mercoledì 31 marzo 2021

Anonimato

Le osservazioni di un commentatore anonimo a un mio post di qualche giorno fa sono più che logiche e, da un certo punto di vista, anche banali. Che differenza corre, infatti, tra un commentatore anonimo e un commentatore che si firma, che ne so?, Carciofino39? Nessuna. Dietro a entrambi può infatti celarsi chiunque. Diverso è il discorso per chi commenta in modo che sia possibile risalire con buona dose di sicurezza alla sua identità. 

Commentatori a parte, anche per tantissimi blogger vale lo stesso discorso: c'è chi si palesa chiaramente col suo nome e cognome, magari con tanto di foto e dati personali consultabili, e chi si nasconde dietro a uno pseudonimo occultando con certosino impegno qualsiasi informazione personale. Tutte e due le scelte mi sembrano legittime. In fondo Internet consente di percorrere entrambe le strade, quindi non vedo il motivo per cui non si possa scegliere quella che si preferisce.

Da quando, ormai quindici anni fa, ho aperto questo blog, la mia foto è sempre stata visibile lassù in alto, così come il mio nome e cognome e alcuni dati personali, compreso il nome del paese in cui abito. Non è stata una decisione, questa, presa dopo lunghe riflessioni e amletici dubbi, ma è venuta naturale. Ho pensato che mi chiamo Andrea Sacchini e la penso così e così. È stato un po' come voler mettere la faccia nelle cose che scrivo su queste pagine, tutto qua. Ciò non toglie che non abbiano uguale valore e dignità i pensieri di chi, per motivi suoi, preferisce celare il proprio spazio web dietro a pseudonimi. 

In fondo, se ci pensate, anche Andrea Sacchini potrebbe essere uno pseudonimo, quella foto potrebbe non essere mia e Poggio Torriana potrebbe essere un paese lontano centinaia di chilometri da quello in cui realmente risiedo. Questo perché la rete è strutturata in modo che la garanzia di identità non esiste, e quindi si va un po' sulla fiducia. Questo è anche il motivo per cui, generalmente, qui tengo aperti anche i commenti anonimi. Perché, in fondo, sono tutti potenzialmente anonimi, compresi quelli che sembrano condurre a un'identità precisa. A me non interessa come si firma chi commenta, a me interessa che chi commenta lo faccia in maniera educata e civile, come faccio io ogni volta che commento post su altri blog. 

Per quanto riguarda il gravissimo problema dell'"uniformità di opinioni" in questo blog, uniformità che non garba al mio anonimo commentatore, non so cosa rispondere, né se valga la pena rispondere. Le mie opinioni, specie sui temi che a me stanno maggiormente a cuore, sono sempre state per la maggior parte abbastanza coerenti nel corso degli anni. Certo, alcune le ho cambiate o modificate, come penso sia naturale (a cinquant'anni è normale che si ragioni in maniera diversa di quando se ne hanno venti o trenta), ma quelle fondamentali sono rimaste uguali, e se chi mi legge abitualmente le condivide, non vedo cosa io possa farci. Oltretutto, mi sembra che sia normale il fatto che attorno a un blog con una certa linea e una certa visione si polarizzino opinioni in linea coi suoi contenuti. In genere non censuro chi la pensa diversamente, censuro i maleducati. Se uno ad esempio viene qua a dirmi - restando al post in questione - che è contro l'eutanasia e mi spiega perché, allo stesso modo in cui io nel mio post spiego perché sono favorevole, è il benvenuto, purché, ripeto, lo faccia in maniera civile ed educata. In fondo non mi sembra di chiedere molto, no?

32 commenti:

  1. Quoto tutto, tranne sugli anonimi che infatti non hanno accesso da me, è vero che basta un'iscrizione su Google a garantire accessi ed anche anonimato, ma almeno "costringo" chi volesse intervenire ad un passo in più. Come te ho sempre messo nome e informazioni sul mio blog. Lo ritengo imprescindibile, quando scegli un modo per raccontarti e rapportarti. Mi è sempre sembrato il minimo indispensabile. ;)

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    1. Quindi siamo sicuri che tu sei veramente Franco Battaglia, giusto? :-)

