martedì 21 novembre 2023

Noi e gli alberi


Oggi è la Giornata mondiale degli alberi, una delle tante giornate mondiali di qualcosa che ci siamo inventati non si sa bene perché.

Quando si parla di alberi, a me vengono sempre in mente alcune pagine di "Sapiens, da animali a dèi", di Yual Noah Harari, in cui lo storico israeliano dice che quando vede le immagini degli ambientalisti che abbracciano gli alberi, un po' sorride.

Sorride perché la nostra specie, Homo Sapiens, da quando è apparsa su questo pianeta, circa 200mila anni fa, ha causato l'estinzione dell'83% di tutte le specie di mammiferi selvatici della Terra e del 50% delle piante. Ancora oggi il ritmo con cui si deforesta e si disbosca in tutto il mondo è impressionante, e forse non molti sanno che c'è correlazione tra deforestazione e eventi pandemici come quello del Sars-CoV-2. 

Si deforesta principalmente per tre motivi: 

1) La creazione di nuove aree coltivabili: la necessità di creare nuovi terreni per l'agricoltura e l'allevamento è uno dei principali fattori alla base della deforestazione. Si aggiungono anche i terreni utilizzati per scopi minerari e edilizi, o acquisiti da grandi speculatori per le monocolture.

2) Legname come combustibile: il legno è ancora la principale fonte di combustibile per un terzo della popolazione mondiale che lo utilizza per il riscaldamento domestico.

3) Legno pregiato: la domanda di legno pregiato spinge il taglio degli alberi nelle foreste equatoriali e tropicali.

Molti studi, peraltro convergenti, dicono che per ripristinare l'originale tasso di biodiversità presente sul pianeta prima che arrivassimo noi, occorrerebbero cinque milioni di anni. In altre parole, in soli 200mila anni abbiamo distrutto ciò che la natura aveva creato in milioni di anni di vita senza di noi.

Siamo quelli che Harari definisce "serial killer ecologici", la più invasiva e distruttiva specie mai apparsa sul pianeta. Però ogni tanto abbracciamo gli alberi. Così, come moto di simpatia e affetto per gli ultimi rimasti.

1 commento:

  1. La specie umana è il cancro del pianeta. Altro che progresso e civilizzazione, tutti alibi per negare a sé stesso il proprio istinto distruttrice e prevacitatore.
    Sinceramente speravo che una pandemia inducesse la gente a più miti atteggiamenti, tanto da parte del politico quanto da parte del ragazzino impulsivo che ha perso un congiunto causa covid, dato che i cadaveri delle nostre sfide alla Natura ce li hanno portati via a camionate... E invece distruggiamo e violentiamo ancora, indisturbati e impuniti, anzi incentivati da leggi scritte apposta ed eventuali attenuanti scritte a tavolino.

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