È innato in noi umani un rifiuto naturale di pensare che tutto possa finire qui. Non riusciamo ad accettare che la morte ponga fine a questa esperienza; per il nostro "io" non è concepibile, tanto che Jean-Paul Sartre diceva: "la mort est l'absurde".
Quindi ci siamo inventati di tutto per cercare di lenirla. Questa cosa è affascinante, se ci si pensa. Non dico questo per manifestare una sicurezza sul fatto che tutto finisce qui e di là non c'è niente (io credo che finisca tutto qui, ma di fatto non lo so), è solo perché appunto mi affascina vedere i millemila modi in cui l'uomo si ingegna per convincersi che di là ci sia altro.
Non sono parole stupide. Niente di ciò che viene da dentro può esserlo.
RispondiEliminaCiao Valeria.
In tanti abbiamo paura di millemila stupidaggini, figurati della morte. Si costruisce tutti un futuro, siamo architetti di percorsi, anche la coscienza del "finirà tutto qua", se ci pensi bene, è un gran bel costruire ipotesi.
RispondiEliminaVero, e costruire ipotesi è una delle cose in cui noi umani siamo più bravi.
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