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  2. Non credo che le due strade di cui parli, anonimato e palesamento della propria persona in rete, siano equiparabili. Secondo me, in genere, le parole scritte da chi si palesa hanno un "peso" diverso. D'altronde il fenomeno dei "leoni da tastiera" ha preso piede proprio e principalmente a causa della possibilità di NON rendere pubblici i propri dati. Conosco, e non frequento più, dei blog in cui con nomi fittizi si stroncano in malomodo fumetti e altro. Ho parlato con alcune delle persone dietro questi blog e le loro motivazioni per non far sapere le loro identità mi sono sembrate risibili e censurabili (un esempio: "non voglio che al lavoro sappiano che leggo i fumetti". Giuro). Probabilmente se firmassero i loro pezzi con nome e cognome il tenore sarebbe ben diverso. Non voglio dire che chiunque non si firmi con nome e cognome non sia credibile, non sto assolutamente dicendo questo, non lo penso (mi vengono in mente molti blog "anonimi" o semi-tali che seguo con piacere e sulla cui sincerità metto la mano sul fuoco), però insisto sul concetto che il "peso" tra la firma e il nick è diverso.
    Un saluto.

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    1. Sono parzialmente d'accordo con te. Ma ci sono casi in cui ritengo sia più che lecito scegliere di non svelarsi. Ci sono blogger, ad esempio, che aprono un loro blog per parlare di una grave malattia che li ha colpiti e che stanno combattendo, e lo fanno per confrontarsi con altri che hanno o hanno avuto lo stesso problema. In questi casi trovo perfettamente legittimo che uno decida di usare uno pseudonimo.
      Tuttavia, in generale, rimango dell'idea che il "peso" dei concetti espressi sia determinato dalla loro valenza epistemologica piuttosto che dalla firma.
      Ciao Orlando, un saluto.

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    2. Assolutamente d'accordo, non ci avevo pensato. Inoltre anche il commento qui sotto di Romina mi ha fatto riflettere. Io probabilmente avevo in mente blog più "leggeri".
      Ritorno quindi, almeo parzialmente, sui miei passi perché sì, è vero che ci sono situazioni in cui forse è meglio scrivere senza necessariamente svelarsi.
      Ciao, a presto.

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  3. Se fosse per me obbligherei chi commenta un sito o un blog o anche i social, a usare nome e cognome per esteso, con l’aggiunta di una foto e il numero di telefono (come risulta dalla pagina Chi sono del mio blog). Purtroppo non è possibile con la normativa legata alla privacy, tuttavia gli anonimi (ci melto anche molti Nickname creati con l'account Google che non portano a niente) dovrebbero sapere che in caso di gravi problematiche neppure loro sono immuni dall’essere identificati, tutto ciò che si fa in rete lascia una traccia indelebile anche se viene in seguito cancellata. Sul mio blog, può commentare chiunque, ma uso la moderazione. Trovo limitante usare il solo profilo di google.

    Per quanto riguarda "l'uniformità di giudizio" credo faccia parte un po' della natura umana. siamo portati, più o meno tutti, in un modo o nell'altro, a seguire chi le pensa come noi.

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    1. Certo, in casi gravi si è tutti identificabili. È recente, ad esempio, il caso che ha visto Liliana Segre bersagliata da insulti e minacce dai soliti leoni da tastiera che si credevano imprendibili in virtù del loro anonimato. Leoni che poi si sono trasformati in agnellini frignanti quando si sono trovati la polizia postale alla porta.

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  4. Mi sa che c'è un motivo per cui al tuo post sull'eutanasia non risponde nessuno contrario: quelli contrari, almeno qui in Italia, lo sono per partito preso e non perché possano opporre ragioni valide. Se rispondessero, ti ritroveresti a spazzar via dalla sezione dei commenti una marea di "commenti" di odiatori professionisti che passerebbero il tempo a insultarti come un cane rognoso.
    In genere, comunque, chi segue un blog in qualche modo è in sintonia con l'autore, e quelli contrari di solito lo evitano come la peste, quindi si spiega la sostanziale uniformità di opinioni: si sceglie di seguire un blog, non è come una pubblica piazza dove puoi incontrare ogni sorta di persone con opinioni diverse.
    (Naaa: non ho un blog, io. Ma ne seguo tanti.)

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  5. Sono d'accordo col tuo post. Penso anch'io che contino educazione, civiltà e contenuti a rendere credibili blogger e commentatori sul web. miei commentatori usano tutti dei nickname, e sono persone simpatiche e molto civili.
    Io non uso il mio nome e continuerò a non usarlo perché, in passato, sono stata vittima di stalking; avendo anche un nome di battesimo molto raro, se lo usassi prima o poi sarei identificata e vedrei comparire sul blog persone con cui ho chiuso ogni rapporto da molti anni. Preferisco evitare.

