domenica 30 novembre 2025
L'Arcadia
sabato 29 novembre 2025
Quell'ultimo gradino
venerdì 28 novembre 2025
E-mail che fanno piacere
giovedì 27 novembre 2025
L'Alzheimer è il prezzo da pagare
Uno dei capitoli più sorprendenti del saggio Dove comincia l'uomo, di Telmo Pievani e Giuseppe Remuzzi, che ho cominciato a leggere ieri sera, riguarda lo sviluppo del cervello umano e i meccanismi che hanno favorito le capacità cognitive di Homo Sapiens rispetto a tutte le altre specie animali, compresi i nostri parenti più prossimi: gli scimpanzé. Noi abbiamo sviluppato funzioni cognitive (linguaggio, immaginazione, capacità simboliche, capacità di narrare storie) sconosciute a tutti gli altri, ma paghiamo questi vantaggi cognitivi con un decadimento molto veloce delle facoltà intellettive. Scrivono gli autori:
C’è, col tempo, un decadimento delle funzioni intellettuali; il cervello di noi uomini è una macchina più sofisticata di quella degli scimpanzé, dei bonobo, dei primati non umani. Questo lo capiscono tutti, ma abbiamo capito solo recentemente che per avere un cervello migliore in termini di consapevolezza, capacità di pianificare, immaginare il futuro, fare dell’ironia e mille altre cose che rendono la nostra specie unica, c’è un prezzo da pagare. Noi uomini siamo più suscettibili degli scimpanzé al declino delle funzioni cognitive. Noi la sostanza grigia del nostro cervello la perdiamo progressivamente dai 45 anni in poi; anche gli scimpanzé perdono sostanza grigia man mano che invecchiano, ma a loro succede molto meno. Non solo, ma l’invecchiamento del cervello per quanto ci riguarda è proprio nelle regioni più delicate, quelle che presiedono alle conoscenze, alla memoria, alla consapevolezza, cioè quelle che si trovano nella regione della corteccia prefrontale. Nel corso dell’evoluzione, il cervello dell’uomo è progressivamente aumentato di dimensioni, particolarmente nella regione della corteccia prefrontale e di quella orbito-frontale; è grazie a questo che siamo capaci di svolgere attività estremamente sofisticate e complesse. E queste aree sono quelle che maturano più lentamente durante lo sviluppo fetale, ma sono anche quelle che si deteriorano per prime durante l'invecchiamento. Gli anglosassoni chiamano questo fenomeno last in, first out, entra per ultimo ma esce per primo. Come facciamo a essere sicuri che sia proprio così? Gli scienziati hanno studiato il cervello degli scimpanzé e degli uomini (quasi 200 scimpanzé e quasi 500 uomini) con la risonanza magnetica: il decadimento si vede solo negli uomini. Vuol dire che gli scimpanzé non hanno l'Alzheimer? Sembra proprio di no, o perlomeno nessuno è mai riuscito a documentarlo.Fabrizio a Longiano
Ho scoperto ieri che nel 1994, per un paio di mesi, il grande Fabrizio De André ha scritto alcune canzoni di Anime salve a Longiano, che sta a 1/4 d'ora da casa mia. Anime salve, scritto a quattro mani assieme a Ivano Fossati, è stato l'ultimo album in studio di Faber e ha ricevuto una lunga serie di premi e riconoscimenti, oltre a essere considerato dalla critica l'album migliore dell'artista genovese. Non c'è una sola traccia di quell'album che non sia un piccolo gioiello.
(Ho finito ieri sera Verranno a chiederti di Fabrizio De André, scritto da Andrea Scanzi, un bellissimo viaggio nella vita e nella musica del grande cantautore.)
mercoledì 26 novembre 2025
Le frontiere e la forza
Alla plenaria di Strasburgo la signora Von der Leyen ha detto, tra le altre cose, che in merito al cessate il fuoco di cui si discute da giorni una delle priorità è "garantire la sovranità dell'Ucraina. Non si possono cambiare le frontiere con la forza."
Garantire la sovranità dell'Ucraina è sacrosanto, dal momento che si tratta di un paese sovrano aggredito da un altro paese e che qualche rischio di perdere la suddetta sovranità l'ha corso. La seconda affermazione mi lascia un po' più perplesso. Non sono uno storico e quindi potrei benissimo sbagliare, ma io non ho notizie di confini creati o modificati senza spargimenti di sangue, o di nazioni nate solo con strette di mano, abbracci e simposi a base di ostriche e foie gras.
