C'è una bella intervista a Guccini, oggi, sul Corriere, da cui apprendo che l'ex cantautore è affetto da maculopatia bilaterale, patologia degli occhi che impedisce, tra le altre cose, di leggere. Capite bene quale deve essere il peso di questo handicap per lui, che da anni aveva appeso la chitarra al chiodo e si era ritirato nel suo mulino, sull'Appennino tra la Toscana e l'Emilia, per leggere e scrivere. E infatti - dice - i libri gli vengono letti da sua moglie o da una ragazza che va da lui apposta.
La maculopatia ha colpito mia madre, un paio di anni fa, e anche lei, come Guccini, ha entrambi gli occhi compromessi (in tutti e due i casi ci ha messo lo zampino anche la sfiga, perché nella stragrande maggioranza dei casi viene colpito un occhio solo, non tutti e due). Non rende ciechi, questa patologia, ma non c'è cura, si può solo intervenire perché non peggiori, e se si escludono alcune cose che non si possono più fare, tra le quali appunto leggere, si conduce una vita quasi normale.
E niente, pensavo a cosa farei io se dovessi beccarmi la maculopatia, io che leggo libri svariate ore al giorno e che non guardo neppure la TV per farlo. E la possibilità che in futuro ci debba avere a che fare non è neppure così remota, dal momento che, come dice il mio oculista, questa patologia ha una forte componente ereditaria. Ma forse è meglio che non ci pensi.
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