martedì 29 gennaio 2008

Qtrax e la storia del dietrofront sul download gratuito




C'è stato un dietrofront piuttosto clamoroso, l'altro ieri, riportato da parecchie testate online (ad esempio Repubblica, prima e dopo), in merito alla vicenda Qtrax, il portale attraverso il quale sarebbe stato possibile scaricare gratuitamente e legalmente musica dalla rete. La cosa curiosa è che a "cascarci" non sono state solamente le cosiddette testate generaliste, che, si sa, di queste cose in genere scrivono un po' a spanne, ma anche molti siti che normalmente scrivono di tecnologia e informatica. Ma vediamo di fare un po' di chiarezza.

Tutto nasce dall'annuncio - pubblicato in rete da molte testate, tra cui Wired - dell'attivazione di questa nuova piattaforma da cui è (sarebbe stato) possibile scaricare liberamente e gratuitamente musica. La piattaforma in questione si chiama appunto Qtrax e il sito ufficiale è qui. Se però si prova a cliccare sul relativo pulsante "download" non succede assolutamente niente in quanto la pagina è inattiva.

In pratica, per farla breve, l'iniziativa è stata sbandierata ai quattro venti in pompa magna perché pareva che in un primo tempo (o almeno questo è ciò che aveva dato a intendere Allan Klepfisz, presidente di Qtrax) tutte e 4 le major che dovevano aderire all'iniziativa (Universal, Sony BMG, Warner e EMI) avessero effettivamente aderito; mentre invece, come si è scoperto solo dopo, l'adesione era solo a parole, e quando si è trattato di mettere nero su bianco qualcuno ha fatto dietrofront sostenendo che non c'è mai stato nessun accordo.

Fin qui la cronaca, che in fin dei conti interessa fino a un certo punto. Andiamo però adesso a vedere, a livello tecnico, come avrebbe dovuto funzionare il servizio.

L'idea, di per sé, non è nuovissima e si basa essenzialmente sul principio che il compenso ai titolari di copyright deriva dai banner pubblicitari che l'utente si deve sorbire durante il download e l'archiviazione su pc dei pezzi scaricati. E' un po' quanto succede già adesso con portali tipo downlovers.it, del quale ho già scritto in passato.

Ma, proprio come downlovers.it, Qtrax ha lo stesso medesimo difetto: brani infarciti di DRM. Tanto è vero che Punto Informatico, ad esempio, scrive (qui):

"Le limitazioni? Sono quelle definite dal sistema DRM Windows Media, con il quale i file sono impacchettati: non sarà possibile trasferire i brani su CD, ma sarà possibile goderne attraverso i dispositivi che supportano la piattaforma Microsoft. Fuori dunque gli utenti di iPod, almeno per il momento. Ma fuori anche gli utenti Mac, fino al 18 marzo: la piattaforma per la ricerca e lo sharing dei brani, e per inoculare la pubblicità, è per ora destinata solo a utenti di Windows XP e Vista."

A me, come penso a molti, di "godere di musica su dispositivi che supportano la piattaforma Microsoft" non frega un bel niente. Io voglio scaricare musica libera, in formato libero, che giri liberamente su qualsiasi player multimediale (compresa l'autoradio della mia macchina), e, come molti altri, sono disposto a pagare per questo (iTunes, che addirittura vende musica lucchettata insegnerà qualcosa, no?). E pure le major discografiche hanno capito ormai l'andazzo, costrette dall'evidenza dei fatti e probabilmente anche sollecitate dalla recente presa di posizione dei rappresentanti inglesi dei venditori di cd, riconoscendo esse stesse che "The compact disc is dead". E adesso arriva Qtrax di nuovo col DRM?

Non so che tipo di reazione avrebbe avuto l'utenza di fronte a questo progetto, lo sapremo in futuro se la cosa partirà effettivamente. Quello che è certo è che il p2p illegale viaggia a gonfie vele, e buona parte del merito è proprio di iniziative come questa.

4 commenti:

  1. Beh, nelle intenzioni era di fatto gratuito, bastava sorbirsi la pubblicità. Forse è quel "p2p" che non è molto azzeccato...

    Vabbè, lo consideriamo nella sua accezione più ampia. ;)

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