Da che mondo è mondo, stati, confini, popoli, regni e imperi si sono sempre formati e trasformati attraverso la forza: guerre, invasioni, conquiste, matrimoni dinastici. Se si guarda l'Europa, ad esempio (suggerisco di guardare una cartina degli stati europei prima e dopo le due guerre mondiali), è praticamente impossibile trovare un confine europeo che non sia il risultato di una guerra, di un conflitto, di una conquista, di una caduta di imperi.
Ma basta anche restare qui da noi per rendersene conto. L'unificazione d'Italia non è avvenuta pacificamente intavolando qualche tranquilla trattativa, ci sono volute due guerre d'indipendenza, la spedizione dei mille, le guerre di annessione dell'Italia centrale e la presa di Roma. Non è stata esattamente una gita di piacere.
Suggerisco alla signora Von der Leyen un corso di aggiornamento dal professor Barbero, che oltretutto adesso è in pensione e ha tanto tempo libero.
(A scanso di equivoci, preciso che l'appunto mosso alla Von der Leyen non è una giustificazione all'operato della Russia. È semplicemente un invito rivolto alla battagliera signora a prendere davvero qualche lezione da Barbero.) :-)
Affetto
Quando leggo titoli come questo penso al lettore medio di Libero, che magari lo acquista pure e quindi ci spende dei soldi, e mi viene spontaneo un moto di affetto nei suoi confronti. Mi verrebbe istintivamente da abbracciarlo e mi piacerebbe provare a spiegargli che in fondo non è colpa sua se viene preso per i fondelli da anni senza rendersene conto. Poi però mi passa.
(La vicenda del riconoscimento dei matrimoni gay è spiegata bene qui; se magari volete girare l'articolo a qualche vostro conoscente che legge Libero...)
lunedì 24 novembre 2025
Come nasce La canzone di Marinella?
Opinioni difficili
Ci sono vicende, come ad esempio la famiglia nel bosco, riguardo alle quali non riesco a farmi un'idea precisa né a esprimere un'opinione a causa delle molteplici sfaccettature e della complessità delle vicende stesse. Lo so, oggi è imperdonabile non esprimere in modo perentorio e manicheo la propria idea, ma questo è. D'altra parte non è obbligatorio avere sempre un'opinione definita e precisa su tutto.
domenica 23 novembre 2025
Fischiava il vento
Devo ammettere che questo libro mi ha sorpreso. L'ho iniziato con qualche titubanza e l'ho trovato splendido, di una intensità sorprendente. Non è solo un viaggio nella storia del Novecento italiano, ma soprattutto un racconto umano fatto di vite spezzate, ideali assoluti, errori, tragedie e scelte impossibili.
La cosa che più colpisce è il modo in cui Claudio Caprara intreccia grande storia e piccole storie. Nella narrazione dell'autore figure come Gramsci, Bombacci o Togliatti non sono solo nomi ascrivibili ai manuali di storia, ma persone con contraddizioni, passioni, speranze e cadute. Una menzione a parte merita il racconto della storia d'amore tra Palmiro Togliatti e Nilde Iotti, una relazione che inizialmente - si era alla fine degli anni '40 del secolo scorso - creò diffidenza e imbarazzo (Togliatti era già sposato) all'interno di un partito che predicava moralità, disciplina e "esemplarità del dirigente". Una relazione che restituì a Togliatti il desiderio di "tenere qualcosa per sé" e di salvarlo dalla totale e assoluta dedizione al partito.
Il libro descrive la complessità e la velocità dei cambiamenti sociali di quegli anni senza mai diventare pesante, anzi mantenendo un ritmo narrativo coinvolgente. È un libro che lascia qualcosa, che invita a capire e a riflettere, più che a giudicare. Uno spaccato della storia d'Italia dal dopoguerra a oggi attraverso le vicende di uno dei grandi partiti di massa della storia d'Italia e dei personaggi che l'hanno reso grande.
sabato 22 novembre 2025
Nordio e la genetica
venerdì 21 novembre 2025
Col senno di poi
mercoledì 19 novembre 2025
Dibattiti ante litteram
Tramite questo articolo del Post sono arrivato a un vecchio dibattito politico andato in onda su Raiuno all'indomani della discesa in campo di Berlusconi: questo. In virtù del fatto che ognuno ha le proprie perversioni l'ho seguito per una ventina di minuti; ho così scoperto che è esistita un'epoca storica in cui i dibattiti politici televisivi erano civili, nel senso che i partecipanti dialogavano educatamente senza interrompersi, senza accavallare le rispettive voci e senza urlare. Il moderatore non doveva fare le veci di un direttore di gara in un incontro di pugilato, come succede oggi nei talk show, poneva semplicemente le domande e i partecipanti si regolavano da soli. Chissà cosa è cambiato in questi ultimi trent'anni...
