giovedì 4 marzo 2021

22.11.63

Ho terminato ieri sera tardi 22.11.63, di Stephen King. Lessi la prima volta questo romanzo dieci anni fa, quando uscì, prendendolo in prestito in biblioteca. Mi dispiacque restituirlo perché mi piacque molto e mi ripromisi di comprarne una copia per me. Poi, sapete com'è, no? I buoni propositi vengono quasi sempre inghiottiti dall'incessante fluire delle cose di ogni giorno e anche quello, come infiniti altri, non fece eccezione e restò lettera morta. Fino a Natale scorso, quando mi sono ritrovato il libro in questione sotto l'albero. 

L'ho terminato ieri sera tardi, come dicevo, e ho chiuso l'ultima delle sue 750 pagine emozionato, quasi commosso. Perché un libro è questo che deve fare, no? Deve coinvolgerti emotivamente, se no tanto vale guardare Sanremo. In questo senso, come ho già scritto altre volte, non faccio troppe distinzioni tra i classici e i cosiddetti best sellers. Una storia funziona? Coinvolge? Fa pensare? Insegna? Benissimo, per me ha lo stesso valore di un classico.

8 commenti:

Franco Battaglia ha detto...

Appassionato di King, 22/11/'63 lo ritengo tra i migliori, e considera che non mi piace il King troppo sanguinario, ma quello più malinconico e poetico. Amo ad esempio L'ultimo piolo tratto da A volte ritornano. Pianti a non finire..

Andrea Sacchini ha detto...

Credo che definire riduttivamente King uno scrittore sanguinario tour court sia un luogo comune che va in parte sfatato. È innegabile che la produzione letteraria del primo King abbia questa impronta, ma è altrettanto vero che esiste un King narratore, generalmente (e forse volutamente) poco conosciuto, dove questa componente è praticamente quasi assente. Io leggo King da quand'ero ragazzo e amo entrambe le "versioni", diciamo così, e mi piace principalmente per due motivi: è uno che sa scrivere e, tranne le inevitabili eccezioni, scrive storie che funzionano.
L'ultimo piolo è bellissimo, ricorda certi racconti di Dickens.

cristiana marzocchi ha detto...

Lo seguo da sempre- figurati che trovandomi nel Meine- andai a Bangor e suonai alla sua porta, ma non c'era- ma questo libro mi mancava e l'ho subito ordinato, grazie
Cri

Andrea Sacchini ha detto...

Sei stata a Bangor? Invidia!

LadyCooman ha detto...

Che bello questo libro, è poetico come descrive la normalità e poi ci aggiunge quel tocco di soprannaturale. Che forti i riferimenti agli altri suoi libri :) Lo rileggerei volentieri.
Buone letture!

Andrea Sacchini ha detto...

Sì, ad esempio quando Jake si reca a Derry per salvare la famiglia Dunning. Chiaro riferimento a It.
Buone letture anche a te!

Guido P. ha detto...

Capolavoro. Uno dei migliori di King. E ti dirò... niente male anche la Serie TV. Soprattutto se si pensa a ciò che è stato fatto in passato (e ancora oggi) a livello di Serie e Film con le opere di King.

Andrea Sacchini ha detto...

La serie TV la sto guardando in questi giorni. Non male, tutto sommato.

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