Ogni tanto m'inerpico - con difficoltà, lo ammetto - sulle vette della contorta logica cristiana. Lo so, accostare la logica alla religione è sempre un esercizio complicato per definizione, ma tant'è. Comunque, pensavo questo.
I cattolici praticanti, nel nostro paese, sono circa il 30% della popolazione. Per praticanti si intendono quelli in regola coi sacramenti: messa tutte le domeniche, confessione regolare, ecc. Quel 30%, dato comunque impreciso, si desume tra le altre cose dalle destinazioni del famigerato 8×1000 nelle dichiarazioni dei redditi. Il 30% di praticanti comporta, come logica conseguenza, un restante 70% che non è cattolico, che va giocoforza a inserirsi in una qualsiasi delle restanti categorie: atei, agnostici, appartenenti ad altre confessioni religiose, eccetera eccetera.
Se allarghiamo il discorso al pianeta intero, invece che alla sola nazione italiana, vediamo che, grosso modo, su sei miliardi e rotti di persone gli osservanti della religione cristiana sono tra gli 800 milioni e il miliardo di persone (per comodità raggruppo nella dicitura "religione cristiana" tutti gli adepti delle varie ramificazioni che si rifanno al cristianesimo). Esaurita tutta questa necessaria premessa, la deduzione logica che ne deriva è che gran parte dell'umanità è fuori da qualsiasi speranza di salvezza. Ci si può girare attorno quanto si vuole, ma le scritture in questo senso sono chiarissime, e non solo quelle. Joseph Ratzinger, ad esempio, il 6 settembre del 2000 disse a chiare lettere che la religione cattolica è l'unica vera e solo attraverso di essa si ottiene la salvezza. Se la lingua italiana ha un significato, e ce l'ha, ciò significa che chi non vi appartiene è condannato, non può scappare.
In genere, quando si espone a qualche cattolico questo concetto, la risposta, il più delle volte generica e abbastanza all'acqua di rose, tira in ballo la celeberrima misericordia di Dio, secondo la quale chi in vita sua si è sempre comportato rettamente, non ha mai fatto male a nessuno e via andare, ha comunque parecchie chance di salvarsi anche se non abbraccia la religione cattolica, al che si può tranquillamente ribattere che allora chissenefrega della religione cattolica? Basta comportarsi bene in vita et voilà, la salvezza è assicurata.
Che poi, a ben pensarci, dev'essere così per forza, perché in caso contrario, se si considera che ai 5/6 della popolazione mondiale del cristianesimo non frega una ceppa, alla fine sarebbe una strage di anime, e la famosa missione salvifica del tizio che 2000 anni fa si fece mettere in croce un sonoro fallimento.
Ma, si sa, ammettere i fallimenti non è mai facile per nessuno.
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