Per la cronaca, nel video compaiono, tra gli altri, un giovane Sergio Mattarella che dibatte con Gianfranco Fini e Achille Occhetto, molto giovani anche loro ovviamente. Un uomo di destra, uno di sinistra e uno di centro che dialogano rispettandosi, sembra quasi incredibile.
(Il video in questione si inserisce all'interno della vicenda relativa al fantomatico complotto per mettere i bastoni tra le ruote al governo, vicenda che evito di commentare per decenza.)
lunedì 17 novembre 2025
La professoressa artificiale di italiano
L'addio delle gemelle
Alla fine, il punto focale della vicenda delle Kessler sta nell'aver deciso da sé la data della propria morte. Intollerabile a queste latitudini, dove il bigottismo riguardo a questi temi ancora regna sovrano.
domenica 16 novembre 2025
Se non siete capaci di scrivere canzoni, cambiate mestiere
Mi sono imbattuto per caso in una orrenda cover di Firenze (canzone triste), di Ivan Graziani, partorita da un personaggio a me totalmente sconosciuto che pare si chiami Marracash o qualcosa del genere. Anzi, non è neppure una cover, è un campionamento che ha devastato e profanato uno dei grandi capolavori della musica d'autore italiana. In pratica l'autore di questo scempio ha preso il ritornello della canzone, modificandone tra l'altro in modo ignobile la struttura armonica, e ha sostituito le strofe con un parlato accompagnato da una base ritmica campionata e storpiandone completamente il senso. È come se qualcuno prendesse il primo verso dell'Infinito di Leopardi, eliminasse il resto e inserisse frasi alla cazzo che non c'entrano niente col senso e la struttura di quel mirabile capolavoro.
Mi sono accorto che da qualche tempo queste operazioni "musicali" sono diventate frequenti, come se fossero ormai una moda. Sono stati remixati e campionati pezzi di Battisti, Battiato, Pino Daniele, Dalla, Rino Gaetano, Bennato, Zero e altri. Perché questi scempi? Perché ragazzotti squinternati che probabilmente non hanno mai visto uno strumento musicale né letto uno spartito prendono capolavori di musicisti veri e li devastano? Qual è il senso di tutto ciò?
Alcune note sulla canzone. Firenze (canzone triste) fu scritta di getto da Ivan Graziani alla fine degli anni Settanta ed è inserita nell'album Viaggi e intemperie, uno dei lavori più intensi e belli della maturità artistica del cantautore. Racconta il dolore provato per la brusca e inaspettata fine di una storia d'amore. In quel periodo il cantautore passava molto tempo tra l'Emilia e la Toscana per concerti, amicizie e collaborazioni artistiche e Firenze era una delle città da lui più amate. Qui nacque una relazione sentimentale molto importante con una ragazza, che però terminò bruscamente. Fu una rottura non graduale e non discussa, che Graziani raccontò spesso come uno dei dolori più netti e "a freddo" della sua vita. Da questo dolore nacque la struggente canzone che divenne uno dei suoi capolavori più noti, e da quel momento la città di Firenze si trasformò da città di luce a città sempre bellissima ma impossibile da guardare senza provare dolore.
Finché arrivò Marracash, che prese questa bellissima poesia in musica carica di dolore e ne fece un frullato senza senso con un campionatore.
Incazzarsi un po'
Ieri molti quotidiani hanno dedicato articoli al ritorno in Parlamento di Marta Fascina, una deliziosa 35enne senza arte né parte piazzata alla Camera da Berlusconi per... boh, non si sa bene perché (ma magari qualche idea ce la si può fare). La ex compagna del tipo delle cene eleganti si presenta alla Camera qualche volta all'anno, forse cinque o sei in tutto, probabilmente per spezzare un po' la routine della noiosa vita nella villa San Martino di Arcore. A fronte di un tasso di assenteismo che si colloca tra il 99 e il 100 per cento, ogni mese le vengono regolarmente accreditati sul conto corrente i circa 14.000 euro di stipendio di deputata, che vanno a gonfiare ulteriormente il tesoretto lasciatole dal generosissimo ex (quasi) marito.
