sabato 8 giugno 2019

La tv che vorrei

Accendo la televisione per caso, ché qua la televisione è solo una breve parentesi tra un libro e l'altro, e m'imbatto in Claudio Borghi che turlupina quei quattro gatti che lo guardano con la presa in giro sui minibot. Perché?

Voglio una televisione che in prima serata mi metta Vittorino Andreoli che mi spiega cos'è la paura, Umberto Galimberti che mi spiega perché i greci sono stati il popolo più intelligente mai apparso sulla terra, Umberto Eco che mi spiega la bellezza dei classici della letteratura, Piergiorgio Odifreddi che mi spiega perché non possiamo essere cristiani e men che mai cattolici. Voglio una tv che in prima serata trasmetta Giovanni Sartori che mi spiega che la democrazia non è andare a votare, ma ben altro.

Non sono snob o moralista, e Bonolis è libero di sguazzare tra tette e culi quanto vuole, non mi dà alcun fastidio, ma perché dev'essere solo quello? Perché in questo benedetto paese la TV non assolve anche la funzione di allenare il pensiero critico, il ragionamento, e di educare al bello? Non voglio sentirmi intelligente davanti alla D'Urso o agli sproloqui di Salvini, voglio sentirmi piccolo di fronte ai veri giganti.

(Umberto Eco e Giovanni Sartori non ci sono più, lo so, ma i pensatori che hanno lasciato il segno continuano a vivere anche se non ci sono più.)

2 commenti:

  1. Non assolve a tale funzione perché farlo vorrebbe dire risvegliare dal torpore le menti obnubilate del Popolo Italiano e quindi questo non conviene certo a chi ha in mano le redini del potere.

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  2. Certo, d'altra parte è sempre stato così e, temo, sempre lo sarà.

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