giovedì 2 novembre 2023

Se telefonando

Comunque, riguardo alla famosa telefonata, il numero di palazzo Chigi si trova facilmente con 30 secondi di Google. Il problema non è quello ma il fatto che quella telefonata sia stata passata alla Meloni, il che significa che il primo che passa di lì e usa un nome di fantasia viene fatto parlare col presidente del Consiglio. Non mi sembra proprio irrilevante, come fatto.

Poi c'è il contenuto della telefonata, dove si scopre ad esempio che la Meloni sulla questione delle migrazioni ammette il fallimento più totale. Ammissione notevole. Poi c'è la questione ucraina. In privato, col sedicente presidente della lega africana (in realtà i due burloni russi), fa un ribaltamento totale rispetto a quanto detto e ridetto sia in Parlamento che alla stampa che nei simposi internazionali. Qui la parola d'ordine è sempre stata aiuti militari ed economici all'Ucraina senza se e senza ma, fino alla vittoria finale. Nella telefonata si scopre invece una Meloni favorevole a un negoziato, un compromesso che accontenti entrambe le parti, la Russia e l'Ucraina. Se non è una svolta questa. 

C'è da notare, a questo proposito, che la strada del negoziato è quella che fin dall'inizio è stata battuta dai pacifisti, quelli che per questo motivo sono sempre stati dileggiati, irrisi, bollati come filo-putiniani e stupidaggini simili. Adesso si scopre che anche la Meloni è per il negoziato. Parafrasando un vecchio detto: "In telefono veritas".

5 commenti:

  1. Propongo "in burla veritas", in questo modo vale anche se il prossimo scherzo sarà fatto a mezzo mail o videochiamata su MS Teams. 😃

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  2. Ma guarda, scopriamo che i politici hanno la lingua biforcuta. Chi l'avrebbe mai detto...

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  3. Ma infatti. Anche se mi pare che una smentita così plateale capiti raramente.

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  4. C'è solo il negoziato, in Ucraina come in Palestina. E chi dovrebbe propiziarlo sono tutti i paesi del mondo che sanno che uno spritz al tramonto è meglio che correre nel bunker dopo la sirena.

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