Scorrere la cronaca di Rimini è diventato sconfortante. Ogni giorno vi si legge di uno o più episodi di criminalità, più o meno gravi, ma comunque sintomi di una Rimini che non c'è più, quella di quando ero ragazzino e ci scorrazzavo col mio Ciao. L'altro giorno hanno gambizzato un uomo: persone armate gli hanno sparato alle gambe da una macchina in corsa mentre camminava sul marciapiede. Mai a Rimini, che sappia io, si sono in passato verificati episodi simili. La decisione dei negozianti di Marina centro di chiudere le saracinesche all'una, dopo pranzo, è la ciliegina su una torta amara, quella di una Rimini che si è arresa alla criminalità dilagante e preferisce chiudersi in casa. Intendiamoci, non biasimo i cittadini che decidono di non avventurarsi in strada di sera o i negozianti che chiudono i loro negozi molto prima che faccia buio, se abitassi a Rimini probabilmente pure io lo farei.
Però dispiace. Da ragazzino ci scorazzavo col mio motorino, e da adulto, per lavoro, l'ho girata in lungo e in largo per quasi vent'anni. Conosco ogni angolo, ogni piazza e ogni via, e mi spiace che nell'arco di pochi anni sia diventata così invivibile. Ma, forse, quello di arrendersi è un destino che accomuna molte grandi città.
domenica 2 novembre 2014
La Rimini andata
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Come vengono raccontate le notizie
Nella notte di Natale, mentre secondo la tradizione un bambino nasceva, altri morivano di freddo in una tenda a Gaza. A questa tragedia va...
-
Sto leggendo un giallo: Occhi nel buio, di Margaret Miller. A un certo punto trovo una frase, questa: "Qualche minuto più tardi la luc...
-
L'estate scorsa ho comprato una macchina nuova, una normale utilitaria senza pretese, pagata per metà a rate perché qua non si nuota nel...
-
Nel racconto Direttissimo , di Dino Buzzati, si narra di un misterioso viaggiatore che sale su un treno, un treno potente, veloce, che scalp...
Nessun commento:
Posta un commento