mercoledì 17 luglio 2019

Camilleri che dà sollievo

La vicenda dell'iniziale amore di un giovanissimo Camilleri per il duce, amore rinnegato una volta rinsavito, parzialmente mi consola. Mi consola perché anche io, prima di rinsavire, alle ultime politiche ho votato i Cinquestelle, poi ho capito l'imperdonabile errore e ho fatto pubblica ammenda su queste pagine, come forse qualcuno dei miei trentadue lettori ricorderà.

Certo, c'è una differenza enorme tra le due situazioni. Camilleri si innamorò del duce da ragazzo ed è noto, come dice Guccini, che "a vent'anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell'età", io mi sono fatto abbindolare dai pentastellati a quasi cinquanta, quindi non ho neppure la scusante di Camilleri. Pace e amen.

A proposito di Camilleri, che dire? Se n'è andato un grande, al quale adesso tutti si attaccano su, compresi quelli che non hanno mai letto un suo romanzo, ma ormai la prassi è questa. Non mi dispiace tanto il fatto che se ne sia andato, in fondo aveva più di novanta primavere - io non so mica se vorrei vivere tanto, ci sono giorni in cui mi sento stanco già adesso - quanto il fatto che il vuoto enorme che ha lasciato resterà vuoto.

Questo, sì, dispiace.

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