mercoledì 6 giugno 2007

Chi se ne frega del clima?

Ormai tutti parlano dei cambiamenti climatici e di quello che ci aspetta se quello che (erroneamente) si ritiene essere l'animale più intelligente del pianeta non si deciderà a cambiare seriamente il suo stile di vita.

All'inizio ci poteva essere il sospetto, o quantomeno il sentore, che molti degli appelli e degli allarmi riguardo le catastrofi climatiche che ci aspettano potessero essere in parte esagerati, oppure frutto di malafede. Ma adesso non più. E' vero che anche in ere precedenti, quando la civiltà degli idrocarburi ancora non c'era, si sono verificati aumenti di anidride carbonica nell'atmosfera dai quali la natura ha saputo difendersi, ma oggi sono troppi i rapporti pubblicati da studiosi e organismi scientifici che dicono che se andiamo avanti così, fra qualche decennio ci sarà poco da stare allegri.

In questi giorni si sta tenendo a Heiligendamm, in Germania, il G8, il vertice dei paesi più industrializzati. Uno dei temi che la Merkel, la padrona di casa, aveva messo al centro di questo summit, riguardava proprio la volontà di cercare un'intesa coi capi di stato degli altri paesi che permettesse di mettere nero su bianco alcune iniziative concrete per cercare di limitare l'aumento del riscaldamento globale.

I buoni propositi di Angela, però, si sono presto rivelati una pia illusione. Jim Connaughton, responsabile per il clima dell'amministrazione Bush, ha infatti affermato che nel documento finale non verrà inserito nessun tipo di accordo comune in questo senso. In pratica, se non fosse chiaro, questa è l'ennesima dimostrazione che della salute del nostro pianeta non gliene frega niente a nessuno. Tutti impegnati a parlare di scudi spaziali e riacutizzazione di vecchi attriti tra Stati Uniti e Russia (oggi due facce della stessa medaglia). Qualche milionata di euro all'Africa (tbc aids e malaria) per avere un pò la coscienza in pace, e via, tutti a pranzo.

D'altra parte la storia insegna che da questi vertici e summit non è mai venuto niente di buono per quanto riguarda la salvaguardia del nostro pianeta. E poi, scusate, Bush è o no un petroliere? Come si può pretendere che avalli dei provvedimenti di questo tipo? La dimostrazione l'abbiamo avuta già nel 1997, anno della sottoscrizione del Protocollo di kyoto. In quell'occasione Clinton, allora presidente USA alla fine del suo mandato, firmò il trattato, firma che venne poi ritirata dallo stesso Bush non appena subentrato a Clinton.

Adesso aspettiamo che questi qui, appena hanno finito di giocare ai soldatini sulle nostre teste, ci dicano cosa hanno intenzione di fare.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Forse qualcosa si sta muovendo, come da notizia Ansa .
Al di là dell'entusiasmo della Merkel e di Barroso, mi piacerebbe capire in quale senso gli Usa intendono "prendere seriamente in considerazione" la decisione di Germania, Francia, Italia, Canada e Giappone di ridurre del 50% i gas nocivi entro il 2050 rispetto ai livelli odierni e, soprattutto, conoscendo un certo paese di nome Italia, come pensano i nostri governanti di rispettare quanto firmato.
Ciao!
BigFab

Andrea Sacchini ha detto...

Mah, il tutto mi pare - come giustamente evidenziato dal Corriere - una specie di "escamotage" per non scontentare nessuno, ma che a livello pratico sortisce ben pochi effetti.

Staremo a vedere.

Anonimo ha detto...

Cito dal Corriere:
< Il premier italiano Romano Prodi si è detto comunque soddisfatto per l'intesa raggiunta. «Abbiamo trovato un buon compromesso sul clima - ha detto il presidente del Consiglio -, con un documento che si impegna ad assumere un’azione forte e rapida per contrastare i cambiamenti climatici e stabilizzare la concentrazione dei gas serra a un livello che dovrebbe prevenire interferenze pericolose per la salute dell’uomo e del clima» >

Anche Prodi dice che si tratta di un compromesso, d'altronde non potrebbe essere altrimenti. Peccato che poi parli di <un’azione forte e rapida> : da qui al 2050 ci passano "solo" 43 anni!!!
Pensandoci bene però, forse Prodi ha ragione: con la tempistica della politica italiana, 43 anni si può considerare un tempo "rapido" !!!
;)
Ciao. BigFab.

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