Lasciando stare la trita e ritrita retorica sulla vendetta che una simile ingiustizia grida nei confronti di milioni di persone che nel nostro Paese si arrabattano come possono per riuscire ad arrivare a fine mese (Istat), c'è da notare come la signora Fascina sia in realtà l'epitome di un sistema diffuso a ogni livello, sia nel pubblico che nel privato, dove personaggi di ogni risma si fanno strada e occupano posizioni di prestigio non per reali meriti ma per spinte e conoscenze.
Difficile dire con esattezza quanto nepotismo, clientelismo e favoritismi siano realmente diffusi nella nostra società, dal momento che documentazioni e ricerche in questo senso non forniscono risultati precisi (si limitano a descrivere come genericamente "significativa" la loro diffusione). Al di là dei singoli ed eclatanti casi, però, c'è da mettere in evidenza come ognuno di noi, nel proprio piccolo, a volte può essere un ingranaggio di questo sistema. Ad esempio ogni volta che si ottengono agevolazioni di qualsiasi tipo magari perché un amico/parente è nel posto giusto al momento giusto ed elargisce il favore magari a danno di chi non può contare su tale tipo di aiuto. Diciamo che se una qualche utilità la vergognosa vicenda Fascina la può avere, può essere quella di fare riflettere sulla portata generale del fenomeno. Poi, per carità, siamo umani ed è naturale che ci s'incazzi di fronte al caso eclatante. Io per primo.
Come è realmente
Tra gli aspetti interessanti di questo romanzo c'è il fatto che uno dei protagonisti, d'Artagnan, viene descritto come è realmente. Nell'immaginario collettivo si pensa - o almeno io pensavo - al valoroso moschettiere come a una persona dall'animo nobile, il classico cavaliere senza paura e senza macchia. Nella realtà, cioè nel racconto, Dumas ci mette invece davanti a un personaggio che ha sì i tratti dell'eroe altruista, ma è anche profondamente umano. Porta quindi con sé tutte le contraddizioni dell'essere umano. Ecco allora che d'Artagnan è all'occorrenza anche meschino, opportunista, manipolatore, una persona che non si fa troppi scrupoli a usare altre persone, a giocare coi loro sentimenti per perseguire i suoi scopi, per quanto nobili possano essere. Anche Dumas, quindi, spinge chi legge a riflettere sull'antico dilemma: il fine giustifica i mezzi?
Per il resto, il romanzo è una esaustiva carrellata di tutte le passioni e i sentimenti umani, dagli abissi alle vette, espressi da una fitta rete di personaggi caratterialmente ben definiti e delineati. Come dice sempre Umberto Galimberti, i sentimenti si imparano e il veicolo privilegiato per impararli è la letteratura; ecco perché, dice sempre l'utopista filosofo, bisognerebbe togliere i computer dalle scuole per riempirle di libri.
Interessante anche la valenza storica del romanzo. È vero che i personaggi principali, i leggendari d'Artagnan, Athos, Porthos, Aramis, sono figure di fantasia, ma le vicende del romanzo poggiano su solide basi storiche, frutto delle maniacali e appassionate ricerche dell'autore. Il cardinale di Richelieu, ad esempio, era davvero il potente consigliere di Luigi XIII di Borbone, sovrano di Francia dal 1610 al 1643; Anna d'Austria era davvero la moglie del sovrano, col quale ebbe un matrimonio complicato e freddo; la guerra di La Rochelle, di cui si parla nel libro, è stata una guerra realmente combattuta tra cattolici e protestanti francesi. Anche il corpo dei Moschettieri è realmente esistito e nel romanzo di Dumas è impersonato dalla compagnia di soldati a guardia del cardinale di Richelieu e di Luigi XIII. Una volta aggiunto che il concatenarsi di vicende e intrighi di cui è costellato il romanzo incolla il lettore alle pagine, il cerchio su questo poderoso romanzo, inspiegabilmente etichettato come letteratura per ragazzi, si chiude.
venerdì 14 novembre 2025
Assopimenti
giovedì 13 novembre 2025
Sogni
martedì 11 novembre 2025
Retromarcia
All'inizio ci fu il divieto. Poi il divieto venne tolto e arrivò il permesso: si può fare educazione sessuale e affettiva nelle scuole medie e nelle superiori ma a patto che ci sia il consenso dei genitori.
