Siamo il paese dei partitini personali, parrocchiali, feudali, leaderistici; ogni sedicente Churchill o Adenauer de noantri, convinto di essere in missione per conto di Dio, chiama a raccolta i propri eserciti e si butta, lancia in resta, nell'agone politico. Per nobili e universali motivi, intendiamoci, mica per meri interessi di bottega.
Renzi, ad esempio, dopo Salvini il massimo esponente del cialtronismo politico italiota e arrivista, ha ordinato ai suoi di dissociarsi dall'accordo di governo sulla riforma della prescrizione. Mica perché gli freghi qualcosa della faccenda e dei suoi dettagli: era solo un'occasione come un'altra, questa più appetibile delle altre, per dare la tanto agognata spallata a Conte e riprendere il posto che l'ordine cosmico gli ha assegnato fin dall'inizio dei tempi: presidente del Consiglio. Per ora gli è andata male ma avrà altre occasioni; mica è uno che demorde, lui.
In questo triste panorama da repubblica delle banane di quart'ordine c'è ancora chi, ingenuamente e romanticamente, immagina la politica come qualcosa di alto a cui affidare istanze elevate e universali. Buonanotte ai sognatori.
I partitini personali sono fonte di denaro e per quanto piccoli possono rappresentare l'ago della bilancia nelle scelte importanti. E poi sono spesati (a carico dei contribuenti) per qualsiasi bisogna, si tratti di affari di stato o di partecipare al compleanno di un amico... e fino al 2022 (se ricordo bene) pagheremo agli "ex qualcosa" anche tutti i benefici della loro ex carica.
RispondiEliminaPerchè stupire, dunque?
(Grrrrr)
Ma infatti il mio post non voleva esprimere stupore, solo rappresentare la triste realtà. L'epoca dello stupore è finita da tempo e ha lasciato il posto a quella della rassegnazione.
EliminaIo li detesto questi partitini.
RispondiEliminaA chi lo dici...
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