domenica 9 maggio 2021

Le Confessioni

Ho terminato di leggere il celeberrimo Le Confessioni, di Agostino d'Ippona. L'ho terminato anche con una certa sorpresa, nel senso che avevo messo in conto un suo possibile accantonamento prima di arrivare alla fine. Invece non è stato così, e devo ammettere che a tratti mi è pure piaciuto, specie nelle parti in cui non mi sono perso tentando di seguire i contorti ragionamenti e le funamboliche peripezie intellettuali dell'autore.

La prima impressione che ho avuto, già dopo poche pagine, è che sant'Agostino era un invasato di quelli da ricovero (invasato, qui, va inteso come eufemismo). Tuttavia, allo stesso tempo, gli va innegabilmente riconosciuta una grande capacità di pensare e filosofare, e una altrettanto grande curiosità e bisogno di capire, non solo in relazione alle cose di Dio e alla infinità di insanabili contraddizioni insite nei tanti dogmi cristiani (solo le sue riflessioni su come si possa conciliare l'esistenza del male in un mondo creato da Dio si snodano su circa quaranta pagine), ma anche in relazione alle tante questioni che hanno a che fare con la fisica, con le leggi che regolano la vita, l'uomo e la sua natura.

Dissertazioni filosofiche a parte, nell'opera di sant'Agostino sono contenuti in nuce molti dei pensieri e delle "linee guida" che costituiranno poi il perno su cui si svilupperà la dottrina morale della chiesa, come il matrimonio, il sesso (sull'omosessualità Agostino è spietato, mentre alla donna riconosce una qualche forma di intelligenza ma dev'essere "sessualmente sottomessa al marito"), la castità e quant'altro.

A proposito di matrimonio, è interessante notare come ai tempi in cui scriveva sant'Agostino fosse oggetto di una scarsissima considerazione (questa cosa era già nota dai tempi degli scritti di san Paolo), ed era considerato alla stregua di un rimedio a un inconveniente, che era la lussuria. In sostanza, chi non riusciva in alcun modo a osservare il precetto della castità veniva invitato a sposarsi per contenersi. Questa cosa suscita una certa ilarità, pensando all'aura di sacralità e importanza che vengono oggi dati dalla chiesa a questo istituto, ma, si sa, i tempi cambiano.

In conclusione, è un libro che vale la pena di leggere? Se le speculazioni filosofiche e i pensieri espressi da menti acute vi interessano, sì, vale la pena di leggerlo. Se volete evitare di passare in rassegna i concetti che stanno alla base dei dogmi attuali della chiesa e della sua visione morale ed etica relativa al sesso, alla vita, alla donna, potete tranquillamente saltarlo.

8 commenti:

  1. Ho l'ebook. Comincerò la settimana dandogli un'occhiata. Buona domenica.

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    1. In bocca al lupo.
      (Scherzo!) :)
      Buona domenica anche a te.

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  2. Io adoro Agostino, è un amore iniziato a 17 anni, avevo 4 di filosofia, sulla scia del suo pensiero ho trovato questa mia dimensione. All'università sono cresciuta all'ombra di un professore agostiniano e mi sono laureata su Gregorio da Rimini, più agostiniano di Agostino stesso.

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    1. Io, invece, l'ho conosciuto solo in tarda età (adesso, a 51 anni) e concordo solo parzialmente coi tanti che dicono che Le confessioni è uno dei libri imprescindibili della vita. Sì, a tratti è interessante, ma non lo trovo un libro fondamentale per la mia vita. Forse dovrei leggere altro, di lui. Magari in futuro, chissà...

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  3. Condivido il tuo giudizio su Sant'Agostino. Non mi interessa granchè.

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    1. Diciamo che ho voluto leggerlo per soddisfare una curiosità che mi portavo dentro da tempo.

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  4. Io l'ho preso in mano due o tre volte ma non sono mai riuscito a leggerlo. Non mi attirava, forse troppo serioso e impostato. Mi piacciono i pensatori non dogmatici, curiosi, che lasciano aperte le possibilità di pensare e anche per questo credo che mi piaccia il tuo blog e il tuo modo di essere aperto a (quasi) tutto.

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