giovedì 14 luglio 2022

Tredici miliardi di anni

Quello che a me più impressiona delle immagini dell'universo scattate dal James Webb Space Telescope non è tanto l'aspetto "tecnico" del progetto, tanto il fatto che gli oggetti più lontani e fiochi visibili nell'immagine si trovano a 13 miliardi di anni luce dal nostro punto di osservazione. In altre parole, la luce emessa da questi oggetti, che oggi verosimilmente non esistono neppure più, ha impiegato 13 miliardi di anni per arrivare agli occhi del telescopio, consentendoci di "vedere" com'era l'universo subito dopo il Big Bang.

L'aspetto curioso della cosa è che le nostra mente (almeno la mia) fatica non poco a capire numericamente questo grandissimo lasso di tempo. È facile dirlo a parole, allo stesso modo in cui è facile dire un mese, un anno o un secolo, perché la nostra mente (almeno la mia) è abituata a ragionare con questi parametri, ma riuscire a concepire e a "visualizzare" tredici miliardi di anni è un altro paio di maniche.

Peccato che scienziati come Margherita Hack o Stephen Hawking non ci siano più, sarebbe stato interessante sentire qualche loro commento.

11 commenti:

Franco Battaglia ha detto...

Infatti la constatazione più terra terra del piccolo me umano - e che poi guarda caso corrisponde ad una tua osservazione -, è che quella roba probabilmente non esisterà più, e chissà cosa osserveranno tra altri tredici miliardi di anni. In che modo soprattutto, e se ne avranno bisogno, o faranno su giù per lo spazio tempo in un amen come noi ora sull'ascensore del Burj Khalifa.

Flo ha detto...

Ragionavo con mio figlio: immagina se, da qualche parte là in fondo nello spazio, a 1000 anni luce di distanza da noi ci fosse uno specchio piazzato là da qualcuno esattamente 2000 anni fa... potremmo vedere cosa c'era allora nella posizione che occupiamo adesso!

Gas75 ha detto...

Purtroppo le grandi distanze devono fare i conti col tempo. Del resto, nel nostro piccolo, se viaggiamo tra due città, l'ora di partenza è per forza di cose differente dall'ora di arrivo, e noi stessi arriviamo impercettibilmente "diversi" dalla partenza.
Su scala cosmica la cosa assume risvolti affascinanti per via di questi "tabù" circa la possibilità di vedere soltanto il passato remoto di luci lontane... Per fortuna la fantascienza alla Star Trek un po' compensa le mie frustrazioni, e sinceramente l'esplorazione immaginaria della nostra galassia mi basta e avanza. :-)

fustacchione ha detto...

Il nostro cervello si è sviluppato per comprendere ciò con cui ha a che fare più o meno quotidianamente, da cui l'estrema difficoltà (e spesso il sense of wonder quando la difficoltà viene gestita) a capire davvero gli ordini di grandezza fuori dal comune. Ad esempio, prova a rispondere de panza: a quanto corrispondono mille secondi? A quanto un milione? A quanto un miliardo? La risposta si trova più sotto.


















Mille secondi = circa un quarto d'ora




Un milione di secondi = circa 12 giorni e mezzo




Un miliardo di secondi = quasi 32 anni

leggerevolare ha detto...

esatto

Andrea Sacchini ha detto...

Tra tredici miliardi di anni non ci sarànno più né il nostro pianeta né il sole (che è una stella che si spegnerà tra cinque miliardi di anni). Quindi il problema direi che non si pone :-)

Andrea Sacchini ha detto...

Uhm, interessante. Non ci avevo mai pensato.

Andrea Sacchini ha detto...

Con un po' di rammarico ammetto di non aver mai visto nulla di Star Trek, mi toccherà recuperare.

Andrea Sacchini ha detto...

"De panza" è impossibile, ci ho dovuto pensare (e poi controllare la risposta) :-)

Gas75 ha detto...

Se vuoi una selezione di titoli, chiedi pure. :-)

Andrea Sacchini ha detto...

Ok, appena trovo un po' di tempo mi faccio vivo :-)

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