domenica 26 novembre 2023

Vita e mercato

Al bar. Il tg alla televisione racconta della donna morta a Roma perché investita dall'albero caduto per le raffiche di vento. Un tipo al banco commenta: "Eh vabbe', ormai era anziana, sarebbe stato peggio se fosse morto un giovane. Ormai valeva poco."

Siamo talmente impregnati di cultura mercantile e di denaro come "generatore simbolico di ogni valore" (cit.) che ormai misuriamo il valore della vita in base a criteri meramente economici e diciamo queste cose senza neppure pensarci.

8 commenti:

  1. Fantastico. Soprattutto la chiusa "ormai valeva poco".
    Mi verrebbe da chiedere a quel gentile cogl... ehm, signore se quando raggiungerà una certa età intende suicidarsi per non continuare ad essere un peso per la società.

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    1. Il problema è che questo tipo di pensiero credo sia più diffuso di quanto si pensi.

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  2. Assenza di empatia, e anche il modo in cui oramai sono sbrigati certi doveri di cronaca hanno la loro parte di colpa: invece la morte di una persona, la fine di una vita, viene smerciata come il risultato di una partita di calcio o dell'inizio di un nuovo reality, anzi di quelli se ne parla pure di più, e non dite che non è vero! Sbolognare notizie tutte allo stesso modo è mancanza di rispetto verso la vittima, un pretesto per raccontare un "fatto insolito" perché quello è ciò che il pubblico è stato viziato ad aspettarsi dato che il livello del giornalismo italiano sta raschiando il fondo.
    Dal canto nostro, se provassimo dolore per qualunque persona che muore, anche sconosciuta, e innata empatia per i suoi congiunti, avremmo un mondo migliore.

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    1. Sul provare dolore sono d'accordo con te. Tuttavia occorre tenere presente che l'apparente menefreghismo verso la morte non ha solo radici nel cinismo ma anche antropologiche, nel senso che la nostra psiche è programmata in modo da relazionarsi emotivamente in misura maggiore con ciò che la circonda. Questo è il motivo per cui se muore un nostro congiunto ci disperiamo, se muore un vicino di casa ci dispiace ma finisce lì, se ci dicono che nel mondo ogni minuto muoiono sei bambini di fame diventa una statistica.
      Non sto giustificando il menefreghismo, sia chiaro, sto solo evidenziando come l'eventuale insensibilità con cui ci approcciamo a ciò che accade lontano da noi non dipende solo da cinismo.

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    2. Secondo me la radice antropologica, che conosco e comprendo, è almeno in parte l'alibi per produrre deliberatamente offesa al prossimo, dalla notte dei tempi. Poi sono arrivate le leggi a mettere qualche toppa, ma il "vizio" era ormai nel nostro DNA.

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  3. In alcune culture asiatiche è tutto il contrario. Più sei anziano, più sei di valore in quanto saggio.

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    1. Esattamente come nell'antica Grecia, dove il tempo era scandito in cicli e una persona anziana, avendo visto molti cicli, veniva venerata in quanto saggia.

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    2. Anche tra i popoli nativi delle Americhe è così, almeno per quei pochi che sono rimasti, guarda caso sterminati dal "bianco europeo" spacciatosi per colonizzatore e portatore di fede...

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