martedì 5 luglio 2022

Vietato gioire

Molti commentatori fanno notare che non c'è da gioire ed esultare per la sentenza che ha condannato all'ergastolo i fratelli Bianchi, perché un ergastolo è sempre e comunque una sconfitta per tutti e perché, gioendo ed esultando, si contribuisce ad assottigliare ulteriormente la sottile linea che separa la giustizia dalla vendetta. 

Boh, non so, in parte concordo, ma non per questi motivi. Concordo sul fatto che ci sia poco da esultare perché tragedie come questa certificano in quale baratro di disumanità sia caduta la nostra società. Storie di prevaricazioni, sopraffazioni, mancanze di rispetto, violenze le abbiamo sotto gli occhi ogni giorno. Sono pulsioni, queste elencate, che sono innate nell'essere umano ma che si possono modulare con l'educazione, la cultura, la cura dei sentimenti. E persone che si macchiano di atrocità come quella commessa dai fratelli Bianchi dimostrano che viviamo in una società ormai gravemente carente da questo punto di vista.

E allora, forse, la cosa da chiedersi è cosa possiamo fare noi, nel nostro piccolo, per cercare di cambiare questo stato di cose. Possiamo provare a praticare la gentilezza, come auspicava Gianrico Carofiglio; possiamo provare con l'esempio. Nella nostra Costituzione c'è scritto che la Repubblica si impegna a rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena realizzazione dell'essere umano, e Piero Calamandrei diceva che questa "Repubblica" non è un ente astratto situato chissà dove, siamo noi tutti, noi collettività, quindi il compito di rimuovere questi ostacoli è nostro.

In ogni caso, nonostante i pareri dei commentatori citati all'inizio, io che sono umano sono contento che sia stato dato l'ergastolo ai due fratelli. Non una contentezza alla Salvini e al suo "devono marcire in galera", ma una contentezza nel segno che giustizia (non vendetta) è stata fatta, conscio comunque che il vero lavoro da fare sarebbe una revisione totale del modo in cui abbiamo impostato la nostra società.

23 commenti:

  1. Sari scrive:
    La brutalità della politica, esercitata in varie forme, ha forse fatto credere che mostrare i muscoli sia cosa necessaria e premiante. Ha plasmato soprattutto leoni da tastiera che sentono lecito dare quel peggio di sè che scambiano per potenza.
    Il confine tra il lecito e il suo contrario è sempre più labile... e sono lieta di avere un'età e una formazione che mi mettono al riparo da certe derive.
    Personalmente, sono soddisfatta che la brutalità di "quei due" sia stata punita ma, soprattutto, che siano stati svestiti dall'immagine vincente che si erano creati e dalla impossibilità di uccidere o vessare ancora.
    Ciao Andrea.

    RispondiElimina
  2. Sari scrive:
    La brutalità della politica, esercitata in varie forme, ha forse fatto credere che mostrare i muscoli sia cosa necessaria e premiante. Ha plasmato soprattutto leoni da tastiera che sentono lecito dare quel peggio di sè che scambiano per potenza.
    Il confine tra il lecito e il suo contrario è sempre più labile... e sono lieta di avere un'età e una formazione che mi mettono al riparo da certe derive.
    Personalmente, sono soddisfatta che la brutalità di "quei due" sia stata punita ma, soprattutto, che siano stati svestiti dall'immagine vincente che si erano creati e dalla impossibilità di uccidere o vessare ancora.
    Ciao Andrea.

    RispondiElimina
  3. A mio parere, non esiste niente che si possa fare, ne' da parte nostra, ne' da parte dello Stato.
    Ci saranno sempre esseri crudeli che amano soggiogare gli altri. I sociopatici sono molti al mondo e l'unica cura sarebbe quella di isolarli.

    RispondiElimina
  4. Non esiste nulla, a mio parere, che noi , ne' uno Stato possa fare per evitare queste crudeltà innata in certe persone e non solo a causa dell'ambiente e dell'educazione.
    il fatto è che esiste un numero enorme di sociopatici.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo anch'io che ci sia ben poco da fare. Se ci fossero la volontà e le condizioni si potrebbe tentare di dare una svolta in modo che le generazioni future possano vivere in una società più umana, ma le condizioni non le vedo.

      Elimina
  5. Io sono contenta che abbiano dato l'ergastolo a queste due merde,e approvo il concetto: devono marcire in galera. Tanto la condanna dovrà essere confermata anche in Cassazione,avranno i vari " sconti di pena" tra 3 o 5 anni al max...permessi d'uscita.L'ergastolo inteso come...fine pena mai..tu dal carcere ci esco solo in orrizzontale, in Italia non esiste.Tra meno di 10 anni ,saranno già fuori.Inutile fare i soliti discorsi da buonisti ipocriti.Se fosse capitato a me,che due esseri schifosi avessero ucciso un mio affetto...l'ergastolo sarebbe semplicemente il MINIMO che uno stato di diritto potrebbe darmi come risarcimento.E basta !! con queste giustificazioni del caxx... quando uno è marcio di testa...resta solo una cosa da fare: eliminarlo dalla società.Peccato che non ci sia la pena di morte.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non sono d'accordo ma è giusto che ognuno esprima il suo pensiero.

