L'anno che si è chiuso ieri ha visto la scomparsa di Silvio Berlusconi. Lui se n'è andato, ma la cultura del berlusconismo che ha lasciato in eredità ce la porteremo dietro per anni, forse per sempre. Un buon modo per iniziare l'anno potrebbe essere quello di prendere coscienza del nocumento prodotto da questa cultura e cominciare a lavorare per estirparla.
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Le istituzioni dovrebbero riconquistare la fiducia da parte del popolo, attraverso concrete dimostrazioni di onestà e senza i soliti teatrini di promesse elettorali puntualmente disattese.
RispondiEliminaPoi avrebbe le basi per riprendere il controllo di tutto quanto Berlusconi e dintorni hanno privatizzato: non voglio il mercato libero, voglio la presa di corrente pubblica così come la fontanella di acqua potabile, voglio libri di testo gratuiti nella scuola dell'obbligo, voglio l'abolizione delle accise sui carburanti e della caccia, e che possano essere eletti esclusivamente candidati dalla fedina penale pulita.
Il discorso è un po' complesso. Le istituzioni non possono riconquistare la fiducia del popolo, perché incarnano il popolo. Ti cito un passaggio da un libro di Dario Fabbri.
RispondiEliminaStatisti e amministratori sono l'inequivocabile prole della società di provenienza, di cui condividono capacità e miserie. Ogni nazione dispone della classe dirigente che merita, semplicemente perché l'ha creata. Sono da ritenersi impossibili i demagogici resoconti di comunità mortificate dall'inettitudine dei governanti. L'Italia non avrà mai una classe dirigente finlandese o paraguaiana, avrà sempre un ceto "italiano", assunto tanto banale quanto decisivo. Né è possibile, in assenza di un concreto mutamento della dimensione antropologica, rovesciare la sorte di un popolo importando dirigenti dall'estero, sebbene nei secoli sovrani e principi abbiamo peeseguito tale escamotage.
In altre parole, non è il popolo a essere "vittima" della classe dirigente, ma la classe dirigente viene creata dal popolo. Berlusconi non ha governato vent'anni perché è un dittatore, ma perché è stato votato da milioni e milioni di persone e ha goduto di un consenso diffuso anche se non generalizzato. Possiamo fare tutto i discorsi che vogliamo, ma finché non cambiamo noi, neppure la classe dirigente cambierà mai.
Infatti, se è stato possibile ciò di cui ancora ci stupiamo, ossia il passaggio da TV spazzatura a paese spazzatura, è perchè l'italica spazzatura stava già covando sotto bell'e pronta, c'è davvero poco di cui stupirsi.
RispondiElimina(Lombardi Vallauri mi è sempre piaciuto, dai tempi in cui teneva delle originali trasmissioni su Radio3)
Io l'ho scoperto da poco ma piace molto anche a me. E ovviamente mi sono iscritto al suo canale YouTube :-)
RispondiEliminaIl problema è che molti elettori non sono nemmeno consapevoli di chi vanno a votare, cosa stanno alimentando dando una certa preferenza... Per questo trovo inutili le varie tribune politiche, i programmi di Santoro e pseudo-Ballarò: perché quando emerge del marcio, tutto prosegue lo stesso indisturbato, perché vige il motto all'italiana: "Ha fatto anche cose buone..." E no, letteralmente questo significa che hai fatto soprattutto cose cattive, ma questo l'elettore medio fa finta di non capirlo... Sostengo che faccia finta perché l'elettore medio ora è istruito e ha/avrebbe il dovere di informarsi nell'interesse della sua prole, prima di mettere una X su un simbolo.
RispondiEliminaAnch'io ho seguito Edoardo Lombardi Vallauri e credo mi iscriverò anch'io al suo canale YT. Grazie Andrea.
RispondiEliminaBuon 2024! Ciao.
Grazie a te, Sari. Ciao e buon anno :-)
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