mercoledì 30 aprile 2008

E io che pensavo che la dichiarazione dei redditi fosse una cosa privata tra me e lo stato

Avete presente il 730? Si tratta di quel documento/dichiarazione attraverso il quale io, contribuente, comunico allo stato (e quindi al fisco) quanto ho guadagnato in un determinato anno.

Per tradizione piuttosto consolidata nel tempo, ho sempre presentato la mia dichiarazione dei redditi tramite il CAF dell'Acli. Non per un motivo particolare, ma per una semplice questione di comodità, essendo un loro ufficio poco distante da casa.

C'è un qualcosa di, non so come dire, intimo, mistico quasi nel presentare la dichiarazione dei redditi. Ci si mette in fila nella sala d'aspetto in attesa del proprio turno e poi si entra nell'ufficio. L'impiegata chiude la porta in modo che quello che ci si dice non esca dalla stanza e comincia il rito: presentazione della documentazione, domande varie riguardanti familiari a carico, spese sostenute detraibili, destinazione dell'8 x 1000, del 5 x 1000 eccetera eccetera. Insomma, il tutto mi ricorda un po' quando da piccolo andavo dal prete a confessarmi. Una cosa privata tra me e lui (e quello un po' più in alto ^^).

Beh, per adesso il Garante della Privacy ha bloccato tutto, ma per buona parte della giornata di oggi tutto questo non è esistito più. L'ultimo brandello di privacy rimasta è stato infatti sacrificato sull'altare di un presunta, e per certi versi aberrante, forma di "fisco spettacolo". In un'epoca, quella attuale, in cui tutto viene sviscerato, sezionato e dato in pasto alla morbosità del pubblico, poteva mancare la dichiarazione dei redditi? Si poteva negare al mio vicino di casa il piacere di venire a sapere quanto ho dichiarato nel 2005? No, non si poteva. E il fatto che per tutto il tempo in cui gli elenchi sono rimasti online il server che ospita sito dell'agenzia delle entrate sia saltato a causa dell'intensa mole di traffico, mi pare la dica lunga a proposito della morbosità di cui parlavo prima.

Ora, come dicevo, il Garante ha bloccato tutto. Infatti il sito è di nuovo raggiungibile e in home page campeggia un pdf con due righe di spiegazione che più o meno lasciano il tempo che trovano. E in più una certezza: la privacy è morta.

10 commenti:

  1. Andrea@ "Si poteva negare al mio vicino di casa il piacere di venire a sapere quanto ho dichiarato nel 2005? No, non si poteva. E il fatto che per tutto il tempo in cui gli elenchi sono rimasti online il server che ospita sito dell'agenzia delle entrate sia saltato a causa dell'intensa mole di traffico, mi pare la dica lunga a proposito della morbosità di cui parlavo prima".

    Concordo in pieno. Questo è il nucleo della questione.
    La cosa sconcertante è che qualcuno ti risponde così: se non hai niente da nascondere, non ti fai problemi.
    Cosa c'entra il diritto alla privacy con la volontà di nascondere chissà cosa? Ma perché devo condividere con tutti, anche con i miei nemici, i dati precisi del mio reddito? Ma stiamo scherzando? Io dichiaro il mio reddito, se mi va, solo a chi mi pare e alle persone di cui mi fido.

    Ho scritto anch'io un post a riguardo. Spero che il nuovo ministro dell'Economia cancelli definitivamente quest'obbrobrio.
    Non ho parole.

    RispondiElimina
  2. Credo che la denuncia dei redditi vada presentata anche al comune,che su richiesta di qualsiasi cittadino dovrebbe essere visionabile.
    Come le pubbliche amministrazioni dovrebbero avere i loro bilanci online.
    Poi che per la tessera del supermercato mi facciano firmare per la privacy,è un altro discorso,siamo in italia...il paese del paradosso.


    Ciao
    Maurizio

    San Leo

    RispondiElimina
  3. > Spero che il nuovo ministro dell'Economia cancelli definitivamente quest'obbrobrio.

    Mah... in genere sono tutti piuttosto veloci quando si tratta di fare leggi liberticide (tipo quella imbavaglia-giornalisti attualmente in esame) a loro tutela. Per quanto riguarda noi, invece, non c'è fretta.

