martedì 25 febbraio 2020
Lo sciamano
Mi sono accorto solo verso metà delle oltre 600 pagine che compongono questo romanzo, che Lo sciamano non è un libro a sé stante ma è il secondo di una trilogia ideata e scritta da Noah Gordon tra il 1986 e il 1996. Tutti e tre i romanzi (Medicus, Lo sciamano, L'eredità dello sciamano) si possono comunque leggere singolarmente perché dal punto di vista narrativo sono indipendenti uno dall'altro e l'unico "filo" che li lega è il "dono", una particolare capacità degli appartenenti alla famiglia Cole di "sentire" quando la vita sta abbandonando una persona.
Il romanzo in questione narra le vicende di Robert Judson Cole e Robert Jefferson Cole, rispettivamente padre e figlio, entrambi medici di origini scozzesi, emigrati negli Stati Uniti negli anni '30 del 1800. È principalmente un romanzo d'avventura, e non è difficile, mentre si legge, avvertire richiami che rimandano a Wilbur Smith. Ma non è solo un corposo e avvincente romanzo d'avventura. Di particolare interesse è infatti anche la sua valenza storica.
Le vicende narrate, che coprono un arco temporale che va dal 1839 fino al 1870, sono infatti inserite in un contesto storico che vede i noti e tristi capitoli relativi alla progressiva "reclusione" dei nativi americani in riserve, il mito della frontiera (Rob Cole approderà a Boston, cuore del New England, per poi viaggiare verso la mitica frontiera del West), la Guerra di secessione americana, i cui scontri tra nordisti e sudisti sono da sempre fonte di ispirazione per letteratura e cinema. E tutti questi avvenimenti storici, che fanno da contorno alle vicende della famiglia Cole, sono affrontati da Noah Gordon col piglio dello storico, non solo del romanziere, per cui al fascino della trama si aggiunge il fascino della documentazione storica. Un libro affascinante, insomma.
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