domenica 7 gennaio 2024

Non vediamo

Il numero di vittime a Gaza è arrivato a 22.700, di cui 20.000 sono civili, per gran parte donne e bambini. Secondo l'Onu non esiste un solo luogo in tutta Gaza che si possa definire sicuro. 

Quello che sta facendo Israele, in risposta all'orribile e vigliacco attentato di Hamas del 7 ottobre, è qualcosa che non c'entra più niente col diritto di difendersi e neppure coi pur detestabili concetti di vendetta o rappresaglia. Va chiamato col suo nome: pulizia etnica. 

Se tu bombardi villaggi, ospedali, scuole, campi profughi; se dai indicazioni alla popolazione civile circa le zone "sicure" in cui radunarsi e poi bombardi quelle stesse zone con ordigni bellici di 900 kg di provenienza americana, stai facendo qualcosa che non c'entra niente col diritto di difendersi. Stai facendo pulizia etnica.

Se bombardi un ospedale con la scusa che al suo interno potrebbero nascondersi esponenti di Hamas, stai compiendo un atto che non ha giustificazione sotto nessun punto di vista, allo stesso modo in cui non avrebbe giustificazione bombardare un ospedale qua in Italia se si avesse il sospetto che vi fossero rifugiati assassini o criminali.

Quando in futuro gli storici analizzeranno la nostra storia e si chiederanno come sia stato possibile che una popolazione venisse massacrata e cancellata nell'indifferenza generale, beh, qualcuno potrà dire di non essere rimasto indifferente, compreso tra gli altri il giornalista Raffaele Oriani, dimessosi dopo 12 anni da Repubblica in aperta opposizione al modo vergognoso in cui il giornale (non) racconta ciò che succede a Gaza.

4 commenti:

  1. La cosa orrenda è che mai chi ha subito ingiustizie e violenze folli, dovrebbe essere capace di reiterarle.

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  2. Un sempre più raro, residuo esemplare di giornalista con la schiena dritta.

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  3. Ecco perché in occasione delle recenti festività spesso ho risposto agli auguri con "Non c'è un bel niente da festeggiare, se qualcuno sta ammazzando qualcun altro nell'indifferenza generale!"
    "Ci sono sempre continuamente guerre." è stata una delle risposte... Quindi viviamo in rassegnazione, mors tua vita mea. Sempre più schifato della specie umana, spero in una prossima pandemia fulminante che ci decimi come meritiamo.

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  4. Condivido al 100%

    "Niente da fare, non ci riesce proprio.

    Parole di fuoco contro la Russia, parole di fuoco contro l'attacco del 7 ottobre. Arriva il momento di tirare in ballo Israele e fa capire che la reazione, sì, un tantino "spropositata", è stata solo una conseguenza. Nessuna menzione per un'occupazione che dura da oltre un cinquantennio. Chi non conosce la storia (purtroppo sono in tanti) e ha ascoltato Mattarella qualche secondo fa, è convinto che in Palestina tutto sia iniziato il 7 ottobre 2023 e che la causa di tutto ciò che sta succedendo sia solo e soltanto l'attacco di Hamas.

    Non ce l'ha fatta nemmeno stavolta a dire questa semplice frase:

    "A fronte di 30.034 vittime Palestinesi, di cui 11.833 bambini e 6.009 donne; 1.920.000 sfollati, 58.313 feriti, 104 giornalisti uccisi, 67.214 case completamente distrutte e 178.600 gravemente danneggiate in soli 85 giorni, dopo decenni di occupazione condannata da centinaia di risoluzioni adottate dalle Nazioni Unite, come Presidente della Repubblica Italiana, seguendo quanto recita la Costituzione di cui ne sono garante, condanno senza riserve ciò che sta facendo il Governo Israeliano. L' Italia è dalla parte degli oppressi, è dalla parte del diritto internazionale pertanto non ci può essere nessuna equidistanza."

    Sono riuscito a vedere e ad ascoltare solo il primo minuto. Quello che ha detto dopo per ma vale meno di zero...

    Giunga un abbraccio al Popolo Palestinese.
    L' Italia, quella libera e coraggiosa è con voi. Che il 2024 possa portarvi quello che meritate, nonché la libertà che da decenni vi viene sottratta!"

    Giuseppe Salamone

    Blogger e attivista.

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