venerdì 23 dicembre 2022

Relativismi matrimoniali e familiari

È sempre piuttosto difficile, per noi, accettare il fatto che certe abitudini e certe convenzioni, oggi magari rigidamente codificate e normate, sono relativamente recenti. Prendete il matrimonio religioso, ad esempio. Viene naturale pensare che le modalità e l'importanza con cui oggi si celebra siano le medesime da sempre. Non è così. Per oltre metà della sua storia, cioè fino al XII secolo, alla chiesa cristiana del matrimonio non è importato assolutamente nulla, era anzi visto come una cosa che riguardava i laici e da cui prendere le distanze, tanto è vero che veniva addirittura prescritto ai preti di starne alla larga.

Poi, lentamente, le cose sono cambiate. A partire infatti dal 1200 circa la chiesa ha cominciato a rivalutare matrimonio e famiglia, a elaborare le prime regole per codificarlo fino, alla fine, elevarlo alla dignità di sacramento, mentre per oltre metà della sua storia è stato appunto considerato qualcosa meno di un fastidio. Tutto questo per ribadire, ancora una volta, quanto tutto sia relativo e nulla eterno. Non esiste niente, delle nostre convenzioni, a cui magari siamo tanto affezionati, che sia così da sempre, ma tutto si muove e si modifica in base a singole contingenze dei vari periodi storici.

Questo, naturalmente, non può non suscitare qualche riflessione un po' "eretica", se così si può dire. Un non credente come lo scrivente, ad esempio, si chiede come sia possibile, visto che oggi il matrimonio è un sacramento e l'unione dei due è benedetta da Dio, che per 1300 anni il suddetto Dio abbia snobbato il matrimonio e poi, da una certa data, abbia cominciato a dargli peso. A meno che anche per Dio sia sempre stato importante ma la chiesa si sia accorta solo tardivamente di questo suo interesse. Vabbe', fine della riflessione eretica.

Sulla storia (ovviamente riassunta) dei rapporti tra chiesa e matrimonio ci sono questi venti minuti del grande Alessandro Barbero.


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