venerdì 7 gennaio 2011

I cordoni della discordia

Certo che il quadretto è divertente: Berlusconi, Bossi e Tremonti. Tra i tre, l'unico che mi pare abbia qualche rotella a posto più degli altri è Tremonti. Il quale tiene stretti i cordoni della borsa perché sa benissimo che in cassa non c'è più una lira, con buona pace delle famose riforme che Berlusconi promette da una vita, e che dall'altra parte non è più possibile tagliare niente perché tutto il tagliabile (e anche di più) è già stato tagliato.

Dall'altra parte del tavolo c'è l'omino di Arcore, il quale non ha affatto digerito l'uscita del suo ministro dell'Economia sulla crisi - come si permette di contraddirlo così? Tra i due, ormai ai ferri corti, c'è il terzo incomodo, Bossi, il quale cerca di tenerli insieme in tutti i modi perché sa che se salta tutto salta anche il suo stramaledetto federalismo fiscale, col quale ci sta scassando le appendici pendule ormai da una vita (e dopo chi la sente la base leghista, che nonostante non sappia neppure cosa sia aspetta 'sto cavolo di federalismo fiscale come i bambini aspettano Babbo Natale?).

Un bel quadretto, dicevo. Penso che questo mese ci divertiremo parecchio.

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