      Elimina
    2. Bisognerebbe mettersi dei panni della famiglia della vittima...prima di fare tanto i buonisti, misericordiosi e propensi alla riabilitazione. Il morto a quella famiglia non lo restituirà nessuno e il loro dolore durerà per il resto dei loro giorni. Perchè gli assassini dovrebbero godere di un trattamento diverso?

      Elimina
    3. Pensi che non mi ci sia messo nei panni dei familiari? Pensi che non abbia pensato che quel ragazzo potrebbe essere mio figlio? Mi ci sono messo eccome. Ma qui non si tratta di fare i buonisti, non c'entra niente. Come ti ripeto, e come ho scritto nel post, sono contento che a quei due sia stato dato l'ergastolo e spero che scontino quanto la legge prevede che devono scontare. Ma il mio ragionamento era piu ampio e più generale, e verteva sui motivi per cui la società di oggi genera mostri come i due fratelli.
      Per quanto riguarda la riabilitazione ti informo che, almeno formalmente, il nostro sistema penitenziario dovrebbe essere strutturato per riabilitare, non solo per punire. Purtroppo non lo fa. Se lo facesse, è possibile che anche "persone" come i due fratelli abbiano una possibilità per capire la gravità di ciò che hanno fatto. Ma per capire questo occorre cambiare il nostro atteggiamento mentale, che per sua natura tende a ragionare in termini di vendetta piuttosto che di giustizia.
      E vale anche per me, naturalmente.

      Elimina
  6. Una riflessione letta ieri che trovo particolarmente calzante a riguardo:
    “Per fare un paragone calcistico, la Giustizia dovrebbe essere come un Barcellona che gioca in serie D o categorie simili. Le deve vincere tutte ed è normale che sia così. Invece, in Italia, la Giustizia è come il Bari se mai un giorno dovesse giocare in Champions League. Se funziona, e vince, ovviamente, si festeggia” (dal web)

    RispondiElimina
  7. Mi sono rallegrata anch'io per la sentenza.
    Ma in base a un senso più profondo e complesso del concetto di giustizia, e a un mio sentire più autentico... se dopo anche cent'anni di prigione, restano esattamente quelli che sono, direi che non ne viene gran che di buono per nessuno.
    Penso che solo se, a prescindere dalla galera, si trovasse il modo di farli maturare, evolvere e cambiare, allora ci sarebbe un senso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In teoria il carcere (almeno stando a quanto precede la nostra costituzione) dovrebbe avere più funzione rieducativa che punitiva, ma sappiamo bene che non è così. Quindi è pura utopia immaginare che possa in qualche modo "redimere" i due fratelli. L'educazione dovrebbe essere impartita dalle famiglie, dalla scuola, da chiunque abbia un ruolo sociale, ma anche qui sappiamo bene quanto tutto questo sia carente. Quindi non credo usciremo mai da questa situazione.

      Elimina
  8. Neppure io penso che sentirsi soddisfatti per una sentenza giusta sia un modo per palesare rabbiosa volontà di vendetta. Pure io, del resto, come ho scritto nel post, sono contento che ai due sia stato dato l'ergastolo.

    RispondiElimina
  9. ma sì, è chiaro che bisogna intendersi su cosa voglia dire gioire di una sentenza di questo genere... C'è tanta indignazione e rabbia di fronte a reati assurdi, com'è stato quello commesso ai danni di willy, per cui ci sta che si desideri, si invochi a tutta forza, "giustizia". Non vendetta. Applicare la legge e dare il massimo della pena - ed essere d'accordo con la sentenza - non ci rende certo dei barbari che amano la violenza...
    E comunque restano il dolore e l'amarezza pure quando questa sete di giustizia è soddisfatta, perchè c'è poco da avere il cuore allegro, la persona cui è stata sottratta ingiustamente e crudelmente la vita non tornerà a vivere, ma a qualcosa bisognerà pure aggrapparsi (penso alla famiglia, in particolare) per sperare che chi si macchia di certe azioni non la passerà liscia e pagherà per quello che ha fatto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo, Angela. Noi possiamo anche augurare ai due di marcire in galera, questo augurio risponde a una nostra legittima esigenza e serve, forse, a lenire un po' il dolore immenso generato da questo atto barbaro. Ma è un lenitivo che non riporterà in vita il povero ragazzo, risponde solo a un desiderio di conforto e di consolazione.
      Questo non significa che non sia giusto che ai due sia stato dato l'ergastolo, non è buonismo, come qualcuno qui sopra ha detto. È semplicemente un tentativo di anteporre il raziocinio alle pulsioni.

