sabato 8 novembre 2014

Salvini, si raccoglie ciò che si semina

Intendiamoci, io non l'avrei fatto. Anche a me sta sulle balle Salvini, da sempre, ma piuttosto che danneggiare la sua auto o mettere in essere azione violente, gli avrei consentito l'ingresso al campo nomadi e l'avrei magari spernacchiato sonoramente quando avesse iniziato a parlare. Perché ho sempre ritenuto - abbiate pazienza, sono fatto così - che la violenza non porta a niente. Mai.
Detto questo, però, non credo che Salvini abbia il diritto di lamentarsi di ciò che gli è accaduto, né, tantomeno, questo episodio gli dà adesso il diritto di assumere atteggiamenti vittimistici, come peraltro ha già cominciato a fare, perché ciò che gli è successo se l'è cercato.
Salvini è un estremista, chi legge abitualmente ciò che scrive o dice lo capisce subito, e quel "bastardi" apparso sulla sua pagina facebook subito dopo l'episodio sta lì a dimostrarlo. Chi predica abitualmente l'odio per il diverso, il razzismo, il cinismo, l'intolleranza verso qualsiasi categoria sociale che esuli da quelle comprese nella sua visione del mondo, e fa tutto questo utilizzando un linguaggio intriso di violenza, non può poi lamentarsi di ricevere lo stesso trattamento ogni volta che mette il becco fuori di casa. Perché, da che mondo è mondo, si raccoglie ciò che si semina.

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