domenica 25 novembre 2007

Pastrocchio alla francese

Un verso di una vecchia canzone di Franco Battiato recitava: "Gli orchestrali sono uguali in tutto il mondo, simili ai segnali orario delle radio" (Arabian song - 1980). Spostando il soggetto dagli orchestrali ai politici, ecco la dimostrazione che quando si tratta di legiferare in materia di internet, diritti digitali e copyright, i nostri non sono i peggiori.

Mi riferisco a ciò che si sta discutendo in questi giorni in Francia per tentare anche lì di arginare il fenomeno della pirateria online. Un articolo in proposito è apparso su Le Monde (qui). Dalle informazioni (ancora abbastanza frammentarie) in circolazione, pare che in Francia, per volere di Sarkozy, sia stato istituito una sorta di organismo di controllo che non andrà tanto per il sottile nel tentare (inutilmente) di stroncare alla radice il fenomeno.

In questo provvedimento sono previste la galera, multe pesantissime e l'obbligo per gli ISP di "convincere" i propri abbonati a "comportarsi bene" tramite l'uso di e-mail dissuasive, che una volta dimostratesi inefficaci potranno portare addirittura alla rescissione dell'accesso a internet dell'abbonato. Tutto ciò in cambio di un generico impegno a eliminare il DRM dalle opere digitali in commercio.

Interessante in proposito la dichiarazione di Sarkozy riportata da Corriere.it: “la pirateria è un comportamento medievale”. Certo. Invece sentenze tipo questa, in perfetto stile "colpirne uno per educarne cento", tanto caro a certi regimi del passato, sono comportamenti contemporanei?

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