mercoledì 3 marzo 2021

Sogni

Stanotte ho fatto un sogno curioso - un eufemismo, questo, dal momento che i sogni sono il teatro della nostra follia, come dice Galimberti -, un sogno che si situa in una via di mezzo tra il tragico e il comico. Ne ho ricordi frammentari e confusi, come accade sovente con le attività oniriche, ma grosso modo i fatti sono questi. 

Un grosso camion che trasporta ghiaia (ma poteva essere anche sabbia), mentre fa una curva investe inavvertitamente una persona in bicicletta che gli sta a fianco. La persona rimane uccisa. Attorno alla scena della tragedia si raduna un capannello di persone mentre in lontananza si comincia a sentire la sirena della (ormai inutile) ambulanza in arrivo. Il camionista, riavutosi un po' dal trauma dell'incidente, risale sul mezzo e aziona il comando per sollevare il cassone e scaricare la sabbia, ricoprendo interamente il cadavere. Una delle persone curiose radunatesi lì attorno gli chiede il motivo del gesto e lui risponde: "Ormai è morto, tanto vale seppellirlo." Io, esterrefatto, osservo tutta la scena dalla finestra di un palazzo che dà sulla strada. Fine del sogno, o almeno della parte che ricordo.

Ho provato a fare alcuni collegamenti. Il fatto che io sia alla finestra di un palazzo si potrebbe collegare al romanzo di Stephen King che sto leggendo in questi giorni: 22.11.63. È un romanzo dove si narra di un insegnante di letteratura inglese che, attraverso una porta temporale (la "buca del coniglio"), scoperta per caso da un suo amico, torna indietro nel tempo e cerca di impedire l'omicidio di John Fitzgerald Kennedy. Come è noto, Kennedy fu ucciso a Dallas da un ex marine, Lee Harvey Oswald, che sparò sul corteo presidenziale da una finestra di un deposito di libri che dava sulla strada. Nel libro, questo edificio è descritto in maniera abbastanza accurata.

Il camion... non saprei. Potrei collegarlo al fatto che la mia casa si affaccia sulla Santarcangiolese, una strada piuttosto trafficata con buona parte del traffico composto da mezzi pesanti. Tra l'altro, nelle zone qua attorno ci sono parecchie cave di ghiaia e sabbia e di camion che trasportano questi materiali inerti mi capita spesso di vederne passare. 

Rimane la bicicletta, e qui la cosa si fa un po' inquietante, perché giusto qualche giorno fa, invogliato dall'arrivo di temperature tipicamente primaverili, ho tirato fuori dal suo letargo invernale in garage la mia bicicletta, con la quale vado al lavoro nel periodo da aprile a novembre e che uso per fare dei bei giri nei pomeriggi in cui non lavoro. Alla luce di quanto sognato, e fatti gli ipotetici collegamenti, credo che rimetterò la bici in garage per un altro po'.

8 commenti:

siu ha detto...

Magari invece il tuo... subconscio onirico ti allertava non azzeccando però l'obiettivo, visto che stamattina alle 9 c'è stato un terremoto in zona Santarcangelo: da quando si è verificato quello ahimé forte in Croazia che mi ha fatto ballare la casa tengo d'occhio questo sito http://terremoti.ingv.it/ e infatti stamattina presto ce n'è di nuovo stato uno abbastanza forte perchè lo sentissi.

Andrea Sacchini ha detto...

Perbacco, sai che non ho sentito nulla? Meglio così, va'...

giorgio giorgi ha detto...

Mah guarda, se tu sei una persona che tende a colpevolizzarsi eccessivamente delle conseguenze delle tue azioni, il sogno, interpretato simbolicamente, potrebbe avere un senso compensatorio, come a dire che devi essere un po' meno colpevolizzante nei confronti di te stesso, quindi non che devi diventare come il camionista, che mi sembra un po' esagerato nel far finta di niente e voler coprire il danno che ha fatto, ma insomma miscelare un po' il camionista e il tuo eccesso di autocolpevolizzazione.
In ogni caso fai molta attenzione ad andare in bici per strada. Qui da me è successo poco tempo fa un fatto analogo a quello del tuo sogno.

andrea ha detto...

Pensa che ho un incubo ricorrente che mi segue, con qualche modifica, fin da bambino...

Andrea Sacchini ha detto...

Sinceramente, non ho mai riflettuto a fondo sulle parti del mio carattere relative a eventuali eccessi di autocolpevolizzazione. Ci penserò.
Per quanto riguarda la bicicletta, quando pedalo in genere sto attento, non tengo neppure gli auricolari nelle orecchie (quelli li uso quando cammino), e finora mi è sempre andata bene.
Speriamo continui così.

Andrea Sacchini ha detto...

Io, invece, di incubi non ne ricordo e non ne faccio mai, nonostante sia un forte lettore di King e altri scrittori di quel genere.

kermitilrospo ha detto...

Ma non scherziamo, tira fuori subito quella bici dal garage !!!

Andrea Sacchini ha detto...

Agli ordini! :-)

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