sabato 10 luglio 2021

Orgogliosamente fragili e incoscienti

Il vulcanologo Bill McGuire, citato dal filosofo Giulio Giorello in un suo articolo del 2012, scrive che noi che viviamo "su uno dei più attivi corpi del sistema solare, dobbiamo sempre ricordare che esistiamo e prosperiamo solo per un fortuito caso geologico. Studi recenti sul DNA umano hanno rivelato che la nostra specie è arrivata a un pelo dall'estinzione a causa dell'ultima supereruzione 73.500 anni fa, e se fossimo stati in circolazione già 65 milioni di anni fa, quando un asteroide di 10 chilometri di diametro colpì la Terra, saremmo scomparsi insieme con i dinosauri."

Il filosofo Telmo Pievani, citato sempre da Giorello, aggiunge che "la fine del mondo c'è già stata, e molte volte, ed è grazie a queste deviazioni della storia che noi siamo qui, ora, a scriverne. Le grandi catastrofi che marcano le ere geologiche sono state come incendi nella foresta che spazzano via il sottobosco vecchio, e liberano spazio per future diversificazioni. E se l'intero genere umano finirà 'bruciato' per colpa di qualche asteroide o si scoprirà addirittura che il vero asteroide killer siamo noi stessi, non ci sarà più nessun rifugio da cui contemplare la vita nuova che sgorgherà dal disastro."

Il sotteso di tutto questo discorso è che, a differenza di quanto avvenuto in passato, dove l'estinzione del grosso delle forme di vita è stato causato da eventi geologici (eruzioni) o astrali (asteroide), il prossimo catastrofico evento che potrebbe portare alla estinzione degli umani sarà causato, paradossalmente e verosimilmente, dagli umani stessi, come conseguenza di ciò che stanno facendo al pianeta.

A tal proposito mi viene in mente che Luca Mercalli, in un suo bellissimo libro intitolato Non c'è più tempo. Come reagire agli allarmi ambientali scriveva che la Terra non ha alcun bisogno di noi, ma siamo noi ad avere bisogno di lei. Il problema è che non ne siamo consapevoli. Oppure ne siamo consapevoli ma, in fondo, chi se ne frega...

6 commenti:

Ferruccio Gianola ha detto...

Ci sono teorie scientifiche che parlano addirittura di Terra a palla di neve, l'ultima volta forse soltanto cinquecento milioni di anni con tre metri di ghiaccio pure all'equatore. Se ci fossimo stati...

Mi piacciono gli studi sull'evoluzione della terra e naturalmente dell'Homo sapiens e purtroppo ora siamo noi i primi responsabili di una possibile estinzione. Ma non avverrà, anzi evolveremo in altre specie.

La Terra difficilmente potrà "nutrire" più dei 12 miliardi di esseri umani previsti nel 2100 e sono convinto che presto (entro la fine del 2100) ci saranno migrazioni dello spazio.

Le distanze, gli isolamenti che si creeranno e i nuovi adattamenti faranno evolvere una nuova specie umana.

Franco Battaglia ha detto...

Che la terra non abbia alcun bisogno di noi ma, anzi, le diamo terribilmente fastidio, era già lampante da tempo. E se questo è il trend il 2100 non lo vedremo neanche in fantascienza.

Andrea Sacchini ha detto...

Mah, non so, mi sembra uno scenario un po' troppo fantascientifico, forse. In ogni caso, il termine ultimo è cinque miliardi di anni, poi, comunque sarà andata, fine.

Andrea Sacchini ha detto...

No, lo vedremo, tranquillo, anche se magari non sarà un bel vedere.

Ferruccio Gianola ha detto...

La colonizzazione dello spazio o del fondo marino sono solo il punto di partenza di cui si renderà responsabile l’Homo sapiens al massimo nei prossimi due secoli. Ovviamente per la comparsa di nuove specie umane ci vogliono millenni, ma guardando indietro la stessa storia del genere Homo è piena di esempi simili. Le maggior parte delle quindici specie di Homo esistite (quelle classificate per ora dagli studiosi) ha fatto migrazioni a causa dei mutamenti climatici o per la mancanza di risorse e quasi tutte queste specie - a parte abilis ed herectus - non sono vissute più di mezzo milione di anni. Noi ora siamo a metà strada della nostra teorica esistenza e dobbiamo darci da fare… e qualcuno che si darà da fare ci sarà come già successo in passato. Insomma il mio è uno scenario fantascientifico per modo di dire.

Andrea Sacchini ha detto...

Ho letto recentemente un bellissimo saggio del professore Yual Noah Harari: Homo Deus. Breve storia del futuro. Qui si ipotizza un futuro, anche abbastanza ravvicinato, in cui l'umanità riuscirà a debellare carestie, pestilenze e guerre, un'impresa che per migliaia di anni è stata impossibile. In questo scenario di prosperità, tranquillità e pace, l'Homo sapiens coltiverà con strumenti sempre più potenti l'antica ambizione di elevarsi al rango appunto di Homo Deus, e faranno da padrone intelligenza artificiale, robotica e ingegneria genetica, col rischio che il genere umano arrivi al punto di rendere se stesso superfluo.
È uno dei tanti possibili scenari futuri.

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