      Elimina
  10. Aggiungo il mio parere ai tanti commenti: credo di capire da cosa dipenda la tua sensazione di soddisfazione incompleta (spero di non farti troppo torto sintetizzando tutto il tuo pezzo in due parole!).
    Il singolo episodio è stato giudicato e i colpevoli puniti adeguatamente: ma che dire dei fattori sociali che hanno portato a quella tragedia? No, in tal senso non è cambiato niente: qualcosa di analogo prima o poi riaccadrà perché niente la mentalità degenerata in cui conta il macchinone, l’essere super muscolosi (magari imbottiti di steroidi) o il mostrarsi più forti di un debole…

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai sintetizzato benissimo ciò che ho voluto dire. Purtroppo noi abbiamo strutturato la nostra società sulla base di valori che incentivano la disumanizzazione, e per cercare di evitare che cose simili si ripetano bisognerebbe ripensare questa struttura sociale. Cosa che noi non facciamo e non faremo, inutile girarci attorno. Possiamo fare qualcosa nel nostro piccolo, ma non ci sono speranze che possa servire a cambiare l'andazzo imperante.

      Elimina
  11. Salvini è un emerito c0gl1on3...
    La sentenza per omicidio non può essere diversa dall'ergastolo che significa, almeno per me, togliere dei soggetti pericolosi dalla società per il benessere collettivo.
    Quando un omicida torna il libertà per me la vittima viene uccisa una seconda volta dallo Stato.
    Un criminale in carcere costa allo Stato, le carceri sono piene? Allora che lo Stato investa in prevenzione, in educazione civica (in senso esteso) sin dalle scuole primarie, con tanto di esame da superare e magari rinnovare ogni tot anni, come l'esame per il rinnovo della patente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. >Quando un omicida torna il libertà per me la vittima viene uccisa una seconda volta dallo Stato

      Sono d'accordo nel caso il reo venga rilasciato per esaurimento dei termini della pena senza che il tempo trascorso in regime di detenzione sia stato utile a una sorta di "redenzione". Ci sono persone, invece, che durante gli anni che trascorrono segregate fanno una sorta di revisione della propria vita, di ciò che hanno fatto, e quando escono provano a reinserirsi nella società in maniera corretta cercando di non rifare gli sbagli già commessi. In questi casi non è uccidere una seconda volta.
      Il problema è che si tratta di casi rari, perché per tutta una serie di motivi il nostro sistema carcerario non assolve alla funzione per cui è stato pensato, che è cercare di rieducare le persone, è questo il vero dramma.

      Elimina
  12. Concordo. Ma credo non c'entri il discorso "a me non fanno nessuna pena". Neppure a me quei due fanno alcuna pena e sono contento che siano stati condannati.
    Io cerco solo di evidenziare che c'è una differenza tra sententi di vendetta e di giustizia.

    RispondiElimina
  13. "Molti commentatori fanno notare che non c'è da gioire ed esultare per la sentenza che ha condannato all'ergastolo i fratelli Bianchi, perché un ergastolo è sempre e comunque una sconfitta per tutti e perché, gioendo ed esultando, si contribuisce ad assottigliare ulteriormente la sottile linea che separa la giustizia dalla vendetta"

    È senza dubbio un richiamo di attenzione,dove come te stesso hai compreso attraverso la risposta sugli stessi commenti di questa pagina,è una linea talmente sottile da poter essere facilmente valicata passando dal senso di giustizia al senso di vendetta.

    Potrei anche dire che se mi soffermassi su come è strutturata una frase i cui termini "gioire"ed "esultare" assumano accezione negativa in un contesto di reale violenza,rischierei di perdere di vista i fatti stessi che dimostrano la gravità disumanizzante della struttura della società in cui viviamo.
    Ti ho visto ripetere quasi provocatoriamente di " essere contento " per la sentenza ,ribadendo un concetto chiarissimo peró che si schiera per un senso di giustizia (che deve pur esserci a regolamentare la società) e non di vendetta su cui sei ben consapevole che è frutto di un atteggiamento mentale errato ,su cui bisognerebbe lavorarci.

    Qui si discute su due fratelli carnefici e vittime soprattutto di se stessi e che nutrendosi di cultura della visibilità e dell'apparenza sono sfociati in una conseguenza disastrosamente disumana e annientatrice, travolgendo la vita di un innocente.Come si fa a restare indifferenti,a non interrogarsi.Dici che possiamo farlo nel piccolo e non nel grande?Penso che se tutti si iniziasse proprio dal piccolo anche nel grande il male può essere ridimensionato.

    Intanto anche io gioisco di come i temi trattati nel tuo blog riaffiorano sviscerandoli seriamente.La famiglia,la scuola, le istituzioni,l'educazione,vedi come tutto torna?
    Mi piace molto come hai trattato questo tema ,devo dirlo
    .. e condivido tutto ,parola per parola ,l'unica cosa che ti/ci frega (scusami il termine),è questo senso di pessimismo finale che passa alla rassegnazione dove le cose mai cambieranno,è anche questa un utopia in cui spesso ci rifugiamo sai ,non tanto quella che potrebbe ribaltare la nostra società credendoci un po di più!

    Grazie


    L.

    RispondiElimina

Se tutto è antisemitismo

  Le immagini che vedete qui sopra sono prese dalle prime pagine di alcuni dei principali quotidiani di destra di questa mattina: Foglio, Li...