sabato 13 maggio 2023

Il papa e la signora (col cane)

A me è sempre stato simpatico Papa Francesco, una delle poche voci mediaticamente autorevoli che ancora dice cose di sinistra. Vorrei però fargli presente che se ci sono tanti bambini che hanno fame, gli animali domestici, cani o gatti che siano, non c'entrano niente. C'entrano semmai altre cose. 

Solo per dirne una: se tutte le colture e i terreni che nel mondo vengono utilizzati per nutrire gli animali degli allevamenti intensivi fossero utilizzati per nutrire chi ha fame, avremmo risolto il problema della fame nel mondo. E qui non c'entrano niente gli animali domestici, c'entra l'uomo.

7 commenti:

  1. Ben detto. Per non parlare dei quasi 1.500 litri di acqua necessari per produrre un etto di carne rossa, contro i 100 necessari per un etto di fagioli, che hanno in medesimo apporto proteico ma sono privi di colesterolo, più ricchi di fibre, calcio, ferro e magnesio... e costano pure meno (il 15% rispetto alla carne rossa).

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    1. La carne rossa è il male, sia dal punto di vista del cambiamento climatico e sia dal punto di vista del modo in cui vengono tenuti gli animali negli allevamenti intensivi.

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  2. E poi la gente va a farsi benedire con naturalezza di tutto perché certe abitudini le tollera proprio la Chiesa, spesso mettendo su appositi stand dove portare dall'auto al cardellino..

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  3. Vero. Ricordo che quand'ero ragazzo e frequentavo la parrocchia era prassi, ad esempio, fare benedire l'automobile appena acquistata.

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  4. Off topic: Ciao, Andrea. Come va, oggi, con il maltempo? So che Rimini è in seria difficoltà e in Romagna la situazione è molto difficile.

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    1. Ciao Romina. Dove abito io ce la siamo cavata (per ora) con un po' di campi allagati; il resto della Romagna, entroterra e costa, è devastato così come si vede dai telegiornali.
      Spero che là da te vada meglio.
      Ciao.

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  5. Io credo che le parole del Santo Padre vadano intese come incitazione ad evitare esagerazioni ridicole riguardo agli animali (cosa che purtroppo si vede spesso oggidì), considerandoli pari ai figli, non già come esortazione a non amarli o autorizzazione a mancar loro di rispetto.

    Un animale domestico è una creatura divina affidata ai suoi padroni, i quali nel momento in cui decidono di tenerlo con loro accettano la responsabilità e il dovere – che è anche un dono – di custodirlo, amarlo e prendersene cura; ma questo non significa che vada custodito come se fosse un essere umano, e non per cattiveria nei suoi confronti, ma perché vìola la sua stessa natura. Un cane possiede quattro zampe che gli permettono di muoversi: portarlo in giro nel passeggino è inutile e dannoso per lui. Ha il pelo per difendersi dal freddo: mettergli addosso un cappottino non serve a niente. Fargli bere la granita con la cannuccia (l’ho visto fare) non solo è inopportuno, ma gli fa pure malissimo. Chiamarlo «Mialma» (che significa «Anima mia») non ha senso ed è inaccettabile.

    Il Papa intendeva stigmatizzare questi eccessi, non certo criticare chi si prende cura d’un animale domestico.

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