martedì 7 novembre 2023

Intendersi sulla vita

Riguardo allo spinoso caso di Indi Gregory, la bambina inglese di otto mesi affetta da una malattia genetica incurabile, a cui i medici hanno deciso di sospendere l'assistenza medica per non continuare a infliggerle inutili sofferenze, mi sento di condividere le considerazioni della Dott.ssa Alice Rotelli la quale, da medico, spiega in maniera molto chiara cos'è questa rara malattia e gli effetti che provoca in chi ne è affetto. 

Trovo che siano considerazioni condivisibili perché invitano a mettere da parte la "pancia" e chiamano in causa il raziocinio e il cervello, anche se è evidente, e per certi versi comprensibile, che in tragedie come questa la razionalità fatichi a trovare casa. 

Mi aggancio a questo per una breve considerazione su quanto detto da Giorgia Meloni a commento della decisione del governo di accordare la cittadinanza italiana alla bambina per permetterle così di essere assistita in un ospedale italiano, cioè queste: "Dicono che non ci siano molte speranze per la piccola Indi, ma fino alla fine farò quello che posso per difendere la sua vita. E per difendere il diritto dei genitori a fare tutto quello che possono per lei". 

Apparentemente l'impegno a "difendere la sua vita" è ineccepibile. Chi non sarebbe d'accordo a difendere la vita, qualsiasi vita? Tutto sta ad accordarsi su cosa si intende per vita. Se con questo sostantivo si intende il mero insieme di funzionalità e processi biologici, come nel caso di malati terminali affetti da malattie senza scampo, allora non si difende la vita ma si difendono quei processi biologici. Stop. Ma la vita non è solo questo, la vita è biografia, è azione, è svegliarsi al mattino per andare a scuola, al lavoro, a camminare in collina, a fare un viaggio; la vita è relazione, incontri, passioni, anche dolore, frustrazione, vittorie, sconfitte. Questa è la vita nella sua accezione più ampia e completa. Ed è questa, a mio parere, che va difesa. Difendere un mero insieme di processi biologici è a mio avviso il materialismo più bieco, e credo anche una forma di egoismo, non c'entra niente con la valenza spirituale insita nel concetto della difesa della vita, ma c'entra con una visione esclusivamente materialistica della vita. 

I medici inglesi che hanno deciso di interrompere l'assistenza sanitaria non l'hanno fatto perché sono ciniche persone senza cuore, ma l'hanno fatto forse proprio perché un cuore ce l'hanno, e davanti a una malattia genetica incurabile che provoca una progressiva e irreversibile debilitazione di tutto l'organismo tra atroci sofferenze, ritengono che interrompere quelle sofferenze sia ciò che per la legislazione inglese viene definito "massimo interesse del minore".

13 commenti:

  1. come non essere d'accordo con le tue parole... la vita deve avere una dignità, come per la morte.

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  2. Sono d'accordo ma per i genitori avere in vita la bambina non è lo stesso che averla morta.

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  3. >per i genitori avere in vita la bambina non è lo stesso che averla morta

    È naturale che sia così. Ma la bambina sarà comunque morta tra breve tempo (mediamente i bambini affetti da questa patologia muoiono entro il secondo anno di vita), quindi che senso ha prolungarne l'agonia?

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  4. non è facile trovare un punto di equilibrio in questa tragica situazione in cui ragione e diritti non sono tutti dalla stessa parte.
    se dal punto medico ci troviamo davanti a una malattia irreversibile, spiace però vedere giudici e medici schierati contro i genitori che sono i legali tutori dei diritti del minore.
    anche da noi capita che il giudice intervenga a togliere la patria potestà, per esempio a genitori testimoni di geova che rifiutano una trasfusione salva vita al proprio figlio. Ma in quel caso si tratta di un intervento per salvare la vita, qui per sopprimere una vita già di per sè segnata in modo irreversibile. Si sarebbe dovuti arrivare a concordare con i genitori la cessazione delle cure con un approccio più morbido ed empatico (se è vero che i medici giustificavano la loro decisione con il costo del mantenimento delle cure)
    non ho dubbi invece nel considerare inopportuno l'intervento del governo italiano che pretende di sostituirsi agli inglesi senza proporre cure alternative inesistenti, ma solo
    in nome di un generico principio di salvare una vita a tutti costi, quando invece non applicano lo stesso principio per soccorrere (costi quel che costi) un minore in mare.
    massimolegnani

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  5. >spiace però vedere giudici e medici schierati contro i genitori che sono i legali tutori dei diritti del minore

    Concordo, ma è un effetto della legislazione inglese, la quale in questo senso è diversa da quella italiana. Da noi la decisione spetta ai genitori, là ai medici.
    Per tutto il resto concordo con te, specie là dove evidenzi la differenza di considerazione tra una bambina inglese e i tanti bambini che muoiono nel Mediterraneo a causa delle sciagurate politiche di ostacolo ai soccorsi di questo governo.

