domenica 14 febbraio 2021
Su morte e immortalità
Il settimanale letterario Robinson, uscito ieri mattina assieme a Repubblica, pubblica vari scritti di Umberto Eco tra cui una sua breve autobiografia inedita. Qui Eco riversa pensieri, riflessioni, racconti della sua infanzia, della sua vita. Scrisse questi pensieri nel 2015, un anno prima della sua prematura morte, e la chiude con alcune bellissime riflessioni su colei che san Francesco definì sorella. Le lascio qui di seguito, in caso a qualcuno interessino. Si tratta di semplici catture fotografiche fatte con lo smartphone (cliccandoci sopra si ingrandiscono un po'), spero siano leggibili.
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Ho pensato spesso con grande dispiacere a tutta l'esperienza, la conoscenza della vita che non può più essere trasmessa ad altri e che finisce in discarica quando una persona muore. E' veramente uno spreco gigantesco. Nel mio piccolo cerco di fare tutto il possibile per comunicare ad altri le mie esperienze, ciò che ho imparato nel tempo al prezzo di dolori, fatiche, sacrifici ma anche la gioia e l'allegria, le risate (per citare Eco). Sì, le risate sono importanti. E' bello ridere, di sè, degli altri, di tutto. Ridere pur essendo coscienti della ineluttabilità della morte.
RispondiEliminaA proposito del riso, cui Umberto Eco ha dedicato il suo romanzo più famoso, ricordo una frase di Leopardi, “ [In questo mondo]Tutto è degno di riso, fuorché il ridersi di tutto.” Buona serata a voi.
EliminaConcordo, Giorgio. Ma sai cosa mi ha colpito di più delle riflessioni di Eco? Gli inconvenienti di una ipotetica immortalità. Nell'immaginario collettivo il raggiungimento dell'immortalità, o comunque di un allungamento della vita oltre gli usuali canoni, è favoleggiato da tutti, ma probabilmente pochi o nessuno pensa agli svantaggi e agli inconvenienti così chiaramente evidenziati da Eco.
EliminaBella quella frase di Leopardi, che nella mia infinita ignoranza non conoscevo. Ciao Ettore.
Io non ho dato molta importanza alla parte sull'immortalità perchè sono da molto tempo convinto che, da un certo momento in poi, sarebbe una noia. Hai presente come è bello andare in vacanza da qualche parte, il primo giorno è il più bello, poi gradualmente i giorni diventano un po' meno interessanti. Insomma tutto, a lungo andare, perde il sapore del nuovo, come i tortellini e la zuppa inglese che mi faceva tutte le domeniche per anni mia nonna, salvo forse gli affetti veri e profondi. Ecco, quelli forse potrebbero anche durare all'infinito, perchè non sono qualcosa di nostro, sono cose che hanno una vita loro e noi possiamo solo prenderne atto e goderne.
EliminaLetto con estremo interesse, ed anche i mini saggi di Eco che Repubblica sta dispensando nei weekend.. Un'eternità potrebbe creare problemi ma è un po' come quelli che dicono "non saprei come spendere una vincita supermilionaria a qualche Lotteria". Fatemi provare intanto.. ;)
RispondiEliminaInsomma, tu sei come San Tommaso, se non provi non ci credi :-)
EliminaTrattandosi di qualcosa di (realmente) insondato.. fatemici mettere mano.. ;)
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