venerdì 26 agosto 2022

Bergoglio e Strada

Ogni volta che ascolto gli strali (l'ultimo due giorni fa) di papa Bergoglio contro la guerra, strali e invettive anche crude che lancia da mesi, mi sembra sempre di sentire Gino Strada: stesse irruenza, stessi toni perentori, stessa intransigenza del grande chirurgo di guerra scomparso un anno fa. E, allo stesso modo di Gino Strada, stessa censura: pochi e brevissimi trafiletti nascosti nelle ultime pagine. 

Neppure al Meeting di Rimini in corso in questi giorni nessuno ne ha fatto cenno. Silenzio assoluto. Cioè, non so se sia chiaro: alla manifestazione più famosa organizzata da uno dei più grandi movimenti cattolici in Italia e non solo, non si fa menzione delle parole del papa.

Sembra quasi che essere pacifisti, oggi, sia una colpa, una vergogna, qualcosa da dissimulare per non dare fastidio a una società schierata in tutti i suoi strati a favore della guerra. Prendiamo atto.

6 commenti:

  1. A me viene una risata amara: il
    Papa non è più di moda.

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  2. Solo aiuti umanitari agli ucraini non mortali armi da guerra.

    Aiutiamoli dandogli accoglienza, cibo, vestiti, senza alimentare la guerra.

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    1. Bisognerebbe spiegarlo a chi continua a mandare armi.

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  3. Sinceramente credo poco agli anatemi della Chiesa, l'ultimo serio che ricordo fu quello di Wojtyla contro la mafia, uno che aveva capito come veicolare i messaggi prevenendo i taglia e cuci dei giornalisti: nei denti, in diretta, dritto per dritto!

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  4. Gli anatemi del papa non fermeranno la guerra, è ovvio. Sarebbe ingenuo pensarlo. Volevo solo rimarcare il fatto che il papa è ormai l'unica voce, mediaticamente autorevole, che ancora si schiera apertamente col pacifismo.

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