martedì 15 aprile 2008

Adesso Calderoli si ricorderà del "cartellino"?

Non ho intenzione, per ora, di commentare estensivamente l'esito della competizione elettorale. Anche perché già da ieri pomeriggio ci stanno propinando dirette su dirette sia in tv che in rete, e anche oggi i commenti si sprecano. Così, a caldo, la mia reazione è questa, ma dirò qualcosa di più quando si saranno calmate le acque (per adesso il primo pensiero che mi viene in mente è che purtroppo Montanelli si sbagliava).

Però mi è venuta in mente un'altra cosa. Avete presente, penso, Calderoli: quello del maialeday, del porcellum e di altre uscite e iniziative che l'hanno reso (tristemente) famoso. Ogni tanto (ma proprio tanto) qualcosa che condivido la dice anche lui. Il 21 marzo scorso, infatti, La Stampa riportava questa sua dichiarazione:
"La prossima legislatura pertanto dovrà essere quella del cambiamento: i due rami del Parlamento dovranno lavorare cinque giorni alla settimana con la possibile estensione del sabato e della domenica, ove necessario, e i parlamentari dovranno timbrare il cartellino all’entrata e all’uscita come fa un qualunque normale lavoratore: qualunque assenza rispetto alle presenze dettate dal calendario dovrà essere giustificata per malattia o per i normali permessi familiari, altrimenti dovrà essere decurtata una parte dello stipendio, perché questo è quello che capita a ogni lavoratore sia autonomo che dipendente." (fonte)
Queste parole, Calderoli le aveva dette a commento delle dichiarazioni di Napolitano in difesa dei politici, definiti "una corporazione di avidi fannulloni" da molte linguacce che girano in rete (e non solo).

Bene. Adesso che Calderoli è al governo, secondo voi se ne ricorderà ancora?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

questo articolo è stato scritto ieri
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In Italia il reato paga, e ti può portare in parlamento

Tracy Wilkinson, Los Angeles Times, April 13, 2008

Quando voteranno in questo weekend, gli italiani potranno scegliere fra una vasta gamma di condannati, oppure la solita ballerina a go-go della TV. Per non parlare di amici personali, parenti e in un caso anche del massaggiatore personale dei leader di partito che mettono insieme i loro possibili governi.

I reati in questo paese non ti impediscono di candidarti, né sembra necessario avere delle qualifiche effettive per farlo.
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ovviamente gli esisti erano ancora incerti ma da questo si può comprendere chiaramente quale sia il punto di vista di un giornalista democratico, di un giornale democratico in un Paese malgrado tutto democratico.

oggi pomeriggio andrò alla ricerca di altri articoli per vedere cosa ne pensa il mondo della fine della democrazia in Italia.
Ovviamente, a caldo, molti giornalisti si sono chiesti per quali motivo se in Germania o in Francia un politico passa con il rosso al semaforo deve dimettersi mentre in Italia se un politico è colluso con la mafia o parla bene della mafia o è pregiudicato fa i suoi comodi o vince le elezioni.

ora che la reputazione del nostro Paese all'estero è pari a zero, resta da vedere se anche il debito pubblico possa essere azzerato, di solito i regimi autoritari riescono in qualche modo a contenere il debito, a prezzo però di tutto il resto.

Andrea Sacchini ha detto...

> molti giornalisti si sono chiesti per quali motivo se in Germania o in Francia un politico passa con il rosso al semaforo deve dimettersi

Domanda da un milione di dollari.

p.s.
In Svezia si dimettono anche per molto meno.

Anonimo ha detto...

molti giornalisti si sono chiesti per quali motivo se in Germania o in
Francia un politico passa con il rosso al semaforo deve dimettersi mentre in
Italia se un politico è colluso con la mafia o parla bene della mafia o è
pregiudicato fa i suoi comodi o vince le elezioni


Beh la risposta e' presto detta. Partiamo dal fatto che abbiamo un'informazione malata e serva, per cui queste cose vengono taciute o minimizzate come se si trattasse della marachella della domenica mattin. Poi appena qualche magistrato inizia a fare onestamente il proprio lavoro si inveisce contro di lui parlando di giustizialismo toghe fasciste o toghe rosse (a seconda di chi viene indagato) e si tenta di delegittimare l'inchiesta. Se a questo unisci il fatto, ormai scientificamente dimostrato, che se per televisione dici 100 volte la stessa fesseria il telespettatore la prende per verita' allora capirai perche' ci troviamo in una situazione di sterco. E se proprio vogliamo continuare le televisioni in Italia sono in mano di un unico .... Vabbe'. Ci siamo capiti


Un saluto a tutti gli amici del blog

Gaetano

Andrea Sacchini ha detto...

> Vabbe'. Ci siamo capiti

Sì, direi (purtroppo) di sì. ;)

Ciao Gaetano.

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