A me questa cosa fa sorridere. Se una famiglia è aperta e sensibile a queste tematiche, ovviamente sarà ben lieta di dare il consenso, e magari questi temi saranno già stati affrontati in ambito familiare. Se invece una famiglia non ha questa sensibilità perché il sesso è cosa sporca-brutta-cattiva e non se ne deve parlare, non darà il consenso, col risultato che saranno esclusi proprio quei ragazzi che, in virtù del contesto subculturale in cui sono nati e cresciuti, avrebbero più bisogno di quelle lezioni.
A questo punto tanto valeva lasciare il divieto.
Scenette romagnole
domenica 9 novembre 2025
Chiacchierando con l'intelligenza artificiale
sabato 8 novembre 2025
Il livello
Il lato deprecabile di questo commento non sta tanto nel sarcasmo relativamente al giorno in cui è programmato lo sciopero. Meloni e Salvini sanno benissimo che gli scioperi vengono (quasi) sempre programmati di venerdì per un insieme di motivi di tipo logistico, di visibilità mediatica, di convenienza per i lavoratori ecc. (tra l'altro è interessante notare come i lavoratori che aderiranno allo sciopero, e che quindi rinunceranno a un giorno di stipendio, vengano irrisi da due personaggi, Meloni e Salvini, che in vita loro non hanno mai fatto un giorno di lavoro vero.)
Il lato deprecabile e triste del commento vergato dalla presidente del consiglio è l'infimo livello qualitativo dello stesso. Se si potesse togliere il nome Giorgia Meloni e mettere quello di un qualunque avventore del bar sotto casa mia sarebbe la stessa cosa. Siamo allo stesso livello. Leggendo quel post vengono subito alla mente i tanti bimbiminkia che infestano i social e che vergano frasi insulse e pateticamente ironiche condite di faccine.
Non so quanta responsabilità abbia la rete (secondo me tanta) e quanta ne abbia il generalizzato sprofondamento del livello culturale e civico nel nostro Paese, fatto sta che oggi chi ricopre ruoli apicali ai vertici delle istituzioni - molti, non tutti - si comporta in rete esattamente come l'ultimo dei novax. Sono abbastanza vecchio da avere vissuto in un periodo in cui la politica aveva ancora un proprio senso del decoro. Poi magari molti politici erano dei lestofanti, nessuno lo nega, ma esistevano nella comunicazione dei limiti di serietà e buon senso che oggi sono definitivamente tramontati.
Oggi ogni argine è rotto e vale tutto, e tramite le loro pagine social politici e uomini delle istituzioni lanciano contumelie, bufale, balle esattamente come chiunque altro.
Nietzsche e Marx si davano la mano
Ieri sera ho partecipato all'ultimo appuntamento della annuale rassegna filosofica misanese, che si svolge ogni anno in novembre al teatro Astra di Misano Adriatico. L'ultimo ospite di questo ciclo di incontri è stato Marcello Veneziani. Sono stato indeciso fino all'ultimo se partecipare; in primo luogo perché ero sveglio dalle cinque e avevo qualche timore di abbioccarmi (non sarebbe stata la prima volta); in secondo luogo perché Marcello Veneziani oltre che filosofo è anche giornalista e verga spesso editoriali su quotidiani tipo Il Giornale, La Verità, Panorama e compagnia bella. Questo ovviamente non significa niente, ma la cosa mi faceva comunque storcere il naso. Alla fine ho deciso di vincere i miei pregiudizi e il timore di abbioccarmi e ci sono andato.
Al termine della conferenza sono stato contento di esserci andato: il Veneziani giornalista e il Veneziani filosofo non sono la stessa persona, ennesima dimostrazione che spesso i pregiudizi irrazionali che albergano nella nostra mente sono appunto... pregiudizi. In realtà non posso neppure dire come sia il Veneziani giornalista, semplicemente perché non ho mai letto un suo articolo; so che scrive sui summenzionati giornali semplicemente perché quando sfoglio le rassegne stampa e passo in rassegna le prime pagine vedo i suoi editoriali, ma non ne ho mai letto uno. Potrei cominciare, magari scrive anche cose interessanti, vai a sapere.
