domenica 7 febbraio 2021

Piove

Stamattina presto c'era il sole e la cosa mi aveva procurato un certo piacere, perché oggi è la prima domenica del mese e qui a Santarcangelo c'è il tradizionale mercatino dell'usato. Per qualche incomprensibile motivo mi piace andarci e provo piacere nel gironzolare tra le varie bancarelle, gestite perlopiù da tipi pittoreschi e a volte stravaganti che vendono oggetti vecchissimi e generalmente non più funzionanti: giradischi, macchine da cucire, vinili con le copertine sciupate e malandate, lampade da comodino, libri, grammofoni, mangianastri, vecchi televisori in bianco e nero senza telecomando (di quelli che per cambiare canale bisognava avvicinarsi all'apparecchio e ruotare una manopola o spingere un pulsante). E poi vasi, contenitori di qualsiasi tipo, carriole, attrezzi per il giardinaggio arrugginiti, vecchi vestiti da sposa e chi più ne ha più ne metta.

Mi sono sempre chiesto perché mi piacciano i mercatini dell'usato ma non sono mai riuscito a rispondermi compiutamente. Una possibile risposta che mi sono dato è che ho cinquant'anni, ho abbondantemente superato metà della vita e immagino che, in un ipotetico mercatino dell'usato degli esseri umani, troverei anche io posto su una di quelle bancarelle. L'altra risposta a cui ho pensato è che i mercatini dell'usato sono il perfetto contraltare dei negozi sciccosi e luccicanti dove si trova solo ciò che è all'ultima moda. Se questi ultimi sono infatti l'emblema di tutto ciò che è usa-e-getta, che oggi è la forma su cui è modellata la nostra rutilante società, i mercatini dell'usato sono l'espressione di un mondo ormai perduto in cui le cose conservano ancora un valore. Non un valore monetario o economico, naturalmente, ma un valore inteso come espressione di un vissuto, di un qualcosa che a livello affettivo può ancora avere un significato. I mercatini dell'usato come ultimo baluardo di un modo di concepire la vita e la società in maniera differente dall'usa-e-getta imperante.

Camminando e osservando quegli oggetti mi viene infatti da chiedermi: Chissà se chi usava quel vecchio grammofono è ancora in vita? Chissà chi era, che vita faceva, e chissà quali dischi sono stati ascoltati e tradotti in suono da quel vecchio braccio ormai senza puntina? Oppure: Chissà chi era il proprietario di quella vecchia copia di Madame Bovary? Chissà se gli è piaciuto, il libro? Domande naturalmente che resteranno sempre senza risposta ma che è inevitabile che nascano e che sono diverse dalle domande che nascono entrando da Tezenis dentro l'Ipercoop di Savignano.

Comunque, dicevo, stamattina c'era il sole e ora piove, quindi credo che rimanderò il giretto tra il vecchiume alla prima domenica di marzo, sperando in un meteo più clemente.

17 commenti:

  1. Anche a me affascinano i mercatini dell'usato, sebbene dalle mie parti non ne trovi mai.
    Mi piace pensare a che vita avesse avuto chi usava quel grammofono, non se poi è deceduto o meno.
    Amo anche fare un tuffo molto indietro nel passato, per ritrovarmi in un'era in cui non ero nemmeno nata, ma ricca di virtù.
    Spero che la prima domenica di marzo ci andrai e, magari, condividerai con noi delle foto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sai che dopo pranzo ha smesso di piovere e ci sono andato? Ho messo qualche foto qui. :-)

      Elimina
    2. Wow. Il tavolino sotto al telefono, lo avrei acquistato ad occhi chiusi.
      Bellissimo!

      Elimina
    3. Io pure il telefono avrei comprato, in ricordo del telefono (uguale a quello) che avevamo in casa quand'ero bambino :-)

      Elimina
  2. Tanto tempo fa trovai in un mercatino dell'usato un libro che avevo regalato a una ragazza della quale mi ero perduto innamorato senza essere corrisposto. Rimasi senza parole. Anche qui piove e le montagne vicinissime si stanno riempiendo di neve.

    RispondiElimina
  3. A Roma stanno prendendo piede i mercatini dell'usato dove amo bighellonare, cercando cose strane e ricreando mille supposizioni sul loro passato o spesso sul perché della loro creazione (puoi trovare davvero robe assurde che rasentano la fantascienza pseudo artistica), ma mille oggetti emanano fascino e curiosità, facendo sorgere interrogativi e sorrisi.. che passioni eh?

    RispondiElimina
  4. Anche a me piacciono le cose che hanno una storia. Lo trovo anche un modo intelligente per dare nuova vita a cose che con un nuovo proprietario trovano la giusta valorizzazione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Verissimo. Di solito io frequento quel mercatino per i libri. Sulle bancarelle dei libri usati a volte trovo vere e proprie chicche a cui, in veste di nuovo proprietario, do una nuova valorizzazione.

      Elimina
    2. Ho notato che dopo Natale arrivano nei mercatini libri nuovi!

      Elimina
    3. A dire il vero, non ci ho mai fatto caso. Qua a Santarcangelo il mercatino dell'usato lo fanno una volta al mese e ogni volta i libri sulle bancarelle sono diversi.

      Elimina
  5. Ho frequentato golosamente i mercatini dell'usato fin da quand'ero giovane ma non mi sono mai chiesto perchè mi abbiano sempre attirato tanto. La risposta che mi viene ora è che lì c'è il vissuto, non (solo) la vita passata degli oggetti, non (solo) l'immaginare chi li avrà posseduti, ma anche sapere perchè poi sono stati venduti, perchè non andavano più bene al proprietario e perchè poi qualcuno speri che ci sarà qualcuno interessato a comprarli. E' questo fatto che gli oggetti possono avere più vite che mi colpisce, forse, nell'inconscio, che possono invecchiare ma sono in grado di trovare nuovi estimatori che danno loro valore (alla faccia dell'usa e getta).
    Ricordo ancora il mercatino delle pulci di Vienna dove 40 anni fa incontrai una piccola statuina di gesso bianco raffigurante un maghetto strano che un ragazzo zingaro, che aveva steso per terra le sue povere cose, teneva in mano sbattendolo ritmicamente sul palmo dell'altra mano. Gli chiesi se era in vendita e se potevo guardarlo meglio. Quel piccolo pezzettino di gesso sta da 40 anni sul piccolo tavolino che regge la lampada che illumina la stanza dove lavoro, tra me e il mio paziente di turno e tutte le volte che vado in studio guardo il maghetto con grande affetto e piacere. Chissà dove finirà quando io non ci sarò più?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non so dove finirà, ma è una bellissima storia. Grazie.

      Elimina
  6. I mercatini sono un piccolo legame con il nostro passato e destano la mia curiosità... mi piacciono

    RispondiElimina

Manifesti

In alcune città i Pro Vita hanno fatto affiggere manifesti come questo per supportare le loro campagne antiabortiste. Nei manife...