lunedì 10 marzo 2025

Impazzimenti


La questione del riarmo europeo e più in generale dell'eterna diatriba che sulla guerra russo-ucraina oppone i favorevoli al negoziato ai bellicisti sta lasciando sui social, e presumo anche fuori, una lunga scia di morti e feriti. Persone che si bannano a vicenda, che si insultano, che scoprono con dolore misto a costernazione che l'amico che si credeva la pensasse allo stesso modo in realtà sta dall'altra parte. Le fazioni in lotta rispecchiano su tastiera ciò che avviene sul campo.

Questa cosa ha dello stupefacente. Sembra di essere tornati alle "guerre" tra favorevoli e contrari alle restrizioni in tempo di pandemia. Le discussioni non vertono più, o raramente lo fanno, su una pacata e obiettiva analisi delle ragioni degli uni e degli altri. Pochi cercano di valutare obiettivamente le reciproche argomentazioni in un'ottica di altrettanto reciproco arricchimento. Nessuno è disposto ad ammettere che non esiste chi ha completamente ragione e chi completamente torto ma ci sono gradazioni e sfumature. Si "combatte" per fazioni e ogni fazione è convinta di essere nel giusto.

Viene in mente Telmo Pievani quando scriveva che noi esseri umani siamo sì riusciti ad andare nello spazio ma ci muoviamo sul web (e anche fuori) come quelle creature antropomorfe nostre antiche antenate, che vivevano esclusivamente in gruppetti di poche decine di persone in perenne conflitto tra loro. Viviamo in un mondo ipertecnologico, in teoria dovremmo esserci evoluti, ma ci muoviamo sul web e fuori con le stesse dinamiche psicologico-sociali dei nostri antichi antenati.

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