Comunque sia, nell'incontro Veneziani ha presentato il suo ultimo saggio: Nietzsche e Marx si davano la mano. Nell'immaginario collettivo i due grandi pensatori del XIX secolo sono sempre stati considerati diversissimi per cultura e idee. Veneziani nel suo libro prende in esame le affinità e le divergenze tra loro e nota come le prime non siano poche, forse addirittura maggiori delle seconde. Insomma, secondo Veneziani i due non erano su sponde così opposte come comunemente si pensa. Per chiarire tutto ciò utilizza nel libro l'espediente retorico dell'incontro, attraverso il quale esplorare le loro vite e mettere a confronto i rispettivi pensieri. Nella realtà, invece, i due filosofi non si incontrarono mai pur essendo stati contemporanei.
Partendo da Nietzsche e Marx, Veneziani si è poi profuso in una interessantissima analisi sull'evoluzione (involuzione?) della società europea dall'Ottocento fino a oggi, facendo notare come buona parte delle previsioni formulate dai due pensatori si sono poi realizzate, come ad esempio la progressiva secolarizzazione, la perdita di valori e l'avvento del nichilismo conseguenti all'uccisione di Dio (Nietzsche) e alla progressiva alienazione dei lavoratori, concentrazione dei capitali e aumento progressivo delle disuguaglianze conseguenti all'affermazione del capitalismo (Marx). Difficile, oggi, negare la tragica correttezza di questi assunti. Poi, certo, anche loro hanno preso qualche cantonata. Nietzsche, ad esempio, preconizzava la nascita del suo "oltreuomo", in grado di creare nuovi valori che consentissero forme di emancipazione umana sconosciute fino ad allora. Non è andata così e oggi la popolazione europea è sostanzialmente una massa di individui omologati e piuttosto passivi. Marx, dal canto suo, prevedeva che il capitalismo e tutte le sue storture sarebbero implosi su se stessi e si sarebbe affermato il comunismo. Pia illusione.
Piccola nota a margine. Come forse ai più attempati tra i miei 32 lettori non sarà sfuggito, il titolo scelto da Veneziani per il suo saggio, Nietzsche e Marx si davano la mano, è la citazione di un verso di una vecchia canzone di Antonello Venditti, Compagno di scuola, una canzone che ho sempre amato molto. Veneziani ha spiegato di aver fatto questa scelta perché quel pezzo è sempre piaciuto molto anche a lui e anche perché i due ragazzi che nel racconto di Venditti si ritrovano al bar della scuola, con le loro idee politiche antitetiche, sono la perfetta metafora dei diversissimi Nietzsche e Marx che si danno la mano.
Ah, dimenticavo: alla fine non mi sono abbioccato :-)
venerdì 7 novembre 2025
Beati i ricchi
giovedì 6 novembre 2025
Dopo 160 pagine
Bias cognitivi
mercoledì 5 novembre 2025
lunedì 3 novembre 2025
Laika
domenica 2 novembre 2025
Una Samarcanda che non conoscevo
Il riassunto
sabato 1 novembre 2025
Michela e Dumas
Se scorre il sangue
L'ultimo dei quattro racconti lunghi che compongono questa raccolta, Ratto, l'ho letto stamattina. Alle cinque e mezza mi sono svegliato e non riuscendo a riaddormentarmi - non credo sia un mistero per nessuno che più si va in là con l'età e meno si dorme - mi sono buttato sul libro. L'avevo iniziato qualche giorno fa dopo che Michela mi aveva raccontato le sue ottime impressioni relativamente al film The life of Chuck, ispirato a uno di questi racconti.
Una volta chiusa l'ultima pagina ho provato ancora una volta la sensazione che ogni lettore credo conosca bene, quella del ritorno alla realtà, la realtà vera, tangibile, che nel mio caso era rappresentata da un certo fastidio alla schiena a causa della posizione assunta per leggere e dalla luce fuori della finestra che ovviamente non c'era alle cinque e mezza. Prima di tornare di qua, nella mia camera, ero ovviamente di là, nella baita sulle montagne in cui Drew si era ritirato per poter scrivere il suo primo romanzo, e nel periodo in cui sono stato di là, del di qua mi sono completamente dimenticato. In fondo i libri fanno questo, no? Portano le persone in altri posti, e credo che nessuno meglio di King sappia farlo.
Stomaci forti
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