martedì 11 marzo 2025

Il problema dei saggi

Il problema, ammesso che di problema si tratti, della saggistica sta nella sua valenza serendipitosa. Cioè tu sei lì che leggi, assimili i concetti, impari cose; poi, all'improvviso, l'autore scrive cose tipo: "Come scrive [nome di un autore a piacere] nel suo bellissimo saggio [nome di un saggio a piacere]..."

E lì sei fregato, perché hai lo smartphone sottomano e vai subito a verificare se quel libro è reperibile in qualche biblioteca della zona. Quindi lo metti in lista e la lista cresce al proseguire del libro, finché ti rendi conto che non puoi leggere tutti i libri che l'autore di un saggio cita. Quindi rinunci e maledici la brevità e la fugacità della vita che non ti permettono di leggere tutto ciò che vorresti.

E pensi che in fondo sarebbero da preferire i romanzi ai saggi, almeno nei romanzi non si citano altri romanzi.

6 commenti:

  1. Che fregatura,buon pomeriggio!Olga

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  2. ..e infatti io che non sono saggio ma pigro leggo romanzi ed evito i saggi :)
    massimolegnani

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  3. Io penso che leggere non sia correre incessantemente da un libro all’altro: ciò che conta non è la quantità ma la qualità dei libri letti. Vale per i saggi quanto per i romanzi. In fondo – caro Andrea - la lettura è un pò come l’amicizia: i veri amici si contano sulle dita di una sola mano. Hermann Hesse, che di libri se ne intendeva, diceva che a nessuno verrà chiesto nell’aldilà quanti libri sia riuscito a leggere fino in fondo. Quindi meglio non sprecare il proprio tempo in letture inutili. Se così si facesse, non si leggerebbe molto più della decima parte di quanto oggi vien letto, e tutti sarebbero dieci volte più felici e più ricchi. Ma le cose – diceva sempre Hesse - non stanno meglio per quanto concerne lo scrivere. E se gli autori si comportassero alla stessa maniera dei lettori scrivendo dieci volte di meno, questo non sarebbe affatto un guaio per il mondo. :)

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    Risposte
    1. In parte concordo, anche se Umberto Eco rispetto a Hesse la pensava molto diversamente.
      Il problema è che io amo sia la narrativa che la saggistica e quindi mi barcameno tra questi due generi. Non credo sia questione di scegliere un genere piuttosto che un altro, e anche l'eterna questione buoni libri vs cattivi libri lascia un po' il tempo che trova (chi stabilisce quali sono buoni e quali cattivi? In base a quali parametri?). Se un appassionato di musica ama sia la classica che il jazz, ad esempio, non vedo perché dovrebbe ascoltare un genere a scapito di un altro. Sicuramente li ascolterà entrambi alternandoli :-)

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