    Vedremo.

    > Credo che la denuncia dei redditi vada presentata anche al comune,che su richiesta di qualsiasi cittadino dovrebbe essere visionabile.

    Sì, anch'io ero al corrente di qualcosa del genere, ma non conosco di preciso i termini della questione. E comunque nulla toglie alla cretinata che ha fatto Visco.

    Ciao a tutti.

    RispondiElimina
  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  6. Mi permetto un'osservazione. Le denunce dei redditi sono visionabili presso i Comuni e le Agenzie delle Entrate. Tuttavia c'è molta differenza fra il recarsi fisicamente in Comune, mostrando la propria facia e la propria carta d'identità, e starsene invece comodamente seduti davanti a un Pc a spiare morbosamente e in pochi minuti i dati di tutti i propri conoscenti.

    E' evidente infatti che la curiosità morbosa non ci spinge a correre agli uffici comunali per reperire informazioni, fatto che richiede tempo e fatica, mentre invece questa stessa curiosità viene facilmente e immediatamente appagata in breve tempo e senza fatica sul web, dove oltretutto si può agire in maniera anonima, senza che qualcuno veda la nostra faccia.
    Allora cosa significa questo? Secondo me, è tutto molto semplice: si sperava di attuare un controllo sociale dal basso, o, detta in termini meno eleganti, lo scopo era proprio quello di spingere i cittadini alla facile delazione. Niente di più semplice così che mettere on line, cioè a disposizione immediata di chiunque, i redditi di tutti.

    Naturalmente, in questo modo, non si può ottenere altro che un incremento dell'invidia sociale e anche della calunnia, cioè delle spiate fatte per pura cattiveria. Il pettegolezzo e il risentimento elevati a Sistema.

    Saluti

    RispondiElimina
  7. > si sperava di attuare un controllo sociale dal basso, o, detta in termini meno eleganti, lo scopo era proprio quello di spingere i cittadini alla facile delazione

    Sì, sono anche io di questo parere. Anche perché, pure volendo, non si vedono altri motivi. Voglio dire, non è una cosa che ha in sé (almeno io non ne vedo) una qualche utilità. Ecco perché, a mio avviso, alla conclusione a cui sei giunta tu si giunge anche per eliminazione di altri possibili motivi.

    La mia speranza (che è anche un auspicio) è che questa storia cada subito nel dimenticatoio e non se parli più. Ma, come ho scritto anche nel mio post, qualche dubbio su questo ce l'ho.

    Ciao.

    RispondiElimina
  8. Infatti i tuoi dubbi sono fondati.
    I dati sono di nuovo disponibili su Emule grazie all'opera d'indefessi utenti internettiani, che hanno salvato i file. Di nuovo grazie Visco!

    RispondiElimina
  9. Fa piacere leggere qualcuno che la pensa come me. Il problema non è la pubblicazione in sè, ma la differenza fra degli elenchi liberamente consultabili in comune e la diffusione su internet (cosa che non avviene in nessun altro paese).

    La cosa più inquietante di questa faccenda è la reazione dei blog, che si sono schierati quasi tutti dalla parte del provvedimento, facendo finta di non capire questa semplice obiezione.

    Ben venga la trasparenza, ma se qualcuno vuole raccogliere informazioni riservate sul mio conto penso che come minimo si dovrebbe identificare. Altrimenti la trasparenza è a senso unico.

    RispondiElimina
  10. > La cosa più inquietante di questa faccenda è la reazione dei blog, che si sono schierati quasi tutti dalla parte del provvedimento

    Sì, la cosa ha sorpreso abbastanza anche me.

    Insomma, le dichiarazioni dei redditi sono a tutti gli effetti dati personali. Se ci si fa caso, oggi per ogni pretesto (contratti, sottoscrizioni, pure semplici installazioni di programmi nel pc) ci viene chiesto di firmare il consenso per il trattamento di tali dati.

    E per una cosa riservata come è appunto una dichiarazione dei redditi tutto questo all'improvviso non vale più?

    Mah...

    RispondiElimina

Tassi alcolemici

  Vorrei fare notare a Claudio Borghi, che incredibilmente è un senatore (leghista) della Repubblica, che bere mezzo litro di alcol non sign...