    Tuttavia, sul blog ho scritto anche riferimenti precisi, perché parlo del mio quartiere e pubblico nomi e immagini di strade che frequento ogni giorno; in più c'è anche la mia foto come avatar, per cui, tutto sommato, a modo mio ci metto la faccia. :D

    Ciao, Andrea. :)

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    1. Certo, lo stalking è uno dei validissimi motivi che giustificano l'uso di pseudonimi, e mi dispiace che tu ne sia stata vittima. Ho il tuo blog nel mio blogroll e ti leggo regolarmente, ed effettivamente da te si trovano solo commenti educati e civili. Credo che ciò sia dovuto anche al fatto che i temi che tratti è difficile che attirino maleducati o persone inclini alle "risse", è più facile che ciò accada in blog che parlano di politica, sociale, religione, temi etici ecc., argomenti in cui si tende a essere emotivamente più coinvolti.

      Ciao, Romina, buon pomeriggio. ;)

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  6. Mi correggo: "I miei commentatori..."

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  7. Ciao Andrea.
    Concordo pienamente con te .
    Credo che la parola chiave stia in quello che hai scritto “ La garanzia di identità in rete non esiste e si va sulla fiducia ..”
    Fiducia , appunto..aggiungo non solo sulle identità ma su tutto quello che asserite come blogger..in generale ( successo o meno di un blog , solo per dirtene una)
    Se blogger lascia la possibilità agli anonimi di commentare..vuol dire che ne hanno diritto tanto quanto quelli loggati con Google.
    Il problema è la fiducia.
    In questo caso mi riferisco chiaramente ai blogger.
    L’ho sempre detto è mai mi stancherò di ripeterlo che la moderazione reprime la comunicazione .
    Però è un diritto del blogger sceglierla se lo ritiene opportuno.
    Per me è una forma di censura ...cioè di far passare solo quello che “ conviene “..ma ripeto ognuno può fare quello che vuole con il suo spazio.
    Certo che permettimi il dubbio..penso sia lecito , se uno oltre alla moderazione permette anche agli anonimi di commentare..io che son come San Tommaso qualche dubbio sulla fiducia da dare a queste persone mi viene.
    Perché io posso commentare come anonimo e ci sta ..ma puoi farlo pure te che sei blogger, lo possono far tutti.
    Per dirti l’assurdo puoi scriverti un post e commentarti te come anonimo ( con o senza moderazione ) sul tuo blog
    Quindi è proprio vero che un rapporto virtuale si deve per forza basare sulla fiducia.
    Sul discorso omologazione di pensiero alle tue idee da parte di chi viene a commentare non mi trovo d’accordo..ognuno la pensa come vuole ed è libero di dire la sua nel rispetto degli altri.
    Poi se si trova in minoranza non per forza deve incolpare qualcuno se non la si pensa alla stessa maniera.


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    1. Io, sinceramente, non vedo la moderazione come una forma di censura. Immagino che tu abbia questa idea perché forse non hai un blog. Ti assicuro - lo so perché ci sono passato - che capitano momenti in cui la moderazione è l'unico modo per riuscire a tenere un po' di ordine. E questo succede perché, purtroppo, la rete, così come la vita reale, pullula di maleducati e irrispettosi che non hanno di meglio da fare che riempire certi blog di commenti idioti e stupidi, scritti con l'unico scopo di disturbare. E quando si arriva a questo punto, la moderazione è l'unico modo per arginare i disturbatori.
      In anni passati, quando questo blog era molto frequentato, ho dovuto fare ricorso spesso alla moderazione proprio per questo motivo.
      Ciao Max.

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  8. No no non c’entra niente il fatto di non avere un blog.
    Ognuno la vede in maniera diversa ...te da blogger io da lettore .
    Ti giuro che per esperienza personale son stato pure io vittima della moderazione...e diciamo pure di un abuso di potere da parte di un blogger , ma non voglio scendere in particolari.
    Son diventato Troll, idiota , Stalker ..solo per aver espresso una mia opinione, credimi.
    Quindi a te ci credo quando scrivi che la moderazione serve a riparare te e terzi da eventuali “ molestatori” ad altri proprio no.
    E non sono in pochi, te lo assicuro.
    Comunque rispetto la tua posizione a riguardo..e grazie per la risposta.
    Ciao

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    1. Figurati! Mi spiace per ciò che ti è successo.
      Ciao Max.

