venerdì 18 febbraio 2011

"Un danno per l'Italia"


Per chi segue un po' la politica e le faccende italiane, quello che pensano gli Stati Uniti riguardo al più grande statista degli ultimi 150 anni non sorprende più di tanto. Sorprende, semmai, il ragionamento che fa l'amministrazione americana: trarre vantaggio dall'inaffidabilità e irresponsabilità della governance italiana.

E lo dice non un pinco pallino qualsiasi o una "funzionaria di terzo grado", come si erano affrettati a dichiarare i pidiellini quando è uscita la prima ondata di Wikileaks. Lo dice l'ambasciatore Ronald Spogli, spedito qui da noi personalmente da Bush nel 2005.

4 commenti:

  1. Niente di strano, Andrea. Dopo tutto l'ambasciatore americano deve fare gli interessi del proprio paese.

    Mi sembra che il giudizio nei confronti di Silvio sia condivisibile, non trovi?

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  2. Sì. Non serviva Wikileaks, bastava che l'avessero chiesto a noi.

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  3. Ogni volta che vado all'estero e i telegiornali parlano di politica estera cerco riparo sotto il tavolo: quando si tocca l'Italia e le sue peripezie, si sente salire un'ilarità generale.
    In Francia sentivo ridere fragorosamente del Presidente del Consiglio mentre ipotizzava l'apertura di centrali nucleari in Italia (tecnologia "superata" almeno da un decennio, che TUTTI gli stati stanno cercando di sostituire con "le rinnovabili").
    In Inghilterra, la settimana scorsa, in fila al check in, dei giornalisti BBC ironizzavano sul caso Ruby e il "Bunga-Bunga"...
    Potrei fare altri mille esempi, ma mi fermo qui: non ho cuore di sparare a zero sul mio Paese.
    Il vero problema non è solo politico: è socio-generazionale.
    La mia generazione è al 50% senza veri valori, educazione e cultura (non esagero). Quella successiva è malinconicamente peggiore.
    Come risolvere questa stasi?! Se avessi una risposta sarei "dio", oppure uno di quei blogger che si credono "dio".
    Qualcosa deve essere fatto:
    figure come Gandhi, M.L. King, San Suu Kyi, Mandela hanno dimostrato che persone oneste con idee oneste possono cambiare il mondo molto più degli AK47 e degli Abrams.
    Muoviamo piccoli passi verso un'Italia che non mi faccia vergognare quando devo lasciarla: non chiedo la Luna.
    Penso che siano in tanti a pensarla come me...
    "What better place than Here
    What better time than Now"

    P.S. Andrea è un secolo che non ci vediamo, spero che vada tutto bene.

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Buon Natale :-)