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  6. Sento una profonda forma di rispetto per questa bambina e per i suoi genitori.Credo che qualunque tentativo di "intendere la vita"
    in questo caso, ricada su qualcosa di errato...in fondo mica siamo i diretti interessati, sarà per questo che temo i miei sbilanciamenti e quelli altrui,visto che è sulla Meloni che ricadono i riflettori.


    L.




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  7. >Credo che qualunque tentativo di "intendere la vita" in questo caso, ricada su qualcosa di errato

    Io invece non credo, nel senso che ognuno intende e interpreta la vita in base al proprio personale background culturale ed educativo. Siamo quindi nel campo della soggettività, e la soggettività non può essere inquadrata nell'ambito di errato o non errato, altrimenti non sarebbe soggettività.

    >visto che è sulla Meloni che ricadono i riflettori

    I riflettori ricadono sulla Meloni semplicemente perché è stata lei ad accenderli con quello che ha detto pubblicamente e con l'iniziativa intrapresa dal governo.

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  8. Rimanendo nel soggettivo perché disquisire nell'intendersi sulla vita,dal momento che te stesso non gli dai nessun senso?Non provare a negare perché altrimenti ti riporto davanti al te stesso di un'altra parte:)

    Quando la vita non ha nessun senso , perché dovrebbe averne la politica,il tuo scrivere,i libri ,il piano ,Galimberti e le sue conferenze,Indi e la sua lotta tra vita e morte?

    Buonanotte e grazie

    L.

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  9. >Rimanendo nel soggettivo perché disquisire nell'intendersi sulla vita,dal momento che te stesso non gli dai nessun senso?Non provare a negare perché altrimenti ti riporto davanti al te stesso di un'altra parte:)

    Non serve, so benissimo cosa ho scritto e dove l'ho scritto. E per quanto mi riguarda è vero: la vita di per sé non ha alcun senso, è palese che è così. Ma io intendo la vita in senso lato, non quella umana in particolare. Che senso ha ad esempio che nel poco terriccio tra il marciapiede e l'asfalto nasca l'erba? Nessuno. Semplicemente ci sono le condizioni fisico-chimiche perché ciò accada e accade. Tutto qua. E la vita umana non fa eccezione. Quando io dico, riprendendo Galimberti, che la vita (compresa quella umana) non ha alcun senso intendo dal punto di vista biologico. Ma siccome la vita, come scrivevo nel post, non è solo un insieme di processi biologici, allora un senso lo acquista, o perlomeno tentiamo di darglielo. In fondo cosa ha fatto l'uomo da quando ha messo piede sulla terra? Ha tentato di dare un senso alla vita. E perché l'ha fatto? Perché di per sé non ce l'ha. Se la vita avesse un senso gli uomini non si sbatterebbero da millenni per tentare di dargliene uno, ti pare?

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  10. Qui ci sono dei genitori che al miracolo non possono non crederci. Perché già una vita è miracolo comunque, oltre il punto di vista biologico. E in questo è un loro personalissimo miracolo. Se morirà comunque a breve, non lasciateli con nulla di intentato, saranno più sereni, o almeno se ne convinceranno.

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  11. D'accordo con te. Se Meloni vuole difendere la vita, aiuti i disperati che approdano sulle nostre coste proprio per dare un senso alle loro vite, anziché osteggiarli in tutti i modi assieme a quell'altro buffone...

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  12. >Se morirà comunque a breve, non lasciateli con nulla di intentato, saranno più sereni, o almeno se ne convinceranno

    Concordo sul non lasciare niente di intentato. Mi chiedo solo se barattare la loro maggiore serenità con la sofferenza della piccola sia giusto.

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  13. I medici agiscono nel migliore interesse del paziente, i genitori non sempre sono in grado di farlo.
    Ma che senso ha prolungare un'agonia disperata?

    I medici italiani che cosa hanno a cuore? L'interesse della bambina, o la loro visibilità, l'essere considerati dal mondo come i tutori della vita a oltranza? "Noi siamo buoni, gli inglesi invece no"???
    E cosa dire degli americani, che si sono detti disponibili a tentare terapie sperimentali? "Tentare una terapia sperimentale" significa "fare esperimenti" su una bambina di pochi mesi che ha il diritto di morire serenamente fra le braccia dei suoi disperati genitori.

    È l'ultimo regalo che possono farle.

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