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  9. Bene o male abbiamo stessi ideali e stessi modi di vedere le cose.

    Ricordo, però, almeno un paio di volte in cui abbiamo discusso proprio qui sul tuo blog. Non ricordo bene gli argomenti (forse uno: la disputa tra Zidane e Matarazzi ai Mondiali 2006; quisquiglie, insomma).

    Ricordo benissimo, però, le modalità: entrambi con nome e cognome (presumo reali, dato che anche alla pizzata a Senigallia ti chiamavo Andrea e tu sembrava che rispondevi regolarmente :D ); con toni educati; con argomentazioni personali ben esposte.

    Personalmente preferisco chi si presenta con un'identità reale. Ma capisco anche che per qualcuno possa esserci qualche contro-indicazione.

    Quindi l'unica cosa importante che chiederei è l'educazione; di base, nessuna pretesa da etichetta nobiliare antica. E argomentazioni valide.

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Oddio, cosa mi vai a tirare fuori? 2010, una vita fa! Sai che la pizzata a Senigallia l'avevo rimossa? Sto proprio invecchiando. :-)

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  10. Condivido ogni singola parola. D'altro canto capisco anche chi mette dei paletti, come la moderazione o l'identificazione (vera o falsa che sia) dei "commentatori", perché in effetti ne ho viste e lette di cose assurde tra i commenti...

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    1. Anche se, bisogna ammetterlo, la moderazione toglie fluidità ai commenti. Diciamo che commenti che non piacciono o nuocciono in qualche modo, si possono sempre cancellare.

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  11. da che ho un blog il mio nick è massimolegnani, cioè ho una identità virtuale differente da quella reale, non per nascondermi (basta risalire alla mia mail o alle mie foto per scoprire il mio nome, poi proprio blogspot mi costringe a usare solo quello) ma per rimarcare che siamo in una dimensione diversa dal reale. Questo perchè io scrivo racconti, spesso in prima persona, e ho bisogno di distanziarmi dal me anagrafico. Tu sei più un opinionista e quindi trovo giusto che utilizzi i tuoi dati reali. Ma nick o anagrafica reale utilizzate così servono ad identificarsi con l'interlocutore, ben diverso da chi in una discussione o in una critica a un brano cerca di mantenere l'anonimato (cosa che per me gli si ritorce contro perchè le sue parole non attribuibili ad alcuno perdono spessore)
    massimolegnani

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  12. Anni fa avevo un anonimo che veniva a commentarmi e mi criticava ferocemente dandomi del cretino. Scopersi poi che era mio padre.

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    1. Tuo padre è un mito! :-)))
      (E ovviamente tu non sei un cretino)

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  13. Anche io ho il blog da moltissimi anni, ma ti confesso che ogni volta che mi capita di leggere un commento "anonimo" ho i brividi. Per prima cosa penso che è un serial killer, poi che in fondo esagero, è solo uno che vuole nascondersi e poi mi chiedo perchè. Soprattuto sono dispiaciuta che non posso rispondere o commentare. Quindi alla fine il commento di un "anonimo" rimane sterile e termina con se stesso. E' un circolo chiuso e quindi a livello di comunicazione, è pari a 0.
    Elisa

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    1. Oddio, l'associazione anonimo = serial killer mi sembra un tantino esagerata. :-)

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  14. Palesi, anonimi, bugiardi, cialtroni o brave persone chi scrive è sempre anonimo ma non è importante la conoscenza della persona ma sincerità è la onestà suo pensiero e questo lo si evince dalla prosa.
    Ciao fulvio

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    1. E soprattutto dai concetti che esprime.
      Ciao, Fulvio.

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  15. Sei una persona seria ed equilibrata Sacchini e ti ringrazio per questo post.Al di là di tutto per me conta il rispetto e la curiosità intellettuale merce rara e difficilmente consumabile in rete. Infine credo che per molti vi sia la curiosità di leggere i testi di chi commenta,è logico e umano ma io non ho più questo desiderio di maggior audience, non ho più voglia di usare il commento come velato strumento per questuare dopo una lettura dei propri post.
    Preferisco leggere e farmi un'opinione, negli anni passati ho ricevuto molte pedate e ho subito spesso il sarcasmo e gli insulti dei vari guru del pensiero unico che popolano il web spesso rafforzati dai loro accoliti. Mi è bastato. Ciao e grazie ancora
    Il blogger dell'eutanasia.

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