Stretto di Surigao (Filippine), 25 ottobre 1944, Seconda guerra mondiale. L'ammiraglio americano Jesse Oldendorf schiera sei corazzate, otto incrociatori e tredici cacciatorpedinieri. Dalla parte opposta, il viceammiraglio Shōij Nishimura schiera due incrociatori pesanti, due corazzate e sette cacciatorpedinieri. Per i nipponici è una sconfitta pesantissima. Nishimura perde un incrociatore pesante, entrambe le corazzate, metà dei cacciatorpedinieri e cinquemila uomini. La sconfitta segna la fine dell'egemonia giapponese sul Pacifico che si protraeva dal 1905.
Canale di Sicilia, Mediterraneo centrale, 8 luglio 2019. In seguito a un drammatico vertice a Roma del Comitato ordine e sicurezza, il governo italiano (principalmente su input del ministro dell'inferno) decide di schierare un non precisato numero (qualche decina?) di motovedette della Guardia di finanza e della Marina militare di fronte ai porti di Sicilia e Calabria. Schiera altresì navi veloci e aerei da ricognizione coi radar davanti alle coste della Libia e località limitrofe. Tale spiegamento di forze avrà come avversari decine e decine di barconi, barchini, gommoni, zattere carichi di pericolosissimi uomini, donne e bambini in fuga da lager, persecuzioni, fame e miseria.
Una guerra che il ministro dell'inferno aveva già perso prima ancora che la cominciasse.
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