domenica 11 luglio 2021

Le avventure della libertà

 


Ho appena terminato questo interessantissimo saggio, una raccolta di scritti di Giulio Giorello pubblicati su "la Lettura" in un arco di tempo che va dal 2011 all'anno scorso, quando se n'è andato. Del noto filosofo e matematico milanese avevo letto, un paio d'anni fa, Di nessuna chiesa. La libertà del laico, un'opera pubblicata nel 2005 che è un po' il suo manifesto. Non si tratta di un banale pamphlet anticlericale, come potrebbe a una prima lettura sembrare, ma di una pacata difesa del relativismo filosofico e delle acquisizioni scientifiche, all'epoca sotto attacco in nome dei "valori non negoziabili" e del creazionismo antidarwinista camuffato da "disegno intelligente". Scrive a tal proposito Antonio Carioti, curatore del volume: "Lungi dal negare la dimensione spirituale dell'esistenza umana, come dimostra la sua amichevole consonanza con il filosofo cattolico Dario Antiseri e con il cardinale Carlo Maria Martini, Giorello ne avversava solo l'irrigidimento nel dogma. Quindi non disprezzava affatto il sacro, i testi biblici, le credenze tradizionali, i saperi arcaici." Per Giorello, essere di nessuna Chiesa significava tollerare ogni Chiesa, riconoscendone il diritto all'espressione anche nel libero atto di prenderne le distanze.

Gli scritti raccolti in questo volume sono acute dissertazioni e pensieri che abbracciano ogni tema e problema che la società odierna, oggi, mette sul tavolo: politica, economia, scienza, religione, ricerca, storia, senso della vita, vita, morte ecc. Perché è stimolante leggere i filosofi? Perché i filosofi sono persone che pensano, ragionano, e quindi costringono chi li legge a fare lo stessa cosa. A differenza dei politici, che vivono di slogan quasi sempre privi di un ragionamento retrostante, i filosofi vivono di ragionamenti che, per converso, sono privi di slogan retrostanti. Il fatto che, come scriveva Ermanno Benivenga nel bellissimo La scomparsa del pensiero (ne avevo parlato qui), oggi la società abbia per gran parte perso la capacità di pensare, è uno dei motivi per cui i filosofi non hanno ormai nessun successo mentre i politici godono di ottima salute.

2 commenti:

Luigi ha detto...

A proposito di slogan mi viene in mente Prima gli italiani, stop invasione e cose simili.

Andrea Sacchini ha detto...

Beh, lui non fa testo, sugli slogan ha costruito una carriera politica intera. Ma non solo lui.

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