ragazzi disabili per farmi uscire, con loro non dovevi parlare ma solo sorrisi e carezze e io iniziai a uscire e ora continuo a dare perchè ho ricevuto, come dice lui gli psicologi spesso non servono...con i bambini...con i figli...con chi è come me...Non ti conosco più di tanto ma tu tocchi pezzi di vita che conosco e lo fai con la tua conoscenza è incredibile Non mi resta che dirti che lui al inizio era un muratore.....lunga vita a questo uomo

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    1. No, ne ho letti alcuni di Andreoli ma quello da te menzionato mi manca. Recupererò.

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  2. Grazie per aver condiviso con noi una preziosa sintesi di questo incontro con Vittorino Andreoli.Molto interessante,mi ha aiutato anche la sua posizione nel dire che oggi si tende a "psichiatrizzare tutto"...mi fa sentire meno sola dal momento in cui anche una persona semplice come me lo recepisce e lo esterna,anche in qualche blog recentemente ...Interessante anche le considerazioni sulla vecchiaia,mi ha chiarito anche un concetto su cui intervenni ad un altro tuo post. Poi sui negazionisti covid dove mette in luce un senso di motivata paura in queste persone ,inconsapevoli perfino della stessa più che del covid...
    Quest'uomo a me commuove,per competenza , semplicità e capacità di ascolto...se riuscissimo a fare un passettino anche noi ,ascoltandolo ,leggendone qualche libro ,capiremmo che fonte attendibile lui sia .

    Grazie e buona serata

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