Elsa Morante, in Menzogna e sortilegio, pubblicato nel 1949, scrive "valige", "grige", "effige", stravolgendo, apparentemente, la regoletta che si adotta per il plurale dei nomi che terminano in -cia e -gia. In realtà non è un errore. Anche Buzzati e altri scrivevano "valige", come ho potuto constatare leggendo il suo libro 60 racconti. Molto più semplicemente, in epoca passata l'usanza di scrivere quei nomi senza la "i" era corretta. Questo perché la lingua evolve, cambia, si modifica. Per cui, a chi oggi vi rinfacci come un gravissimo errore valigie senza la "i", potete sempre rispondere: "Vallo a dire a Buzzati o alla Morante." :-)
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Sono quelle forme alternative che l'Accademia della Crusca tollera (badate bene: TOLLERA). Però il mio prof d'italiano alle superiori avrebbe marcato in rosso queste forme alternative perfino a Buzzati o alla Morante, senza farsi il minimo scrupolo di coscienza. Proprio come marcava in rosso l'orrendo "mezzora" senza apostrofo o l'editorese "se stesso" senza l'accento: tutte forme tollerate (ribadisco, TOLLERATE) dall'AdC.
RispondiEliminaNon so dire, di preciso, cosa avrebbe fatto la mia prof di italiano delle superiori, certi particolari non li ricordo più.
EliminaPer quanto riguarda mezz'ora, l'ortodossia linguistica continua a considerare corretta la forma con l'apostrofo. Tuttavia, la maggioranza dei dizionari odierni, tra cui il Treccani e il Devoto-Oli, considerano corretta anche la forma unificata mezzora, che tra l'altro pure io uso con una certa regolarità.
Occhio che il mio vecchio prof sta per uscire dalla tomba e venire ad appiopparti un sonoro 4! :D
EliminaE, sì, anche quei dizionari tollerano forme popolaresche ormai entrate nell'uso. Per quel che riguarda me, su "mezzora" sono d'accordo col mio prof, ma non ho certo intenzione di armarmi di AK-47 e andare a mitragliare tutti quelli che non ci mettono l'apostrofo. (:D e ancora :D)
simpatico...ma sei sicuro che gli insegnanti siano così tolleranti?
RispondiEliminaAll'epoca mia non lo erano tanto, ma i tempi cambiano.
EliminaAdoro "Menzogna e Sortilegio", uno dei libri più coinvolgenti di Morante, a mio giudizio, nonostante sia il suo primo romanzo (mi pare). Poi penso alle sue altre opere e mi accorgo che sono tutte meraqvigliose e coinvolgenti...
RispondiEliminaCi tenevo solo a dire questo, dato che le questioni da nazi-grammar mi fanno sorridere :)
Sì, Menzogna e sortilegio è il suo primo romanzo e per ora mi sta piacendo molto. Per quanto riguarda Elsa Morante, ho letto che è stata la prima donna a vincere le Strega, anche se con un altro romanzo di cui non ricordo il titolo.
EliminaPer quanto riguarda la questione "nazi-grammar", le trovo intrigante non in sé stessa, ma perché i modi in cui nel corso del tempo una lingua evolve e cambia rispecchiano i modi in cui cambia la società. Diciamo che si tratta di un interesse di tipo... "antropo-grammaticale", via :-)
Da giovincello mi sottolinearono in rosso la "à" accentata invece della "ha" con l'acca. Volevo fare il cruschino, e venni cruschiato.
RispondiEliminaIo ho perso il conto dei segni rossi della mia maestra :-)
EliminaSempre bello confrontarsi con i grandi del nostro straordinario Novecento. Al liceo ho avuto due prof. di italiano, una adorava Dante, l'altro Macchiavelli. Indovina quale apprezzo di più?
RispondiEliminaE come posso indovinare? La butto lì: Machiavelli!
Eliminac'era da aspettarsi che in nome di una naturale semplificazione la lingua evolvesse verso l'abolizione della i in ciliegie, valigie, ecc. Invece è accaduto esattamente il contrario, dalla forma semplice, valige (non era Buzzati l'originale, su qualunque libro di quel periodo leggi valige) a quella complessa.
RispondiEliminamassimolegnani
In effetti sì, ci sarebbe stato da aspettarsi il contrario, visto l'andazzo. È l'imprevedibilità dell'evoluzione della lingua.
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