sabato 15 maggio 2021

Negozi di dischi d'altri tempi

Cercavo da giorni il nuovo CD dei Nomadi e non riuscivo a trovarlo da nessuna parte, o almeno non lo trovavo nei vari Media World, Euronics e simili, solitamente presenti nei grandi centri commerciali. Così, ieri, ho cercato su Google l'elenco dei negozi di dischi presenti a Rimini e provincia. Il primo risultato trovato è stato Zona Disco. Ho telefonato e chiesto al titolare se avesse il CD in questione. Ce l'aveva. Stamattina sono andato a comprarlo. 

Zona Disco è un piccolo negozietto in via Sigismondo, a Rimini, in pieno centro storico, a due passi dalla centralissima piazza Malatesta. Entrare lì dentro e vedere sugli scaffali e sui banchi dischi in vinile accatastati in ogni dove mi ha fatto una certa impressione. Mi ha riportato alla memoria i tempi in cui da ragazzino andavo alla mitica Dimar di corso d'Augusto con gli amici e mi perdevo in quell'immenso labirinto musicale (oggi la Dimar, purtroppo, non esiste più, come raccontai anni fa qui). 

Mi sono presentato al titolare dicendogli di essere il tipo che aveva chiamato il giorno prima per chiedergli se avesse il disco in questione. Si ricordava di me. Dal momento che non c'era nessuno abbiamo chiacchierato un po', parlando dei tempi in cui i negozi di dischi erano luoghi vivi e pieni di persone, non, come oggi, luoghi ormai dimenticati, uccisi da internet e dalle grandi catene che possono permettersi di fare prezzi che un piccolo negozietto non potrebbe mai praticare, piccoli rifugi di memorie tenuti ancora miracolosamente in vita da quei pochi, vecchi nostalgici come lo scrivente.

Beh, nel mio caso diciamo solo nostalgici, via.

19 commenti:

  1. Anche a Sarzana dove sono cresciuta c'erano piccoli negozi di dischi, realtà culturali che non sono state preservate, un po'come le librerie indipendenti. Quando si crede di risparmiare un euro, alle volte si perde molto di più.

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    1. Verissimo. E tuttavia temo sia inevitabile che ciò accada, perché, che lo si voglia o no, le cose cambiano, evolvono (nel bene e nel male, naturalmente), e il modo in cui si usufruisce di musica nel tempo di Internet non è lo stesso di quando noi ragazzini (oggi cinquantenni) andavamo nei negozi a comprare l'agognato disco.

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  2. A Roma c'è il leggendario Millerecords, che ha resistito a tutte le rivoluzioni tecnologiche continuando a vendere vinili ora anche tornati in auge. Bei tempi, si. Quando passavi le ore in negozio ad ascoltare dischi e cd. Ecco, uno dei vantaggi della Capitale.. in molte rivendite di dischi questo è ancora possibile..

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    1. Anche qua resistono (per quanto ancora?) piccoli negozi di dischi e anche qualche piccola libreria indipendente (a Santarcangelo ce n'è una).
      A proposito di vinili, leggevo recentemente che le vendite di questi ultimi hanno per la prima volta superato, seppur di poco, quelle dei CD. A me sembra una bella cosa.

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  3. Anch'io ho nostalgia di quei negozi, ormai sempre più rari, è un peccato perché come dici bene tu erano luoghi di aggregazione, colmi di vita e musica.
    sinforosa

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    1. Certo, oltre a essere semplici negozi di dischi erano luoghi di aggregazione in cui si aveva occasione anche di conoscere altre persone. Peccato davvero.

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  4. Beh, tutto quasi vero,ora il vinile è ritornato, certo non ci sono più i negozi di una volta ma alcuni esistono ancora, ad esempio il 23 a Padova.
    Un alternativa sono le fiere mercato del disco (quando riprenderanno) oppure c'è un bellissimo portale dove si trovano le discografia e le edizionidi tutto il mondo.

    www.discogs.com

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  5. Anch'io ho dedicato un post ad uno dei miei negozi del passato: Crash Records di Padova

    https://www.sullamaca.it/musica/vinile-e-dischi-a-padova-al-negozio-crash-records/

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  6. Nel leggerti, mi hai fatto tornare in mente un negozio di dischi in Piazza Castello a Torino, descritto in maniera più che corretta qui:
    https://iltorinese.it/tag/il-celebre-negozio-di-dischi-in-piazza-castello-come-lo-ricorda-una-nostra-lettrice/
    Il proprietario si chiamava Mario Maschio, un batterista. Ormai non c'è più il negozio e neanche lui.
    Perdite incolmabili. Ciao un abbraccio

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    1. Sì, perdite incolmabili.
      Ciao, abbraccio contraccambiato.

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  7. Che nostalgia, davvero. Credo che inevitabilmente faranno la fine dei vari Blackbuster. Sta tornando di moda il vinile, che mi pare abbia addirittura superato le vendite dei CD. Ma la musica digitale credo che prenderà sempre più il sopravvento. Io sono ancora di quelli che comprano i CD degli artisti che ama. E i Nomadi sono tra questi. Io credo che ci sia bisogno di fare qualcosa a livello di contenuti per salvare i supporti fisici: contenuti speciali, copertine e libretti particolari, insomma... offrire qualcosa di più rispetto al mero brano che si può trovare su Spotify. Sempre che questo possa interessare qualcosa alle nuove generazioni...

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    1. Mah, non sono molto ottimista in merito. Credo che con l'andare del tempo la musica sarà fruibile solo in formato digitale. Ma magari mi sbaglio.

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  8. Il mio migliore amico e testimone di nozze Francesco, è un apprezzato dj pugliese.
    Sono cresciuta nel negozio di dischi di suo padre, "Idea Suono" a Fasano.
    Credo sia chiuso da cinque o sei anni, e ogni volta che ripasso davanti alla saracinesca abbassata, ho un colpo al cuore.
    Per fortuna, però, l'attività di dj non è stata accantonata e il negozio viene utilizzato come deposito per vinili e cd da utilizzare durante gli eventi.
    Quindi mi è capitato di rientrarci e di respirare ancora il profumo dei vinili, che mai dimenticherò.

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    1. Sì, è vero, molti vinili avevano quel "profumo" caratteristico, che si avvertiva specialmente quando, una volta acquistati, si portavano a casa e si toglievano dalla loro confezione. Eh, bei ricordi.

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  9. Mancano tantissimo anche a me i negozi di dischi. Da adolescente andavo in un paese vicino dove ce n'era uno bellissimo e alternativo col proprietario sempre un po' alticcio che ti faceva ascoltare i dischi prima di comprarli e tu faceva arrivare qualunque roba gli ordinassi. Quando scrissi il mio libro me ne tenne anche qualche copia.

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    1. Sì, anche alla Dimar era così, si poteva ordinare qualsiasi cosa (dischi introvabili, d'importazione, bootleg ecc.) e questi arrivavano.

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  10. Dagli anni 70 in poi quando venivo a Rimini la Dimar era una meta obbligata, che dava molto senso al giro in città. Atmosfera indimenticabile.

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    1. Immagino. La Dimar è sempre stata una tappa obbligata per chiunque arrivasse da qualsiasi parte dello stivale. E pure dall'estero.

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