sabato 8 dicembre 2007

Cercando di tenere il conto

Ieri sera, quando ho iniziato a scrivere questo post, il conteggio della giornata era fermo a 5: tre a Torino, e altri due a Cassino e in Irpinia. Naturalmente intendo il conteggio di quelli che solo nella giornata di ieri hanno lasciato la pelle sul posto di lavoro.

In occasione della festa del 1° maggio 2007 (che tra l'altro aveva come tema proprio le morti bianche), forse qualcuno ricorderà gli accorati appelli di Napolitano e di molti esponenti di governo contro questa piaga. Da Prodi a D'Alema, da Bertinotti a Epifani, tutti insieme, appassionatamente indignati, contro questo flagello (i cui risultati sono l'ennesima dimostrazione che i problemi non si risolvono con le pubbliche indignazioni e neppure coi minuti di silenzio dalla Scala, dove un biglietto costa come un mese di stipendio di quelli che sono morti).

Ma c'è un pensiero che mi frulla in testa ogni volta che si sente parlare di morti bianche: i morti sul lavoro fanno parte del sistema? Cioè, è un prezzo ineluttabile da pagare a un sistema basato sul capitalismo e lo sfruttamento (sfruttamento inteso nel senso "buono" del termine) di forza lavoro? E' una componente "fisiologica"? Oppure c'è qualcos'altro?

Nel 2006 i deceduti sul lavoro sono stati 1302, e il trend per quest'anno non sembra suscettibile di grosse variazioni (siamo a 980). Insomma, grosso modo quasi 1200 morti all'anno (conteggio per difetto), li dobbiamo mettere in conto. Così come dobbiamo mettere in conto che (tanto per cambiare) siamo il paese che in Europa da questo punto di vista è messo peggio (basta dare un'occhiata a questa tabella relativa al 2004).

Adesso, per i fatti dell'acciaieria di Torino, la prassi sarà la solita: le inchieste, le indagini e i funerali - sotto l'occhio vigile dei tg - degli sfortunati operai; verrà quindi sicuramente alla luce più di una carenza in fatto di sicurezza (ci sono già varie testimonianze); alla fine qualche responsabile verrà condannato a un paio d'anni (condonati con l'indulto) e tutto finirà lì.

Almeno fino alla "disgrazia" successiva.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Vergogna,vergogna,vergogna,

Quando facevo il rappresentante per la sicurezza all'Alfa gru di Novafeltria,ho fatto cambiare tutti gli estintori e le bocchette antincendio ai vigili del fuoco.

L'ingegnere è ancora incazzato con me per le spese...

Quando i pompieri sono venuti a controllare,volevano portare i vecchi estintori nel loro MUSEO.

Maurizio

Andrea Sacchini ha detto...

Grazie Maurizio per questa testimonianza, che sicuramente contribuisce a dimostrare come la sicurezza, spesso (forse troppo spesso), venga vista come una spesa e fardello inutile.

E le conseguenze purtroppo sono note.

Ciao.

Anonimo ha detto...

lo puoi dire, si buttano milioni di euri per pagare manager che non fanno un Ca...
e si gioca sulla vita degli operai.

Per 1000 euri al mese!!

Io personalmente se una cosa che devo fare è pericolosa o va contro il minimo BUONSENSO

NON LA FACCIO.

Maurizio

Sbronzo di Riace ha detto...

in Germania non sarebbe successo, le leggi sono severe e vengono fatte rispettare.
Inoltre dubito che i sindacati tedeschi permetterebbero turni di 12 ore.
Però quando un'azienda straniera viene in Italia di adegua all'andazzo italiano e dimentica le buone abitudine che ha in patria.

Andrea Sacchini ha detto...

> Però quando un'azienda straniera viene in Italia di adegua all'andazzo italiano e dimentica le buone abitudine che ha in patria.

Eh, certo, sa che da noi sostanzialmente può stare tranquilla:

"Viene da chiedersi: ma non c’è controllo sui luoghi di lavoro? Dal 1982, dopo la legge di riforma sanitaria, il controllo è stato delegato alle regioni che lo esercitano tramite le Asl (Ministero della salute) d’intesa con gl’ ispettori del lavoro (Ministero del lavoro). Tra i due ministeri esiste uno scarsissimo coordinamento. A carico delle regioni incombeva l’onere di fare la legge che doveva dar vita ai Servizi per la tutela della salute nei luoghi di lavoro. In generale i controlli funzionano meglio nelle regioni del nord, Emilia Romagna e Toscana in testa, meno bene al sud. La Sicilia, per esempio, non ha neanche fatto la legge istitutiva dei servizi. Così gli ispettori del lavoro e le Asl fanno controlli ciascuno per conto proprio, senza coordinamento e scarsa efficacia." (fonte).

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