mercoledì 10 agosto 2022

Lungo il fiume

L'uomo uscì di casa verso le otto, dopo aver cenato e aver rassettato alla bell'e meglio l'angolo cucina. In realtà non c'era granché da sistemare, dato che da molti anni, ormai, viveva solo. Giusto il piatto, il bicchiere e un paio di posate. Appoggiò tutto nel lavabo, dove riposavano ancora piatti e bicchieri del giorno prima e di quello prima ancora. Ogni giorno era un rimandare il lavaggio al giorno successivo e il lavabo portava il peso di tutti i piatti non lavati nei giorni precedenti. Uscito, fece poche decine di metri, camminando senza fretta. Un po' per l'età e un po' perché nelle fasi finali della vita non si ha più voglia di correre.
Imboccò quindi la pista pedonale che costeggiava il fiume, come faceva ogni sera. I lampioni situati lungo il camminamento mandavano una luce fioca ma sufficiente a penetrare il buio.
Conosceva quel tragitto a memoria: ogni lampione, ogni panchina, anche ogni cestino dei rifiuti; avrebbe potuto percorrerlo anche se i lampioni fossero stati spenti. 

Arrivò alla panchina, non una qualsiasi, ma la sua, quella su cui si sedeva ogni sera. Si sedette. Da una tasca interna della giacca logora tirò fuori un pacchetto di Marlboro. Lo aprì e vide che ne erano rimaste due. Ne prese una e l'accese, poi si mise a guardare il lento fluire dell'acqua nel piccolo specchio illuminato dalla luce fioca del lampione. Ogni sera l'uomo si sedeva su quella panchina e, mentre guardava il fluire lento dell'acqua, ripensava all'altrettanto lento fluire della vita vissuta: occasioni perdute, rimpianti, ricordi belli e ricordi che facevano male, ma anche gioie, cose belle successe. I ricordi che affioravano, scomposti, imprevedibili, privi di qualsiasi coerenza, si mischiavano al filo sottile di fumo che saliva dalla sigaretta che teneva tra le dita.
Gli piaceva ripetere ogni sera quel rituale, anche se non sapeva bene il perché; probabilmente perché nella vita - pensava - si ha bisogno anche di ritualità, e la ritualità implica l'avere dei punti fermi, quei punti fermi limitano l'angoscia.

L'uomo rimase seduto sulla panchina per una ventina di minuti. A un certo punto sentì dei passi che si avvicinavano. Si voltò per guardare chi fosse. Erano un uomo e una donna, tutti e due di mezza età. Camminavano tenendosi per mano, parlando del più e del meno. "Buonasera," disse l'uomo. "Buonasera," replicò la coppia all'unisono. Non appena furono usciti dal cono di luce fioca del lampione, l'uomo si alzò dalla panchina e s'incamminò verso casa, e camminando pensava che anche a lui sarebbe piaciuto avere qualcuno con cui poter chiacchierare camminando la sera in riva al fiume. C'era, una volta, una persona con cui aveva condiviso parte della vita, ma se n'era andata da tempo.

Arrivò a casa, entrò. Accese la luce e chiuse a chiave la porta, poi si avviò al piano di sopra, verso la camera da letto. Nel lavabo erano sempre ammucchiati i piatti degli ultimi giorni. Li avrebbe lavati l'indomani.
Forse.

5 commenti:

siu ha detto...

Bello!

Andrea Sacchini ha detto...

Grazie :-)

Andrea Sacchini ha detto...

Ciao Valeria.

Sari ha detto...

Ero certa d'un finale diverso. Pensavo che la coppia "fresca", il ricordo e lo scorrere del fiume gli avrebbero reso possibile l'accostarsi al lavello per ritrovare la dignità d'una zona pulita.
Hai raccontato, bene, la banalità quotidiana di una persona depressa.
Ciao Andrea

Andrea Sacchini ha detto...

Grazie Sari.
Ciao.

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