domenica 13 novembre 2022

Desiderio

Leggo nel libro Le cose dell'amore, di Umberto Galimberti, che la parola desiderio deriva da de-sidera, dove "sidera" è riferito alle stelle.

Ai tempi dei romani i "desiderantes" (da cui "desiderio"), termine citato per la prima volta da Giulio Cesare nel De bello Gallico, erano le sentinelle che di notte si mettevano ai margini dell'accampamento ad aspettare i soldati che ancora non erano rientrati dalla battaglia. Trascorrevano quindi la notte sotto le stelle ("sidera") ad aspettare chi mancava. Da qui il connubio desiderio-mancanza. Perché io desidero ciò che non ho, ciò che mi manca. Una volta che ce l'ho non lo desidero più e mi limito a godere del suo possesso.

7 commenti:

Gas75 ha detto...

Bell'aneddoto. Ora si esprime un desiderio quando si osserva una "stella" cadente.

Sari ha detto...

Il sapere permette la piena comprensione e dà valore alle parole che pronunciamo anche distrattamente. Scrivi che la soddisfazione di un desiderio permette di godere del possesso... spesso non è così ma qui si entra in tutt'altro discorso.
Belle letture le tue.
Ciao Andrea.

Andrea Sacchini ha detto...

Esatto. Molto usato anche qua dalle mie parti.

Andrea Sacchini ha detto...

Grazie Sari. Buona domenica :-)

Flo ha detto...

Mi inchino di fronte alla siderale cultura di Galimberti però, dal profondo della mia abissale ignoranza, noto che non spiega quel "de", chi in latino indica mancanza, come in demente, o diminuzione, come in degradare... Non dice altro il tuo libro?

Andrea Sacchini ha detto...

No, purtroppo non aggiunge altro. La cosa ha incuriosito anche me, a dire la verità.

leggerevolare ha detto...

molto interessante... grazie. Elisa

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